Jarmusch, Jim - Solo gli amanti sopravvivono

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
"Only Lovers Left Alive" (2013) questo l'evocativo titolo dell'ultimo lavoro sceneggiato e diretto dal talentuoso Jim Jarmusch; fu presentato lo scorso anno a Cannes ove ricevette un'ottima accoglienza.
Eve e Adam sono due entità separate (a inizio film) ma sempre connesse, di secolo in secolo si sono amati; a loro spetta il compito di osservatori imparziali e discreti della società corrotta che sta affondando sempre di più nella reiterazione di se stessa, nell'annullamento della propria identità e nella corsa verso la perdita dei valori più autentici. La caparbia Eve, residente in quel di Tangeri, gode della presenza del vecchio Marlowe; il sensibile Adam, recluso nella sua abitazione di una decadente Detroit, non può che rifugiarsi nella musica che tanto ama; oltre alla musica solo le visite del fidato Ian rompono il silenzio che lo circonda. Adam è inquieto, Eve se ne accorge e lo raggiunge, sta con lui, lo coccola e cerca di non fargli ricordare le bassezze del mondo che li circonda. La sommessa bellezza e originalità del film sta nel fatto che i nostri due protagonisti sono vampiri ma non di quelli forzuti, sanguinari e dediti all'azione; sono due anime che non stenterei a definire "candide". Essi si nutrono di bellezza, arte, filosofia, letteratura e musica; questo pare loro l'unico modo di sopravvivere e di distaccarsi dal meschino e morente mondo degli umani, i quali vengono chiamati "zombie" come fossero un'entità ormai desensorializzata e indistinta. Entrambi sono spiriti delicati, Eve (una magnifica Tilda Swinton) ha la capacità di datare un oggetto al solo tatto e possiede una conoscenza infinita; la sua casa è piena di libri che lei rilegge (col metodo di lettura veloce) avidamente. Adam (un misuratissimo Tom Hiddleston) produce musica da sempre, ha persino regalato un brano a Schubert e negli anni si è accompagnato a scrittori come Byron e Mary Shelley. Poi c'è il vecchio Marlowe, che è proprio quel Marlowe, ma rivela di aver scritto pure le opere di Shakespeare. Il sangue, di cui i nostri protagonisti necessitano per sopravvivere, viene preso da ospedali che lo vendono assolutamente puro, perché quello che si potrebbe succhiare dalle persone è contaminato, marcio, nuocerebbe gravemente alla salute (come ben presto imparerà Marlowe). C'è una breve intrusione nella vita dei coniugi, quella di Eva, sorella di Eve; essa è una giovane vampira che pare conformata allo stile di vita degli esseri umani e quindi è destinata a soccombere; lei non ama niente e nessuno, nulla le interessa, se non il nutrirsi e il gusto per l'effimero. Eve torna a Tangeri portando con se l'adorato Adam ed è qui che il loro amore troverà la forza di sopravvivere: il vampiro si dimostrerà più umano dell'essere umano; seppur dotato di estrema cultura e di un'emotività propria, sarà l'istinto a guidarlo nel momento del bisogno; il tutto mostrato con una scena finale di agghiacciante poesia...
Tutta l'azione è avvolta in una delicatissima penombra che fa da velo alle oscenità quotidiane, il ritmo compassato e riflessivo è quello che si confà perfettamente ad attività quali la lettura, l'ascolto della musica, la contemplazione di un quadro o la scoperta scientifica (quella naturalistica, non di stampo capitalista); il contrario di quanto suggerirebbe una società tristemente ipercinetica che non ha tempo per quelli che ritiene inutili orpelli.
Mille altre cose si potrebbero dire talmente alta è la densità contenutistica di questa pellicola, anche solo guardandola per cogliere le ingenti citazioni letterarie (Verne, Poe, Wilde, Cervantes, ecc) ci si potrebbe comunque divertire; ma l'ideale sarebbe lasciarsi trasportare dalla sinuosità del malinconico racconto creato da Jarmusch. Da vedere e rivedere per poter cogliere ogni sfumatura. Buonissimi i colori cupi, intrigante la colonna sonora, raffinate le inquadrature e gustose le atmosfere che si rifanno a capisaldi della cinematografia vampirica come "Miriam si sveglia a mezzanotte", "Intervista col vampiro" e "The addiction".
A mio parere questa pellicola rappresenta al contempo un atto di accusa verso la società moderna che spersonalizza; un inno alla all'arte/cultura che dona sensibilità e consapevolezza di se e in più pone il sigillo finale a una stagione, durata una decina d'anni, di pellicole vampiriche. Probabilmente, dovessi trovargli un difetto, avrei sforbiciato una decina di minuti. Comunque resta un ottimo lavoro. Chi ama l’azione a profusione ed è poco dotato di senso “estetico” ne stia lontanissimo.

VOTO 7,5

 
Ultima modifica di un moderatore:

Vangoggha

New member
Ciò che ho letto mi ha veramente incuriosito.
Grazie.
Ho un film da guardarmi nel week end :)
 

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New member
Mai e poi mai sarei andato a vedere un film simile -anche se di cotanto regista-

ma... dopo i contenuti espressi in questa tua presentazione......
stasera ci vado.

V.A.
 
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