Niven, John - A volte ritorno

Fabio

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Membro dello Staff
Raramente faccio ed ho fatto regali a natale, quest'anno è il record ed oggetto del dono è stato questo libro (ho svaligiato le 5 copie della libreria).
Come sarebbe Gesù se tornasse nel nostro mondo in questo periodo?
Libro di una ironia favolosa, sconsigliato ai bigotti, vi darà una visione di Gesù che spero sia quasi completamente uguale all'attuale. Semplicemente lo descrive senza peli sulla lingua, ops, penna.

Libro eccellente.

Dopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini... Dio non è solo ultradepresso. Anche molto incazzato. L'unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio. - Sei sicuro sia una buona idea? - gli chiede Gesú. - Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta? - Ma Dio è irremovibile. Cosí Gesú Cristo piomba a New York, tra sballoni e drop out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.
 

Nik85+

New member
Libro molto simpatico, si presta per un regalo "natalizio".
La narrazione parte bene e risulta subito divertente, in seguito alcuni tratti diventano un po' lenti; bello ed efficace il messaggio che trasmette.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Al contrario di Fabio, consiglio proprio ai bigotti la lettura di questo bellissimo romanzo.

Inizialmente contrariato, leggendo di un Gesù sciroccato e apparentemente stupidotto, che non fa altro che ubriacarsi e farsi le canne, ho comunque proseguito la lettura. A poco a poco ho scoperto che ciò che mi dava fastidio non era il linguaggio di Niven. Irriverente, pungente ed estremo. Dio non ama i diversi, Dio ama i froci. Gesù non solo perdona chi commette atti impuri, ma lui stesso fa collezione di belle donne che gli danno solo piacere fisico. Gli apostoli dicono parolacce e fumano, e non solo normali sigarette. Ebbene non erano i modi di Niven a darmi fastidio, ma la mia stessa reazione di fronte a scene di questo tipo. Mi sono riscoperto bigotto per reazione.

Poi mi sono lasciato andare a Gesù, che tornato in terra a risolvere la situazione critica dei terrestri, si rivela tutto il contrario del superficialotto che credevo. Ho capito che Gesù è una persona semplice. E ho capito che semplice non significa superficiale.

Mosè andrebbe preso a pedate nel sedere, perché non ha capito che Dio gli aveva detto di tramandare un solo comandamento. “Fate i bravi”. Più semplice di così. Invece dalle manie di grandezza di Mosè è cominciato tutto il casino. Gli uomini hanno travisato il messaggio di Dio, complicandolo, rendendolo astratto e astruso. Guerre e torture. Violenze e devastazioni. E proprio gli amici di Dio, i poveri, gli emarginati e i ritardati sono tra coloro che ne pagano più le conseguenze.

Ai bigotti come me, consiglio di andare oltre il linguaggio sporco, brutto e cattivo, perché quel linguaggio siamo noi. Per questo ci dà fastidio.

Votato 4.
 

umbro

Member
A me piacque, l'unica cosa che ricordo mi convinse poco fu il finale, un po' troppo "veloce" secondo me, ma è sicuramente una lettura piacevole. E anche il successivo di Niven, dopo un inizio che mi aveva lasciato abbastanza "freddo", alla fine è un libro godibilissimo :wink:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
A me piacque, l'unica cosa che ricordo mi convinse poco fu il finale, un po' troppo "veloce" secondo me, ma è sicuramente una lettura piacevole. E anche il successivo di Niven, dopo un inizio che mi aveva lasciato abbastanza "freddo", alla fine è un libro godibilissimo :wink:

Sono d accordo sul finale. Niven rallenta e si fa poetico. Doveva dare di più in termini di lunghezza.
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Purtroppo concordo nel dire che il libro è molto interessante, soprattutto oggi soprattutto in questo periodo. Il mantra del protagonista "fate i bravi" è quanto mai come oggi la soluzione più potente e semplice per rimettere in ordine il mondo.
 

Meri

Viôt di viodi
Da cristiana mi ha fatto riflettere l'idea che aveva Dio dei cristiani, in particolare dei cattolici.

La dedica iniziale del libro la dice tutta:

