Preussler, Otfried - Il mulino dei dodici corvi

Spilla

Well-known member
Trama (da IBS):Krabat, giovane orfano che vaga di villaggio in villaggio all'epoca in cui quello del viandante era quasi un mestiere, fa uno strano sogno: undici corvi appollaiati su una stanga lo chiamano con insistenza, invitandolo al mulino della palude di Kosel. Poiché il sogno si ripete per più notti, il ragazzo decide di mettersi alla ricerca di quel luogo, lo trova davvero, viene ingaggiato dal mugnaio come apprendista e inizia il suo tirocinio con altri undici garzoni. Ben presto Krabat si rende conto d'essere finito in una scuola di magia nera, ma, allettato dall'idea di diventare un esperto nell'"arte delle arti", quella che consente di acquisire un immenso potere, accetta di seguire gli insegnamenti del mugnaio-maestro. Allievo diligente, Krabat non sa però rinunciare al mondo esterno ed è sempre pronto a coglierne i richiami di vita e d'amore; inoltre, troppe sue domande rimangono senza risposta: chi è il misterioso compare che giunge al mulino nelle notti di novilunio? Quali orribili sostanze tritura quella che viene chiamata la Macina Morta? Così, nel ragazzo matura a poco a poco la decisione di opporsi al potere del maestro, di trasformarsi da allievo prediletto in antagonista. Ecco che allora la favola si rivela per quello che è: un romanzo sulla scelta fra potere e amicizia, potere e amore, potere e libertà. Un romanzo che, dopo aver immerso il lettore nella cupa atmosfera della magia usata a scopi malvagi, lo fa riemergere alla luce del sentimento.

Strano aver letto questo libro, casualmente, subito dopo Harry Potter. La tematica è molto simile: una scuola di magia, degli "studenti", l'amore come massima difesa contro la magia nera.
L'incanto prodotto dalla narrazione, invece, non è nemmeno paragonabile.
Fiaba gradevole, un po' ripetitiva, volutamente cupa ma con una sorta di lieto fine. Nulla di indimenticabile.
 

Spicy McHaggis

New member
Concordo, Harry Potter è decisamente spanne sopra, questo libro invece sembra quasi essere stato scritto in modo "trascurato" dato che, per quanto ricordi, necessitava di veri e propri approfondimenti qui e là, limitandosi in modo ripetitivo allo svolgimento dei fatti ostacola l'immedesimazione da parte del lettore (e non stiamo parlando di un libro di 30 pagine ma di uno di quasi 300).
Il risultato è una fiaba carina e un po' cupa, ma niente più. Tra l'altro credo che questo libro sia stato sopravvalutato per il fatto che ne abbiano tratto un film e spesso c'è questa (a mio avviso erronea) associazione che se da un libro traggono un film la storia deve essere senza ombra di dubbio meritevole, altrimenti non avrebbero investito soldi per farne una pellicola.
 
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