Van Sant, Gus - L'amore che resta

Brandy Alexander

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Premetto che ho postato il titolo originale perché neanche sotto tortura avrei scritto il titolo italiano (tradurre Restless come "L'amore che resta" è qualcosa di assurdo)

Enoch è un ragazzo adolescente con problemi familiari. Uniche sue fonti di sollievo sono l'amico Hiroshi, e partecipare ai funerali di defunti sconosciuti.
In uno di questi funerali conosce Annabel, e i due iniziano a trascorrere tempo insieme, continuando a frequentare cerimonie funebri...

Film del 2011, ambientato ai giorni nostri, ma si respira un'atmosfera gotica ed antica.
I vestiti e le ambientazioni ce lo ricordano ad ogni inquadratura (il parco, le lapidi, la casa di Enoch, Hiroshi il kamikaze, i cappelli di Annabel e gli abiti funebri di Enoch ci riportano inevitabilmente indietro nel tempo).
I due protagonisti sono legati alla morte, nel passato nel presente e nel prossimo futuro. Insieme affrontano la morte stessa con indifferenza e senso dell'umorismo, fin quando gli è possibile.
I due attori sono straordinari. Enoch è interpretato da Henry Hopper (figlio del grande Dennis Hopper) ed Annabel dalla bravissima e promettente Mia Wasikowska. Van Sant è un regista abituato a lavorare con attori giovani e non professionisti, e sa come trarre il meglio da loro (basti pensare a Elephant, o Paranoid park, ques'ultimo, insieme a Restless, fra i suoi film più sottovalutati).
La colonna sonora è fantastica, Two of us dei Beatles, diversi pezzi scritti da Danny Elfman insieme al regista stesso, la nostalgica Je ne veux pas travailler, e la bellissima ed "Elliot Smithiana" Wolverine di Sufjan Stevens.
 
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elisa

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Premetto che ho postato il titolo originale perché neanche sotto tortura avrei scritto il titolo italiano (tradurre Restless come "L'amore che resta" è qualcosa di assurdo)


sono d'accordo ma per motivi di ricerca ho messo il titolo italiano :)
 
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elisa

Motherator
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Film delicato, pieno di pudore nel raccontare la morte con tutte le emozioni che si porta addosso. Forse un po' troppo "romantico" in certi passaggi, eccessivamente consolatorio. Un modo per rendere la morte più accettabile, anche se nella realtà purtroppo non è tutto così roseo.
 
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