HITCHENS CHRISTOPHER "DIO NON E' GRANDE"
"Probabilmente, la più nota citazione erronea dei tempi moderni - certamente la più nota su tale argomento - è che Marx abbia liquidato la religione come "oppio dei popoli". All'opposto, questo figlio di stirpe rabbinica prese la fede molto sul serio e scrisse quanto segue nel suo saggio Per la critica della filosofia del diritto di Hegel:
La miseria religiosa è insieme l'espressione della miseria reale e la protesta contro la miseria reale. La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, così come è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo.
Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigerne la felicità reale. L'esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l'esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni. La critica della religione, dunque, è, in germe, la critica della valle di lacrime, di cui la religione è l'aureola.
La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perchè l'uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi.
Dunque, la celebre citazione erronea non è tanto una "citazione erronea" quanto il rozzo tentativo di distorcere il processo filosofico contro la religione. Coloro che credono un ciò che preti, rabbini, e imam dicono circa i non credenti e come essi la pensano, andando avanti nel libro si imbatteranno in altre sorprese del genere. Cominceranno forse a diffidare di ciò che viene loro detto, o a non accettarlo "per fede", il che è per l'appunto il nodo da cui cominciare. (Dal testo citato in oggetto p.11).
E perchè non citare il carissimo LUCREZIO del De Rerum natura: "Tantum religio potuit suadere malorum"?