Donoghue, Emma - Stanza, letto, armadio, specchio

Brandy Alexander

New member
Room (2010)

Mamma e figlio sono costretti a vivere dentro una stanza.
Il bambino ci è nato nella stanza e non conosce nulla del mondo esterno.
Una volta a settimana un uomo porta il cibo e fa sesso con la donna, mentre il bimbo è chiuso nell'armadio.
La fantasia della madre le permette di crescere suo figlio in una situazione altrimenti insostenibile.


E' un horror a suo modo.
Non eccezionale, ma l'idea di base ottima, le trovate originali e la sua scorrevolezza lo hanno reso un bestseller internazionale.
 

Valuzza Baguette

New member
Jack ha 5 anni,e vive nella stanza,conosce solo la stanza,letto,armadio,cassettone,vasca ecc conosce solo le cose che può toccare,questo è tutto il suo mondo,tutto quello che conosce,tutto quello in cui crede eè racchiuso in questa stanza.
Jack conosce solo un altra persona,la sua mamma,che chiama Ma',lei ha 27 anni,ed è stata rapita a 19 anni e portata in questa stanza,in un capanno e ha subito e subisce tuttora violenze fisiche e psicologiche,Jack è biologicamente figlio dell'uomo che l'ha rapita,che loro chiamano Old Nick,ma in realtà è figlio di Ma',che lo protegge e inventa giochi per lui,con molta fantasia lei riesce a traformare tutto in un gioco,e cosi i gusci delle uova diventano un lungo serpente e i rotoli della carta igenica un fortino con cui Jack può giocare e anche la stanza,squallida e minuscola è un intero mondo per Jack,e solo la sera il bimbo si deve nascondere nell 'amadio,perchè arriva lui,il mostro,dal quale la madre lo protegge,arriva per abusare della sua mamma,anche se Jack è troppo piccolo per capirlo,fino a quando Old Nick arrabbiato toglie loro anche il riscaldamento e Ma' decide che è il momento,devono scappare,deve proteggere Jack,deve riuscire a salvare almeno lui.
Un romanzo toccante,che commuove,ben scritto e scorrevole,difficile da abbandonare ti costringe a leggerlo tutto d'un fiato.
I personaggi sono veramente "umani",impossibile non provare empatia per questa ragazza,di cui non scopriremo neppure il nome,ma che riesce ad amare in maniera immensa il suo bambino,frutto di un esperienza dolorosa e reiteratamente continuata nel tempo.
L'ho trovato davvero molto bello,devo dire che ho visto anche il film e merita.
 

qweedy

Well-known member
Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. Di notte Ma' chiude al sicuro nel Guardaroba, e spera che lui dorma quando il Vecchio Nick va a fare loro visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni. Grazie alla determinazione, all'ingegnosità, e al suo intenso amore, Ma' ha creato per Jack una possibilità di vita. Però sa che questo non è abbastanza, né per lei né per lui. Escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di Jack e su una buona dose di fortuna, ma non sa quanto potrà essere difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori... Il romanzo che ha ispirato il film "Room".

E' un romanzo che si legge d'un fiato, sconvolgente, raccontato attraverso gli occhi innocenti del bambino, per il quale la Stanza rappresenta il suo mondo, e il Fuori non esiste.
Il rapporto madre figlio è simbiotico, e per Jack, che ignora che al di là delle sue quattro mura esiste un mondo vastissimo, vivere nella Stanza non è una sofferenza: è il mondo là fuori che lo terrorizza letteralmente, quando finalmente scopre che ne esiste uno.

Credo che la scelta di Emma Donoghue di far interamente raccontare questa vicenda claustrofobica a un bimbo di cinque anni abbia prodotto un risultato sorprendente, da un lato, ma anche un po' superficiale dall'altro: il linguaggio e i ragionamenti di un bimbo di 5 anni non possono essere sufficienti a rendere una situazione così complessa, la sofferenza della madre arriva solo a tratti.


"Abbiamo migliaia di cose da fare ogni mattina, per esempio dare una tazza d’acqua a Pianta dentro Lavandino, per non bagnare in giro, e poi dobbiamo rimetterla sopra Cassettone sul suo piattino. Pianta viveva sopra Tavolo, ma la faccia gialla di Dio le ha bruciato una foglia. Quella foglia è caduta, ma ne sono rimaste nove, grandi come la mia mano e tutte pelose, come un cane, dice Ma’. Però i cani ci sono solo in Tv. Non mi piace il numero nove. Trovo una fogliolina che sta spuntando, e allora il totale fa dieci."


“Noi non apparteniamo a lui”.
“Giusto.”
Il dottor Clay sorride. “Sai a chi appartieni, Jack?”
“Sì-ì.”
“A te stesso.”
"Si sbaglia, io appartengo a Ma'."
 

Spilla

Well-known member
Ho trovato questo libro bellissimo, e se qualche pecca rimane (specie nel finale), la si perdona all'autrice, perché il tentativo di filtrare la realtà attraverso lo sguardo ed i pensieri di un bambino di 5 anni è complesso e coraggioso (e qui piuttosto riuscito, a mio parere).
Il dramma dell'essere "fuori" è trattato in modo troppo sbrigativo, ma ciò non toglie che il libro faccia riflettere su vari temi, tutti difficili.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Quella di Jack e Ma' è una storia tenerissima e dolorosa: è la storia di una ragazza di diciannove anni costretta, dalla follia e dalla brama di uno sconosciuto, a sopravvivere in una stanza di dodici metri, un ex capanno per gli attrezzi trasformato in prigione. È la storia di un bambino, suo figlio, nato e cresciuto lì con lei, vedendo la luce solo da un lucernario, nascondendosi nell'armadio quando quell'uomo veniva, guardando il mondo attraverso la Tv, con la convinzione che ciò che vedeva era solo fantasia; senza sapere che esiste un mondo fuori, a cui sua madre è stata costretta a rinunciare. E per Jack tutto questo non è un sacrificio: lui non sa che esiste altro, quindi per lui è la normalità. Ma quando compie cinque anni, la sua Ma' gli spiega che alcune delle cose che vede in Tv in realtà sono vere, vere come lui e lei, che esiste un "fuori" pieno di milioni di cose oltre quella stanza. E piano piano la donna, in preda a una disperazione crescente, prende il coraggio a due mani e organizza la fuga. Una fuga rischiosa, un salto nel buio… ce la faranno a fuggire? Se sì, cosa ci sarà al di là della porta blindata? Se no, cosa accadrà loro?
Un romanzo di una semplicità espressiva disarmante, proprio come la voce del bambino che ci racconta la storia; un racconto che destabilizza e scuote le coscenze. Ed è inutile chiedersi se davvero esistono ancora certi criminali e se davvero certe storie possano essere vere. La risposta, purtroppo, è sì ad entrambe le domande. Un libro da leggere, assolutamente consigliato.
 
Alto