A Mosca vive Vladimir, sassofonista in un Circo, che durante una tournée a New York chiede asilo politico perché sogna una vita diversa.
Siamo in piena Guerra fredda ed il regista vuole rappresentare le differenze di vita tra i due paesi, piuttosto stereotipato e condizionato da una visione forse un pò semplicistica delle differenze tra i due paesi, rimane comunque un tentativo di parlare della dittatura sovietica in forma di commedia e raccontarla ad una America che dovrebbe aprirsi all'accoglienza dei dissidenti politici ma anche degli ebrei che volevano emigrare in Israele o di semplici cittadini che desideravano più libertà ma soprattutto di far parte di quel sogno americano dove tutto è possibile. Mazursky e Williams sono morti tutti e due recentemente, rimane comunque un'opera da prendere in considerazione, anche se non del tutto riuscita.
Siamo in piena Guerra fredda ed il regista vuole rappresentare le differenze di vita tra i due paesi, piuttosto stereotipato e condizionato da una visione forse un pò semplicistica delle differenze tra i due paesi, rimane comunque un tentativo di parlare della dittatura sovietica in forma di commedia e raccontarla ad una America che dovrebbe aprirsi all'accoglienza dei dissidenti politici ma anche degli ebrei che volevano emigrare in Israele o di semplici cittadini che desideravano più libertà ma soprattutto di far parte di quel sogno americano dove tutto è possibile. Mazursky e Williams sono morti tutti e due recentemente, rimane comunque un'opera da prendere in considerazione, anche se non del tutto riuscita.