Giovanni Paolo II - Fides et ratio

Spilla

Well-known member
Da CulturaCattolica.it:
La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. E' Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso...

Ogni tanto leggo i documenti ufficiali della Chiesa. Confesso di capire però poco, pochissimo, perciò mi è estremamente difficile fornire una qualche "recensione" al testo.
Si parla del rapporto tra fede e ragione, ovviamente, ma ancor di più di quale debba essere l'apporto della filosofia allo sviluppo del pensiero umano. Si parla di una assoluta autonomia della filosofia ma anche di una necessaria "subordinazione" di quest'ultima ai contenuti della rivelazione.
Mi fermo, rischi di scrivere qualcosa di scorretto o di "emotivo", che avrebbe poco senso.
Spero che qualcuno possa fornire lumi maggiori :boh:
 

MadLuke

New member
Non ho letto l'enciclica, ma un poco di familiarità col tema ce l'ho.
Per quanto riguarda specificatamente il rapporto con la filosofia cui hai accennato, potrebbe esserci scritto che la filosofia è assolutamente uno strumento indispensabile per approfondire la natura dell'uomo, ed essa da sola sa formulare quei quesiti fondamentali che sono le domande della storia dell'umanità. La filosofia in completa autonomia sa anche fornire delle ipotesi di risposta, più o meno ragionevoli o credibili... Ma qui si ferma.
La filosofia da sola non è in grado di fornire alcuna risposta sulla quale l'uomo possa fondare la sua certezza del senso di vivere. Manca della capacità di garantire a qualunque uomo la certezza di un "destino buono", per il quale possa gioire nel profondo di ogni lieta circostanza che la vita gli offre e affrontare con una serenità che sia almeno strutturale, se non anche esteriore, le avversità.
E qui appunto arriva la religione, quella cristiana in particolare, che per mezzo del figlio di dio ci informa che la vita è buona, che Dio ci ama, e per noi ha preparato un Regno che ci accolga. E per quanto un coraggioso uso della ragione possa aiutarti a riconoscere le anticipazioni di questo destino amorevole, non c'è ragione, e neanche filosofia, che possa dartene ragione materiale di questa certezza. Occorre invece un salto nel vuoto, che è il salto della fede.
Nella speranza di non aver scritto boiate, ti saluto, MadLuke.
 

maclaus

New member
Il problema centrale dell’enciclica è la questione della verità e degli interrogativi che ci assillano fin dalla nascita: “chi sono?”, “da dove vengo?”, “qual è il senso della morte?” “che cosa ci sarà dopo la morte?” e il messaggio che Giovanni Paolo II con la Fides et ratio ha voluto divulgare è che l’uomo, essendo per sua natura “filosofo”, nel senso che si pone da sempre domande circa la sua essenza, indirizza la sua vita verso la ricerca della verità.
L’enciclica, in pratica, afferma che la Fede e la Ragione possono camminare insieme per aiutare l’uomo nella sua ricerca di verità, che è poi la ricerca di una dimensione spirituale che ci possa far comprendere appieno l’opera di Dio nella nostra esistenza.
Anche la scienza deve partecipare al cammino umano verso la verità, percependo, sebbene entro i limiti consentiti dal suo metodo, i riflessi della presenza del Soprannaturale per mezzo del quale tutte le cose sono state create.
Tale cammino della scienza legata alla Fede rappresenta una importante controtendenza nei confronti del relativismo e dell’indifferenza dei nostri tempi moderni: secondo il Santo Padre la natura, la quale è fonte di bellezza, è degna di essere studiata per arrivare a stabilire la fonte della verità che è Dio Creatore.
La scienza invece, che non deve andare contro la Fede, è espressione della dignità della persona: non è un’impresa impersonale e non deve essere un freddo studio delle cose…
La conoscenza scientifica è un valore in sé, meritevole di essere partecipato e trasmesso a tutta l’umanità. Essa interessa anche il mondo dello spirito, ai cui valori anche la scienza può educare, restando così aperta verso il trascendente.
La scienza contiene grandi meriti per il raggiungimento del bene comune e per lo sviluppo dei popoli. Lo scienziato, proprio perché “sa di più, deve servire di più”.
Per questo l’attività delle scienze e il sapere scientifico sono anch’essi fonte di un vero umanesimo, che possiamo chiamare umanesimo scientifico.
Sulla strada dell’umanesimo scientifico, tracciata dal servizio alla verità, il rapporto fra fede e ragione non può che trovare un terreno di sviluppo nella storia dell’uomo.
Se la ragione umana desidera conoscere la verità, se l’uomo è creato per la verità, l’annuncio cristiano fa appello a questa apertura della ragione, per entrare nel cuore dell’uomo.
Non ci può essere quindi nessuna contrapposizione, né separazione tra la fede cristiana e la ragione umana, perché entrambe, pur nella loro distinzione, sono unite dalla verità: tutt’e due svolgono un ruolo al servizio della verità e trovano in essa il loro fondamento originario.
La fede protegge la ragione, perché ha bisogno di un uomo che si interroghi e che si dia delle risposte: le domande non sono un ostacolo alla fede, bensì un bisogno di verità, di amore.
Lo scopo principale della Fides et ratio è quindi quello di affermare che tra pensiero filosofico e fede cristiana esiste una fondamentale armonia.
Ma il motivo di fondo per il quale la filosofia e la fede cristiana sono destinate ad entrare in reciproca comunicazione risiede nel loro comune richiamarsi alla verità, la quale in ultima analisi è unitaria e universale.
Filosofia e fede cristiana coincidono nella loro pretesa di verità: entrambe intendono dire come stanno veramente le cose. Pur restando ferma la differenza di principio conoscitivo e di oggetto sopra menzionata, l’universalità e l’unità della verità le mettono necessariamente l’una in contatto con l’altra.
Fede e ragione, incontrandosi, conducono l'uomo alla pienezza della verità.
 
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