"Nello studio uso soprattutto delle vecchie e grandi casse della Jbl di tipo Back Loaded Horn − sono piuttosto antiquate, lo ammetto − e a pensarci bene sono già venticinque anni che la musica jazz per me ha il loro timbro. Di conseguenza, bene o male che sia, ormai non riesco a immaginarla con un suono diverso: il mio corpo si è completamente assuefatto alla loro vibrazione. Mi rendo conto che al mondo ci sono tanti modi migliori di ascoltare il jazz, ma io preferisco farlo così, rannicchiato come una talpa in questa confortevole tana." - H. Murakami
Diciamo subito che il Murakami che scrive di Jazz è un Murakami splendido.
Il libro si snoda in brevi capitoletti di due pagine in cui ispirandosi ai quadri dell'artista Makoto Wada parla di artisti jazz e dei loro album. La passione che vi traspare è evidente e coinvolgente e i capitoletti avanzano per pennellate leggere o meglio per brevi improvvisazioni che poi cambiano direzione all'improvviso un po' come avviene nel jazz.
Si parla di Miles Davis, ma anche di artisti meno conosciuti come Herbie Mann e ognuno dei ritratti ha il fascino di un bar oscuro e polveroso, un bicchiere di wiskhy sul tavolo e un magico sax che suona sul palco.
Per appassionati di jazz o anche solo per appassionati di Murakami..
Diciamo subito che il Murakami che scrive di Jazz è un Murakami splendido.
Il libro si snoda in brevi capitoletti di due pagine in cui ispirandosi ai quadri dell'artista Makoto Wada parla di artisti jazz e dei loro album. La passione che vi traspare è evidente e coinvolgente e i capitoletti avanzano per pennellate leggere o meglio per brevi improvvisazioni che poi cambiano direzione all'improvviso un po' come avviene nel jazz.
Si parla di Miles Davis, ma anche di artisti meno conosciuti come Herbie Mann e ognuno dei ritratti ha il fascino di un bar oscuro e polveroso, un bicchiere di wiskhy sul tavolo e un magico sax che suona sul palco.
Per appassionati di jazz o anche solo per appassionati di Murakami..