Goncarov, Ivan - Ninfodora Ivanovna

Minerva6

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E' un breve giallo "sui generis" scritto nel 1836 con uno stile ironico ed avvincente.
In italiano è stato tradotto e pubblicato solo nel 1994 in edizione Marsilio.
Non vi dico nulla sulla trama per lasciarvela gustare da soli.
Se come me di questo autore avete già apprezzato l'Oblomov dovete leggerlo.
Goncarov continua a piacermi, ho anche già pronto il prossimo da leggere :wink:. Sarà Una storia comune.

L'amicizia è bella solo nei libri, e solo in quelli grossi, antichi, rilegati in pelle e rosi dai tarli, ma nella realtà, nella vita, gli amici sono tali soltanto fino a quando tutto va bene, come dice la canzone, o forse neppure, come pare a me.

Ma cos'è la felicità? Un concetto che ognuno spiega a modo suo, voi siete felici per una cosa, io per un'altra, siamo d'accordo su una sola circostanza, e cioè che la felicità non può esistere senza emozioni.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
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Ho riletto questo racconto perché l'ho trovato in versione digitale con un titolo diverso, Omicidio a Pietroburgo, però quando è venuta fuori la protagonista ho ricordato il suo nome e ho capito di essere stata ingannata.
Comunque mi serviva un giallo per la sfida RC perciò meglio questo che un altro, non amando il genere :wink:.
Mi sa che la storia mi era piaciuta di più la prima volta però il modo in cui è narrata è particolare, l'autore si rivolge al lettore e lo coinvolge.

Posto un'altra citazione:

È chiaro che tutti quanti possiamo dirci "non morti" almeno finché il sangue scorre nelle nostre vene e il nostro cuore continua a battere. Ma domandiamoci che cos'è poi questa vita pacifica, tranquilla, senza scosse, misurata da un orologio da taschino, una vita che dormicchia su soffici poltrone o si trascina sulle pagine di un romanzo nuovo ma come al solito poco interessante? Questo non è vivere, è lasciarsi vivere. Per vivere nel senso vero di questa parola, cioè vivere una vita realmente umana, bisogna mettere alla prova le proprie emozioni, e non certo in modo carezzevole e superficiale! Bisogna scuotere il proprio animo nei più profondi recessi, trarre da esso i suoni più clamorosi, suoni tali che neppure un minuto uno si possa scordare di essere vivo.
 
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