Pietrangeli, Antonio - Adua e le compagne

All'indomani della chiusura delle case "chiuse" in ottemperanza alla legge Merlin, quattro prostitute si mettono in proprio per aprire una trattoria nella campagna romana per poi riprendere l'attività mascherandola con quella di ristoratrici, ma a causa del loro mestiere non ottengono la licenza. Un certo Ercoli acquista per conto loro con l'accordo che appena avviata la trattoria gli corrisponderanno un milione al mese. Ma dopo l'incerto avvio le cose si mettono bene e le quattro donne cominciano a sperare di potersi guadagnare la vita onestamente e progettarsi un futuro, ma Ercoli viene a reclamare il suo guadagno.

Un film dolorosissimo, che mette a dura prova il coinvolgimento dello spettatore che segue le vicende di queste ragazze destinate a non poter cambiare il proprio destino proprio nel momento in cui intravedono uno spiraglio. Pietrangeli riconosce alle donne forza e generosità ma è anche consapevole della fragilità di genere in una società maschilista e sfruttatrice che non concede alla donna la possibilità di scelta e il rispetto dovuto come persona. Signoret e Riva sono due attrici sofisticate, forse troppo, mentre la Milo e la Rovere riescono a dare freschezza e sincerità ai loro personaggi, soprattutto l'ultima che nei panni di Milly regala un personaggio di incredibile verismo. Gli uomini non ne escono molto bene dal punto di vista umano e morale, ma non per questo ne escono perdenti, sono le donne che pagano il prezzo più alto, il finale con Adua sconfitta è uno dei finali più intensi e disperati che abbia mai visto.

Un altro capolavoro del mai abbastanza lodato e purtroppo dimenticato maestro del neorealismo Antonio Pietrangeli. Durissimo come tutti i suoi film,basti pensare al finale shock di Io la conoscevo bene,parla apertamente di un problema serio artatamente nascosto dalle cronache dell'epoca,quello della riqualificazione lavorativa delle ragazze uscite dalle case chiuse. Da vedere.