POSSIBILI SPOILER
Il film racconta trent’anni di storia italiana dal punto di vista di un uomo comune. Ernesto/Elio Germano, dopo un’infanzia piuttosto dura trascorsa con un padre autoritario e una madre succube, si troverà ad affrontare le gioie, i dolori, le difficoltà della vita adulta: l’amore, il matrimonio, i figli, il mondo del lavoro e dei problemi sociali. Intanto la televisione, fedele compagna, comunica gli eventi del Paese, dall’assassinio di Moro alla vittoria dei mondiali nell’82, all’avvento di Berlusconi.
Alcune pecche di un certo tipo di film italiani recenti (e anche di questo), secondo me, sono rappresentate dalla mancanza di originalità e dall'atmosfera cupa e monotona, quasi da film per la TV. Questo film però non vuole essere originale, ma raccontarci con il massimo realismo possibile la vita di uno di noi, di un italiano qualunque: "l'ultima ruota del carro", appunto. E, secondo me, ci riesce bene, perché la storia è narrata con garbo e sensibilità, con l'aiuto della bravura dell'unico vero protagonista, Elio Germano. Alessandra Mastronardi non mi piace, ho sempre la sensazione di vedere una Cesarona , forse è un mio limite. Ricky Memphis mi è sembrato perfetto per la sua parte.
Ci sono alcuni stereotipi, come il fatto che in Italia ad andare avanti spesso sono i furbi e i disonesti, ma non è una bugia :boh:
La scena finale in mezzo alla spazzatura mi è sembrata azzeccatissima, l'immagine di quest'uomo che è e resterà (da un certo punto di vista, non proprio condivisibile) "l'ultima ruota del carro", che non vincerà mai un centesimo alla lotteria, ma che possiede ciò che è importante per vivere bene. Certo, concetto banale, ma a mio parere ben rappresentato.
Promosso (non dico a pieni voti, ma più che sufficiente) anche per i riferimenti storici brevissimi ma efficaci, forse anche per il modo diretto di essere sempre accompagnati dalla televisione.
Il film racconta trent’anni di storia italiana dal punto di vista di un uomo comune. Ernesto/Elio Germano, dopo un’infanzia piuttosto dura trascorsa con un padre autoritario e una madre succube, si troverà ad affrontare le gioie, i dolori, le difficoltà della vita adulta: l’amore, il matrimonio, i figli, il mondo del lavoro e dei problemi sociali. Intanto la televisione, fedele compagna, comunica gli eventi del Paese, dall’assassinio di Moro alla vittoria dei mondiali nell’82, all’avvento di Berlusconi.
Alcune pecche di un certo tipo di film italiani recenti (e anche di questo), secondo me, sono rappresentate dalla mancanza di originalità e dall'atmosfera cupa e monotona, quasi da film per la TV. Questo film però non vuole essere originale, ma raccontarci con il massimo realismo possibile la vita di uno di noi, di un italiano qualunque: "l'ultima ruota del carro", appunto. E, secondo me, ci riesce bene, perché la storia è narrata con garbo e sensibilità, con l'aiuto della bravura dell'unico vero protagonista, Elio Germano. Alessandra Mastronardi non mi piace, ho sempre la sensazione di vedere una Cesarona , forse è un mio limite. Ricky Memphis mi è sembrato perfetto per la sua parte.
Ci sono alcuni stereotipi, come il fatto che in Italia ad andare avanti spesso sono i furbi e i disonesti, ma non è una bugia :boh:
La scena finale in mezzo alla spazzatura mi è sembrata azzeccatissima, l'immagine di quest'uomo che è e resterà (da un certo punto di vista, non proprio condivisibile) "l'ultima ruota del carro", che non vincerà mai un centesimo alla lotteria, ma che possiede ciò che è importante per vivere bene. Certo, concetto banale, ma a mio parere ben rappresentato.
Promosso (non dico a pieni voti, ma più che sufficiente) anche per i riferimenti storici brevissimi ma efficaci, forse anche per il modo diretto di essere sempre accompagnati dalla televisione.