Percival, Brian - Storia di una ladra di libri

ayla

+Dreamer+ Member
TRAMA:
Siamo nel periodo della seconda guerra mondiale. Adottata all'età di nove anni, Liesel vive con i genitori in un quartiere tedesco di operai. Incuriosita dai libri, grazie all'aiuto del padre, imparerà poco per volta a leggere, trovando conforto e speranza nelle pagine scritte. Nel frattempo, i suoi genitori nascondono sotto le scale della loro abitazione un rifugiato ebreo...

Uhm, speravo fosse già recensito, sono un pò combattuta su questo film perché se da una parte ho apprezzato il valore che viene dato alla lettura, al pensiero, alla parola scritta e alla circolazione delle idee, dall'altro mi è sembrata una storia troppo "semplicistica", come qualcosa di già visto e già raccontato.
Mi è piaciuto che il tutto sia visto dagli occhi della dolce e piccola protagonista come anche l'attenta cura per i dettagli ma il resto mi è scivolato addosso, sì è un film piacevole che sicuramente non annoia ma non mi ha nemmeno particolarmente emozionata o colpita, mi è sembrato tutto troppo accademico, tutto troppo studiato.
L'ho trovato un bel compitino ma nulla di più.
 
M

maredentro78

Guest
Stranamente non concordo con Ayla,film che ritengo interpretato davvero bene da tutti,sicuramente la scelta "semplicista" è dettata dal bisogno di raccontare una storia più intima ma non meno terribile,ma ha il garbo e l'astuzia di renderlo forse più leggero rispetto ad un "Schindler's list",però non meno profondo ed emozionante.A me è piaciuto molto!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
E' un film che mi lascia indecisa sulla valutazione, è girato molto bene, ma l'ho trovato a tratti troppo favolistico. Aveva troppi registri e questo mi ha spaesato non poco, anche perché erano prevedibili in parte. Mi è piaciuto sicuramente l'impianto basato sull'amore per i libri che possono essere salvifici se non altro per lo spirito e per l'anima, chi salva un libro salva un pezzo di umanità. Buon film ma a tratti un po' arruffato.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E' una storia lieve, nonostante l'ambientazione. Ha la dolcezza del volto di Liesel, della sua tenera amicizia con Max, dell'affetto per il nuovo papà - d'Argento, diceva il libro - della finta rudezza della nuova mamma, dei paesaggi innevati e della simpatia di Rudi. E ha, ovviamente, la crudezza della guerra e della morte, sempre presente seppure, almeno fino a un certo punto, un po' in sordina. Mi è un po' dispiaciuto che sia stato dato poco risalto alla voce narrante :mrgreen:, tanto che, quando non parla, ci si dimentica quasi di lei. Nel libro era una presenza più costante, ma, del resto, è impossibile rendere bene il tutto in due ore.
Mi ha colpito molto anche il personaggio della moglie del borgomastro, il suo aggrapparsi alla bambina come ultimo barlume di umanità.
Ancora una volta, un modo diverso di parlare del nazismo, un modo che, secondo me, non delude. I personaggi non si abbrutiscono nella disgrazia e nella povertà, anzi, si aggrappano ad ogni sentimento di generosità e di affetto, forse questo non è molto realistico.
Bellissimo e poetico il modo in cui si parla dell'importanza della lettura e del potere salvifico delle parole.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
dal cineforum

Da quello che dite per me è stato meglio non aver letto il libro e non aver intenzione di farlo, così ho potuto godere della storia senza preoccuparmi di quanto sia stata fedele (cosa che non riesce quasi mai).
Avete già detto tutto, voglio solo aggiungere che ribadisco la gradita sorpresa di aver trovato Rush nel cast, è un attore che mi dà sempre grande soddisfazione. Anche l'attrice che ha interpretato moglie è stata brava, perfetta nella parte della burbera benefica.
La ragazzina protagonista con il suo dolce viso è un raggio di sole nell'atrocità della guerra, le sue profonde amicizie con il coetaneo e con il giovane ebreo sono significative di come si possa restare umani anche in situazioni inumane.
Stupenda la libreria del figlio del borgomastro, anche io sarei andata a prendere in prestito i libri lì :wink:.
Dal finale sembrava quasi una storia vera... e senz'altro ci sarà stata qualche anonima e coraggiosa Liesel nel mondo.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Un paio d'anni fa, appena terminata la lettura del libro da cui è tratto, cominciai a vedere questo film e non riuscii a finirlo: ne rimasi troppo colpita negativamente. Oggi, a distanza di tempo, ho provato a rivederlo e il mio giudizio si è un po' ammorbidito. Non è proprio male in fondo, ma non guardatelo subito dopo aver letto il libro.
Ad una cosa, però, non riesco proprio ad abituarmi: la morte che parla con una voce maschile è un obbrobrio bello e buono!
 

Tanny

Well-known member
Un paio d'anni fa, appena terminata la lettura del libro da cui è tratto, cominciai a vedere questo film e non riuscii a finirlo: ne rimasi troppo colpita negativamente. Oggi, a distanza di tempo, ho provato a rivederlo e il mio giudizio si è un po' ammorbidito. Non è proprio male in fondo, ma non guardatelo subito dopo aver letto il libro.
Ad una cosa, però, non riesco proprio ad abituarmi: la morte che parla con una voce maschile è un obbrobrio bello e buono!

Io ho letto apposta il libro perchè ieri sera davano il film, le differenze sono veramente tante rispetto al libro ed alcune sono tremendamente fastidiose, ma molte cose scritte nel libro non potevano essere riportate nel film.
Nel libro ed esempio Max usa le pagine del Mein Kampf per fare un libro "L'uomo che sovrasta" che poi regala a Liesel per Natale, nel film invece dipinge le pagine e gli regala un libro bianco per poter scrivere, quando invece il libro vuoto nel romanzo gli viene donato dalla moglie del sindaco; errore grave... non so fino a che punto, in un film come avrebbero potuto far vedere le illustrazioni di Max e le relative diciture de "L'uomo che sovrasta" senza far addormentare lo spettatore?
Tutto sommato il film non è male e per uno che non ha letto il libro secondo me è veramente bello, come in tutti i casi se prima si vede il film ci si rovina il libro, se invece si fa il contrario si brontola perchè il film non è fedele alla storia, siccome l'ho letto cedo sia mio "diritto" essere il brontolo di turno :mrgreen:

Concordo pienamente sul fatto che la morte che parla con una voce maschile è un obrobrio
 
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