Ghosh, Amitav - Il fiume dell'oppio

Dory

Reef Member
Secondo libro della triologia della 'Ibis' - goletta a tre alberi armata da un 'commerciante' inglese di oppio e di schiavi di base a Calcutta.
Ritroviamo alcuni dei protagonisti di 'Mare di papaveri' in un andirivieni di salti temporali tra futuro e presente, dove veniamo a conoscenza di cosa ne è stato dei 'passeggeri' del viaggio della Ibis tra Calcutta e le isole Mauritius.
Vediamo poi l'introduzione di nuovi straordinari personaggi, proseguendo il viaggio verso la Cina, in particolare verso Canton e verso il fiume delle Perle.
Il governo cinese ha vietato da molti anni in commercio d'oppio in Cina, ma i mercanti stranieri lo considerano un oltraggio alle leggi del libero mercato, perciò vanno avanti di bustarelle per continuare a smerciare in Cina i loro ingenti carichi. Ma qualcosa sta cambiando, per loro non sarà più così facile come è stato in passato...

Come ho già detto nella mia recensione al primo libro, lo sfondo storico legato al commercio/contrabbando di oppio nelle regioni asiatiche nell'800 nel quale si muovono i personaggi di questa storia è stato ricostruito dall'autore in modo fedele alla realtà. Ghosh ha attinto da numerosissime pubblicazioni e documenti storici che portano testimonianza dei fatti accaduti. Dal quadro che ne emerge, risulta scioccante, e anche molto attuale nelle linee di principio, lo stridente contrasto tra i punti di vista dell' economia e del libero mercato e quelli della giustizia sociale e morale, che nella fattispecie sono incarnati il primo dalla società occidentale e il secondo da quella orientale.
Verrebbe quasi da pensare che l'attuale economia cinese, più che una emulazione/omologazione, sia una vera e propria vendetta contro l'economia occidentale.

Avrei tanto voluto che Terzani avesse letto questi libri, voi che potete, fatelo.
 

MarcoS

New member
Al momento mi son fermato a Canton,optando per lidi russo-nipponici,ma sicuramente riprenderò la saga dell'Ibis con il terzo libro di questo valido,colto autore.Nonostante la lettura del primo libro,preferisco recensire dapprima il secondo in quanto ho idee più fresche e soprattutto l'ho apprezzato maggiormente.Eh si,perchè quando si parla di atmosfere orientali e specificamente di Cina,sud-est asiatico e Giappone,perdo il "piglio" obiettivo del lettore,adorando tutto ciò che riguardi queste terre tanto lontane.
Il primo libro è in salsa curry,prende origine dalla patria dell'autore stesso,dandoci descrizioni dettagliate di tradizioni,culti ma anche delle diverse lingue parlate da un popolo tanto unito quanto eterogeneo.Il secondo si presenta come il continuo del precendente,ma ho letto in un'intervista che l'autore stesso lo ha concepito come un romanzo autonomo.In ogni caso consiglio di leggere anche il primo,in modo tale da comprendere i vari personaggi,il loro modo di agire e di pensare.Il tutto è ambientato principalmente a Canton,nel periodo precedente la prima guerra dell'oppio scatenata dalla crescente penetrazione commerciale britannica(e non solo) nel mercato cinese.Il pomo della discordia è,come ben si può capire dal titolo, l'oppio: panacea per le casse britanniche,male assoluto per l'impero cinese.Il romanzo non è particolarmente dinamico,gioca molto su scambi epistolari,sulla descrizione del medesimo evento da parte dei diversi personaggi,ognuno sostenitore di un partito diverso.
Ho apprezzato la ricerca,l'erudizione tangibile dello scrittore il quale arricchisce il romanzo di numero aneddoti,personaggi storici,rendendo il tutto molto veritiero e interessante.Assistiamo ad un viaggio che passa per lo stretto di Malacca accennando al lento ma inesorabile declino di questo porto(Malacca)a favore di un'emergente quanto sconosciuta Singapore,fino a giungere a Macao,Hong Kong e alle isole situate di fronte al Bocca Tigris.Infine Canton,protagonista assoluto di questo romanzo con le 13 hong,spazio vitale per gli scambi commerciali,"un'enclave" che sfugge alle leggi della città cinese,sostenuta dagli interessi dei ricchi commercianti europei,indiani e anche cinesi.In tutto ciò Ghosh sciorina il suo sapere immenso toccando elementi di botanica,di storia e di arte.Così vengono nominati personaggi come Commerçon(naturalista francese che scoprì il genere Bougainvillea),Napoleone(con tanto di descrizione del suo esilio a Sant'Elena,Jamestown e Longwood House),George Chinnery(pittore che si stanziò tra Canton,Macao e Hong Kong riscuotendo successo in Asia) e Lam Qua(pittore cantonese che ebbe successo presso gli occidentali) e tanti altri che sicuramente avrò dimenticato..In ogni caso,all'interno di questa disputa che contrappone le logiche del libero mercato della Compagnia inglese delle Indie Orientali alle richieste ragionevoli dell'Impero cinese,lo scrittore si schiera a favore dei mandarini e,in generale,di coloro che subiscono il potere di un primordiale imperialismo europeo.
L'opera è valida,ricca e assume un punto di vista interessante e il più delle volte sconosciuto a noi occidentali.Consiglio vivamente il libro a chi vuole sognare culture lontane,sempre con una valida riflessione storica di quanto accaduto nel periodo antecedente le Guerre dell'Oppio
 
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