bouvard
Well-known member
Per chi si è “innamorato” di Zweig questo è un altro gioiellino da leggere.
La storia è molto semplice, quasi banale, ma la maestria di Zweig nello scrivere fa sì che si resti incollati alle pagine, fino all’inaspettato epilogo finale.
Una donna tradisce il marito, non solo senza una valida ragione, ma verrebbe quasi da dire senza neppure una ragione, è lei stessa a capirlo quando analizza la situazione senza vie d’uscita in cui è andata ad impelagarsi. Nessuna passione travolgente, o irresistibile la lega al suo amante, inoltre suo marito non è né un uomo insensibile, né egoista. Allora cosa l’ha spinta tra le braccia di un altro uomo? Forse solo una specie di vanità, il semplice fatto di piacere ad un uomo considerato piacevole, intelligente.
La paura che Irene dovrà sperimentare e da cui si lascerà quasi sopraffare è quella del ricatto. Alla terza pagina scopriamo che il suo tremendo segreto non è affatto tale e inizia la spirale della paura, alimentata dalla vittima stessa con i suoi dubbi, con le mille domande, con le bugie che dovrà continuare a dire, con i sensi di colpa. Eppure una via d’uscita ci sarebbe, c’è sempre stata, ma è una via d’uscita che forse fa più paura della paura stessa…
Devo dire che se anche Irene non è esente da difetti, e anche se all'inizio appare superficiale o antipatica con la sua mentalità borghese, si finisce con il provare compassione per lei, tanto Zweig è bravo nel descrivere la sua spirale di paura...
Bello.
La storia è molto semplice, quasi banale, ma la maestria di Zweig nello scrivere fa sì che si resti incollati alle pagine, fino all’inaspettato epilogo finale.
Una donna tradisce il marito, non solo senza una valida ragione, ma verrebbe quasi da dire senza neppure una ragione, è lei stessa a capirlo quando analizza la situazione senza vie d’uscita in cui è andata ad impelagarsi. Nessuna passione travolgente, o irresistibile la lega al suo amante, inoltre suo marito non è né un uomo insensibile, né egoista. Allora cosa l’ha spinta tra le braccia di un altro uomo? Forse solo una specie di vanità, il semplice fatto di piacere ad un uomo considerato piacevole, intelligente.
La paura che Irene dovrà sperimentare e da cui si lascerà quasi sopraffare è quella del ricatto. Alla terza pagina scopriamo che il suo tremendo segreto non è affatto tale e inizia la spirale della paura, alimentata dalla vittima stessa con i suoi dubbi, con le mille domande, con le bugie che dovrà continuare a dire, con i sensi di colpa. Eppure una via d’uscita ci sarebbe, c’è sempre stata, ma è una via d’uscita che forse fa più paura della paura stessa…
Devo dire che se anche Irene non è esente da difetti, e anche se all'inizio appare superficiale o antipatica con la sua mentalità borghese, si finisce con il provare compassione per lei, tanto Zweig è bravo nel descrivere la sua spirale di paura...
Bello.