Von Trotta, Margarethe - Hannah Arendt

Monica

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Il film ripercorre gli anni della Arendt che vanno dal 1960 al 1964 e che la vedono come una donna appagata,tra suo marito,l'attività di scrittrice,l'insegnamento in una famosa università,la sua cerchia di amici intellettuali.Nel 1961 il servizio segreto Israeliano cattura Adolf Eichmann uno dei più feroci criminali nazisti,responsabile insieme ad altri della cosiddetta "soluzione finale"cioè della deportazione e dell'uccisione di 6 milioni di ebrei.
Hannah decide di assistere al processo,che si tiene a Gerusalemme,in qualità di reporter del New Yorker.Quello che la scrittrice si trova davanti ,rinchiuso in una gabbia di vetro è un piccolo,insignificante burocrate che ripete di essere stato solo un esecutore di ordini.

"Eichmann ist kein Mefisto" Eichmann non è un demonio!la voce di Barbara Sukova l'intensa protagonista del film,risuona davanti agli occhi stupiti dei suoi amici,immigrati tedeschi come lei,o americani come la scrittrice Mary Mc Carthy.Anche la comunità ebraica di tutto il mondo non riesce ad accettare questa tesi,esposta nei cinque articoli sul processo Eichmann. Più che da un intenzione malvagia e perversa,L'OLOCAUSTO E'NATO DALL'OBBEDIENZA INCONSAPEVOLE AD UN SISTEMA GERARCHICO al quale era difficilissimo resistere.
Accusata di antisemitismo ed insensibilità di fronte all'immenso dramma della Shoah la vicenda Eichmann conferma quello che lei aveva scritto e scriverà fino all'anno della sua morte:
IL MALE NON E' UN LUOGO INTERIORE ,METAFISICO,MA ESTERNO,SOCIALE,STRUTTURATO; NON ESISTONO BUONI O CATTIVI MA UNA ZONA GRIGIA DELLA COSCIENZA
CHE ACQUISTA A POCO A POCO SPAZIO E POTERE:ACQUISTANDO POTERE, PRODUCE VIOLENZA
Decisamente bel film con l'uso frequente di footage con immagini vere del processo.
 
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alessandra

Lunatic Mod
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Ti correggo i nomi! Hannah Arendt e Adolf Eichmann :wink:

PS bene... mi sa proprio che non posso non vederlo, visto quanto mi è piaciuto il libro!

Corretti :)
Questo film ha suscitato in me una serie di riflessioni, che in effetti si riconducono ad una sola: che significa, in realtà, questa frase "L'Olocausto è nato dall'obbedienza inconsapevole ad un sistema gerarchico al quale era difficilissimo resistere?"
Hannah Arendt considera Eichmann meno mostruoso per il fatto di essere solo un mediocre esecutore di ordini o è vero l'esatto contrario? Secondo lei, il fatto che Eichmann fosse tale sminuisce, in qualche modo, le sue azioni in quanto non frutto della sua volontà?
Perché "obbedienza inconsapevole"?
Per Hannah Arendt la "zona grigia della coscienza" esiste in tutti gli individui? Ossia, chiunque, secondo la sua teoria, potrebbe agire come Eichmann?
:OO
Non esistono buoni e cattivi
:? be', almeno Hitler sarà stato cattivo, visto che da lui è partita la mostruosità e la follia.
E ancora: è davvero così difficile resistere ad un sistema gerarchico perverso? Se ci si pensa, tutto ciò è spaventosamente inquietante, ma lo è altrettanto il pensiero che si possa non dico giustificare ma, in qualche modo, sminuire l'atrocità di certe intenzioni (non dei risultati, certo!).
Nonostante questa confusione, io ho guardato il film dal punto di vista di Hannah, poiché, dapprincipio, in me ha prevalso il pensiero che il suo intento fosse unicamente quello di sottolineare, appunto, "la banalità del male" e di mettere in guardia l'uomo contro di essa. Le perplessità sono venute dopo.


 

elisa

Motherator
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Prova superlativa della protagonista Barbara Sukova, il fulcro del film è la libertà di pensiero, pur scorretto, controcorrente, politically incorrect, Hannah Arendt è una donna che ha avuto il coraggio di andare controcorrente, accettare l'ostracismo di molti, l'allontanamento degli amici più cari, pur di ribadire il diritto di esporre il proprio pensiero da filosofa senza condizionamenti. Il film, pur nella sua costruzione poco propensa allo spettacolarismo, è appassionante.
 
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