Saramago, Josè - Viaggio in Portogallo

velmez

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"Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all'interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto... Prenda il lettore le pagine che seguono come sfida e invito. Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d'uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio." Una "guida" anomala che va oltre la geografia di un paese amato, per addentrarsi nella psicologia di un popolo. Un invito a perdersi, più che a trovare la strada.

ho apprezzato molto lo stile di Saramago in questo romanzo, la sua tranquillità del viaggiare il suo occhio attento il ritmo cadenzato... avrei preferito leggere più di persone che non di chiese e azulejos sempre presenti... però è stato un buon compagno di viaggio (visto che mi trovavop a Lisbona e Porto durante la lettura). E poi ho apprezzato molto la conclusione (niente spoiler tranquilli...):

Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Ricordo di aver letto anni fa di ritorno dal Portogallo, mi era piaciuto soprattutto quando raccontava di cose che avevo visto, però, come dici tu, avevo trovato noioso l'eccesso di descrizioni delle chiese, per ovvie ragioni un po' ripetitive.
 
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