Secondo voi quando Gesù tornerà sulla Terra avrà voglia di vedere una croce del c...? Andateci voi da Jackie Onassis con un ciondolo a forma di fucile...(Bill Hicks).
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
L'inizio è folgorante: un Dio anomalo, sconvolto da tutto ciò che è successo nel mondo dopo la sua lunga vacanza (dal Rinascimento ai giorni nostri), che beve, dice parolacce, ama gli avanzi di galera e i "froci" (li chiama così nel libro) e soprattutto se ne frega se la gente crede in Lui o meno, prende in giro il cattolicesimo fanatico e anche quello meno fanatico e così via. Il Figlio è buono come il pane, ma non certo iperattivo. Però suona benissimo la chitarra.
Nella seconda parte - quando Gesù viene rispedito sulla Terra e partecipa al talent - è ugualmente bello, esilarante, una critica ironica alla società e al mondo dei media e dei giochi di potere, ma secondo me non dà quanto promette all'inizio. Altrettanto vale per la terza parte, in cui la critica è invece rivolta a quella parte del potere che usa la violenza gratuitamente e senza preoccuparsi di controllare la veridicità delle notizie. Molto attuale, in effetti è un romanzo recente. Storie, purtroppo, ben note, che si ripetono.
Un messaggio importante sul vero significato della religione. Semplice ma, per la maggior parte delle persone, non scontato, efficace ed espresso in modo divertente. Si legge supervelocissimamente. Promosso a pieni voti.
 

Tanny

Well-known member
E' un libro molto leggero e piacevole da leggere, mi sento di promuoverlo a pieni voti, ci sono delle parti assolutamente esilaranti ed altre che fanno riflettere, soprattutto in merito a come certi "cattolici" sono molto bravissimi a predicare bene ma razzolare male; dato che sto leggendo la Bibbia trovare la figura di un Dio che fuma erba, si sbronza, gli sono simpatici gli omosessuali e se ne frega di essere adorato al posto del "dio degli eserciti" del vecchio testamento permaloso come un ape che si offende di continuo impartendo morte e distruzione, mi ha fatto letteralmente crepar dal ridere.
Il personaggio di Gesù è veramente geniale, uno "sballone" di prima categoria :mrgreen:
Voto 4/5
 

Grantenca

Well-known member
Geniale l’idea di questo scrittore. Dio vede che, sulla terra, le cose vanno sempre peggio e l’uomo sta distruggendo se stesso ed il pianeta. Pura realtà. Decide quindi di rimandare, a distanza di oltre duemila anni, suo figlio Gesù sul pianeta. Gesù è un figlio in po’ indolente di oltre trent’anni che apprezza soprattutto l’”erba” sopraffina , la buona birra gelata e la musica modernissima, ma è ubbidiente, e pur ricordando a suo padre che l’ultima volta che è stato sulla terra non è andata benissimo, accetta la missione. Il libro, dopo l’impatto iniziale, è molto scorrevole e gradevole da leggere. In definitiva è il tentativo di imporre una visione religiosa delle cose in chiave moderna, senza intermediari, e con un unico comandamento “fate i bravi”. Ora uno come me a cui interessa molto flebilmente la teologia religiosa questo fatto lo posso pure apprezzare ma devo dire che pur nei 10 comandamenti, qui criticati e addebitati alla mania di protagonismo di Mosè, ci sono molte cose che vanno d’accordo col il “fate i bravi”, come onora il padre e la madre, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza. Altri magari potranno sembrare magari obsoleti ma teniamo conto che hanno qualche millennio di età! Questo per dire che non tutto quello che è “datato” è da buttare, e che molte cose che oggi ci sembrano scontate non ci sarebbero se non ci fosse stato qualche genio dei tempi passati. Questo libro è anche accompagnato da una colonna sonora che purtroppo, per mancanza di adeguata conoscenza, non ho potuto apprezzare e che sono convinto che per chi conosce questo tipo di musica ne aumenti notevolmente la qualità. C’è poi l’esaltazione dei falsi miti moderni (erba, birra ad ettolitri) ma sono cose che ci sono sempre state. Ai tempi della mia prima giovinezza il tabacco e il Whisky erano i miti. Ho iniziato a fumare a quattordici anni ed ho smesso un paio d’anni dopo che avevano proibito il fumo nelle sale cinematografiche. Mi è sempre piaciuto molto frequentare le sale cinematografiche, il mito della mia fanciullezza, ma ne sono stato fuori per due anni perché mi sembrava impossibile poter restare inchiodato su una poltrona per due ore, senza fumare. Per quanto riguarda il Whisky dopo gli eccessi stavo male tre giorni e questa è stata la mia ancora di salvezza da questa terribile dipendenza. C’è poi il turpiloquio, presente in moltissime pagine, ma pur essendo tale gergo completamente estraneo ad ogni mia abitudine, posso capire che questo sia un linguaggio moderno e perfettamente in linea con i tempi descritti dal libro.

In definitiva un libro che ho apprezzato, anche nel finale che mi sembra abbia avuto qualche critica, ma anche, purtroppo, non completamente, per la mia ignoranza musicale.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Evidentemente qualcuno ha letto le recensioni di cui sopra e me ne ha regalato una copia anche a me.
Ho seguito l'unico comandamento di Gesù, perciò ho fatto il bravo e l'ho letto.
Visto che per me certe scene c'erano di troppo (come ad esempio la disavventura di Gesù in prigione) devo essere diventato bigotto a mia insaputa.
Speriamo che il prossimo regalo sia una bottiglia, anche di aceto.
 
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