Gratteri, Nicola & Nicaso, Antonio - La malapianta

Spilla

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Cito da IBS:
Nicola Gratteri è uno dei magistrati più impegnati sul versante della lotta alla mafia. Quotidianamente conduce indagini, formula accuse nel tentativo di reprimere o, perlomeno, indebolire il potere di quella che è divenuta la più potente multinazionale del crimine: la 'ndrangheta. In questo libro, attraverso un dialogo vivace e avvincente con Antonio Nicaso, storico ed esperto della mafia calabrese, Gratteri offre una ricostruzione storica dell'organizzazione criminale, che trova radici già nel Settecento e che arriva fino ai giorni nostri. Il tutto raccontato nel rispetto di fonti storiche e documenti giudiziari, mediante una rigorosa rilettura di fascicoli depositati negli archivi delle procure di Locri e di Reggio Calabria. La ventennale attività di Gratteri, fatta di inchieste che vanno dalle indagini sulla Locride degli anni Ottanta a quelle sulla faida di San Luca e sulla strage di Duisburg del Ferragosto 2007, viene messa a disposizione dei lettori come chiave di comprensione, di denuncia e di giudizio sul fenomeno.
Il libro parte dalla triste constatazione che la mafia ormai più potente del mondo, che controlla quasi tutta la cocaina d'Europa, domini una delle regioni più povere d'Europa, la Calabria. Se la famiglia è il nocciolo duro, il «locale» è l'ente territoriale di governo della 'ndrangheta: un consorzio tra famiglie, cementato dal sangue, che si spartisce lo stesso ambito, un paese intero o il quartiere di una città. Nel 1991, per porre fine a una faida interna ai clan criminali durata sei anni, il territorio di Reggio Calabria e provincia venne diviso in tre «mandamenti». Oggi, tutti i «locali» sparsi per il mondo, fanno capo ai gruppi della Locride, soprattutto a quelli di San Luca, che costituisce una sorta di «camera di commercio delle 'ndrine» di Reggio, Crotone, Cosenza, Catanzaro e Vibo. è questa la malapianta che dà il nome al libro, che avanza con le sue ramificazioni, penetra nei territori italiani e, dopo aver colonizzato l'Europa, ora si allarga nelle Americhe e in Africa. Dalle miniere congolesi del coltan, minerale fondamentale per i telefonini di ultima generazione, alle infiltrazioni negli appalti dell'Expo di Milano 2015, la 'ndrangheta unisce armi e soldi, violenza e investimenti, ed è sempre un passo avanti agli investigatori.
Ma come combattere questa nuova Piovra? Con quali armi? Secondo Gratteri ci vogliono il carcere duro, la confisca dei beni, la riapertura dei penitenziari sulle isole di Pianosa, Gorgona, L'Asinara e Favignana, inspiegabilmente chiusi dopo le stragi di Palermo degli anni 90. Ci vuole anche l'impegno e la partecipazione della Calabria che non ci sta, quella di Francesco Fortugno, il vicepresidente regionale ucciso nel 2005, quella che la mafia delle 'ndrine vuole combatterla, rappresentata da uomini come l'autore di questo libro, Nicola Gratteri. Un procuratore duro, calabrese di Gerace che non ha mai voluto lasciare la sua terra ma che ogni giorno combatte questa guerra, con la sostanza delle cose e delle parole qui raccolte.


Volevo saperne di più e questo libro non mi ha deluso. Senza fronzoli narrativi delinea una realtà spaventosa: l'Italia intera è stritolata da questa "malapianta" che da sola ricava fatturati che superano di molto il PIL di alcune nazioni. Ho avuto conferma che la zona in cui abito, il sud-ovest milanese, è da decenni nelle mani di questo parassita, a cui si può tagliare un ramo o qualche tentacolo senza minimamente intaccarne le radici.

Una riflessione su tutte mi ha fatto rabbrividire: Escobar, il feroce leader del cartello della coca colombiana, per dimostrare al mondo il proprio potere ha dotato la zona che controllava di aeroporti avveniristici e ospedali efficienti: voleva essere ricordato come un benefattore. La 'Ndrangheta non mostra neppure una facciata di umanità, impoverisce le zone in cui si insedia, ne devasta il territorio, sparge attorno a sé solo desolata miseria.

Da leggere, perché riguarda tutti noi.
 
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MadLuke

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Credo andrebbe corretto il titolo del post: GratterI Nicola.

Ciao e grazie, MadLuke.
 

MadLuke

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Ci sono riferimenti anche all'Antichità, la Magna Grecia?
Te lo chiedo perché in un romanzo di Manfredi, "Il tiranno di Siracusa" si avanza l'ipotesi che il protagonista Dioniso appunto, fu infine ucciso da un'organizzazione segreta, quale punizione per non aver rispettato non ricordo quali patti, e che questa organizzazione (di cui non ricordo il nome) sia stata appunto alla radice di tutto.

Ciao e grazie, MadLuke.
 

Spilla

Well-known member
Grazie per avermi indicato il refuso, non l'avevo visto.

Non ricordo riferimenti all'antichità, ma l'ho letto un anno fa e potrei aver dimenticato. Magari più tardi controllo.
 
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