Barbour, Julian - La fine del tempo

Enriquez

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Recensione dell'editore:
Con La fine del tempo Barbour mostra le prove della non-esistenza del tempo, spiegando la costituzione di un universo atemporale e mostrandoci come nonostante ciò noi continuiamo a percepire il mondo come se il tempo esistesse. È un libro che colpisce al cuore la fisica moderna, sollevando dubbi sul piú importante contributo di Einstein - il continuum dello spaziotempo -, ma che indica anche la soluzione di uno dei piú grandi paradossi della scienza contemporanea: la distanza apparentemente incolmabile tra fisica classica e fisica quantistica. L'unificazione della relatività generale einsteiniana con la meccanica quantistica porterebbe alle conclusioni indicate in questo libro. Il tempo cesserebbe di avere un suo ruolo come fondamento della fisica.
La tesi viene espressa in maniera chiara, chiamando in causa i filosofi antichi, come Eraclito e Parmenide, i giganti della scienza, come Galileo, Newton ed Einstein, e giungendo ai lavori dei piú noti fisici contemporanei, come John Wheeler, Roger Penrose e Steven Hawking. Durante il cammino l'autore ci fa scoprire alcuni dei piú incredibili misteri dell'universo e propone idee affascinanti sui molti mondi, il viaggio nel tempo, l'immortalità e, soprattutto, l'illusione del movimento.
Capovolgendo la nostra comprensione della realtà, La fine del tempo rappresenta un libro rivoluzionario, scritto in maniera mirabile.

Il mio commento:

“L’ idea degli universi paralleli, alla quale fa seguito L'interpretazione a molti mondi , MWI, dall'inglese Many Worlds Interpretation, nata per dare una spiegazione ai significati della meccanica quantistica ,vede la luce nel 1957 ad opera del fisico Hugh Everett. Fino a qualche tempo fa, e per certi aspetti ancora oggi, era bollata come "troppo assurda per essere vera".
Queste sono le affermazioni di Giulian Barbour autore di “La fine del tempo edito da Einaudi nella sua intervista, concessa al Corriere della sera. A precederla è un articolo comparso su Focus. La frontiera sulla quale Giulian Barbour si muove tocca profondamente uno dei concetti più radicati della nostra esperienza: il trascorrere del tempo. Un libro che ha il merito di aprire nuovi orizzonti sulla base di conoscenze e filosofie note anche al grande pubblico.
 
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