Vailland, Roger - Colpi pericolosi

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Pensatore silenzioso 😂
Note sull'autore
Nato nel 1907 a Acy-en-Multien, Oise, Roger Vailland si è affermato romanziere con un ciclo resistenziale e post resistenziale iniziato con “Drôle de jeu” (Uno strano gioco), portando poi a termine un altro ciclo di romanzi, d'ambiente italiano, iniziato con “La Loi” (La legge): uno dei suoi romanzi più significativi da cui è stato tratto un film con Marcello Mastroianni e Gina Lollobrigida. Il film è ambientato a Porto Manacore, un'immaginaria località del Gargano (tranne che nell'edizione italiana, nella quale risulta ambientato in Corsica). Le riprese si sono svolte in particolare nel Gargano: precisamente a Carpino, mentre alcune scene sono state riprese a Rodi Garganico, Peschici e San Menaio.
Teorico del libertinaggio e acuto saggista, ha scritto romanzi o molto impegnati, come quelli composti nel quinquennio 1950-55 - 325.000 francs (trad. it., Torino 1950; Milano 1966), Bon pied, bon oeil, Un jeune homme seul, Beau masque (trad. it. Pierrette, Roma 1956) - all'insegna dell'ideologia marxista, o assolutamente disimpegnati, come Les mauvais coups (1948; trad. it. Colpi pericolosi, Torino 1960), che è il suo capolavoro.

Quarta di copertina (aggiornata ai nostri giorni)
Una coppia di coniugi, Milan e Roberte, prolungano le loro vacanze in un villaggio della Giura. La maestrina Hélène entra in confidenza con questa coppia dalle personalità troppo forti, una confidenza che per un “cuore semplice” non può non essere pericolosa. È un gioco di rapporti scottanti e di passioni fredde come il ghiaccio, che prende forma tra loro.
Alla fine degli anni '50, Roger Vailland si è confermato come una delle presenze più vive della letteratura francese, e non solo per la sua arte di narrare, ma per lo slancio etico e vitale, l'impegno volontaristico nelle passioni individuali e nella partecipazione alla vita della società che fanno di lui l'erede della tradizione dei “libertins”. Questo libro, che in Francia ha visto luce in forma quasi privata nel 1948, è stato ripubblicato nel 1959 in Francia e nel 1960 in Italia, dopo che la fama dell'autore de “La Loi” si è notevolmente accresciuta, come il romanzo che di Vailland che “fa più Vailland”, il vero breviario del suo ideale “Homme de qualité”

Plot
Una coppia in vacanza conosce la maestrina del paese, non ancora ventenne. Una sera la invitano da loro per consigliarle e prestarle qualche libro e così lei incomincia occasionalmente a frequentarli lasciandosi affascinare dalla vita spensierata di quei due folli coniugi, un po' artisti squattrinati, semi alcolizzati che passano il loro tempo sempre come se gliene restasse poco; sperperano i loro risparmi al gioco e la coinvolgono così in tutte le loro attività e comportamenti forse troppo spontanei per una giovane ragazza di campagna.

SPOILER
Malgrado il disappunto del suo fidanzato ella si lascia in un certo senso contagiare da quel comportamento un po' anticonformista e incauto entrando suo malgrado in un vortice dal quale ne esce invaghita o peggio di Milan. Quando alla fine del romanzo la maestrina si dichiara, ormai innamorata dell'”artista” all'equinozio dei suoi quarant'anni, questi le scrive una lunga lettera cercando di farle capire l'impossibilità di un eventuale inizio di un rapporto che dovrebbe obbligatoriamente escludere la moglie Roberte, confessandole però che il loro matrimonio da un po' ormai si sta trascinando. Ma benché disamorati l'uno dell'altra, il legame tra di loro escluderà comunque e per sempre un terzo incomodo. Il fascino di cui lei è stata succube, causato da tutta quella varietà di nuove situazioni, poggia su un'impostura. Dopo averle spiegato tutte le sottili, complesse e varie ragioni per cui non potrà mai lasciare Roberte, Milan nascose la lettera in mezzo a un volume delle “Mille e una Notte”, promettendosi di recapitargliela la mattina dopo.
Lascio a chi vorrà leggere il romanzo e che si è spinto fino a qui, in questo mio post, di scoprire la fine della storia.
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I edizione italiana del romanzo con la bella raffigurazione di Interno d'estate di Henri Matisse (Einaudi 1960)
 
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