Ho appena terminato di leggere questa, ponderosa, opera (quasi 600 pagine). Premetto che sono un ammiratore di questo scrittore di origine peruviana. Il primo libro che ho letto di questo autore, il magnifico, almeno per me, "la festa del caprone", mi ha quasi "obbligato" ha leggere altri suoi libri, e devo dire di non essere mai rimasto deluso. Questa è la storia di un conflitto tra una comunità di poveri, diseredati, infelici, ex briganti, libertini ecc..ecc... uniti dalla parola di un "santo" che li fa vivere in piena libertà, dove tutto è in comune e dove è abolita la proprietà ed ogni riconoscimento della pubblica autorità. In questo modo la comunità raggiunge la pace e felicità terrena e soprattutto si garantisce l'immortalità e le felicità eterna!!! Questo naturalmente non può essere tollerato dall'autorità civile brasiliana e di qui il conflitto feroce, senza esclusione di colpi, una propria guerra, con avversari dai mezzi sproporzionati ma dall'esito non scontato. Questo alla fine del secolo scorso. Viene quindi descritta la società del tempo con vizi che sono ancora attuali (le varie parti politiche che cercano di tratte i massimi vantaggi personali da un conflitto combattuto invece da molti idealisti). Ci sono molti personaggi che restano nella memoria del lettore e forse un'eccessiva descrizione (quasi un giornale quotidiano) dell'ultima fase della guerra. Un opera comunque di valore, che merita di essere conosciuta, e che conferma lo spessore di questo autore.