Nicoletti, Gianluca - Una notte ho sognato che mi parlavi

Spilla

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Un padre. Un figlio.
Una relazione che semplice non è mai.
Ma se il figlio è autistico, la relazione slitta verso dimensioni poco immaginabili e difficilmente esprimibili.

Perché la relazione tra un genitore e un figlio parte e si innerva sempre nella comunicazione. Comunicazione che, in questo caso, è la dimensione negata.

Nicoletti, noto giornalista radiotelevisivo, svela la sua realtà di genitore-privato-di-comunicazione. La sua non è un'analisi, nemmeno un racconto. E' un tentativo di dare voce ad una realtà poco nota, poco indagata, probabilmente rimossa dalla società. Con grande lucidità di linguaggio e grande confusione emotiva, alternando momenti di fiducia nel futuro a momenti di rabbia impotente, Nicoletti ci accompagna nella sua casa, lungo le strade che percorre con questo suo figlio gigante a fianco, attraverso i terrori, le ansie, le speranze che sono diventate la sostanza della sua vita.

Un libro da leggere, se si vuole capire. O, almeno, se ci si vuole provare.
 

Spilla

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Incollo dalla quarta di copertina:

Queste pagine narrano la storia quotidianamente e banalmente vera di Tommy, un simpatico e riccioluto adolescente autistico. E del suo straordinario rapporto con il padre, Gianluca Nicoletti.
Di un bambino che a tre anni era tanto buono e silenzioso – forse persino troppo – e di suo padre che, quando un neuropsichiatra sentenziò: «Suo figlio è attratto più dagli oggetti che dalle persone», non trovò tutto ciò affatto strano. (In fondo, era stato così anche per lui: aveva cominciato a parlare tardissimo e ora si guadagnava da vivere proprio parlando; quindi, prima o poi, pure Tommy avrebbe iniziato a farsi sentire.) In seguito, con l’arrivo dell’adolescenza, le cose in famiglia improvvisamente cambiarono: quel bambino taciturno diventa un gigante con i peli, forzuto, talvolta aggressivo, spesso incontrollabile, e Gianluca, chiamato in causa dalla moglie sconfortata, si scopre – suo malgrado – un genitore felicemente indispensabile.
«Il padre di un autistico di solito fugge. Quando non fugge, nel tempo lui e il figlio diventano gemelli inseparabili.
Tommy è la mia ombra silenziosa» scrive Nicoletti.
 
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