Gilbert, Elizabeth - Il cuore di tutte le cose.

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Trama:
Nella Filadelfia di inizio Ottocento, una grande serra di piante e di idee, Alma nasce in seno a una delle famiglie più scandalosamente ricche del Nuovo Mondo. Il padre Henry è un botanico autodidatta e uno spregiudicato uomo d’affari che ha costruito la sua fortuna commerciando in chinino e altre piante medicinali. Sua madre Beatrix, un’austera studiosa olandese, alleva la figlia senza concessioni al sentimentalismo e alla frivolezza. Alma impara a leggere le ore osservando l’aprirsi e chiudersi delle corolle dei fiori, studia da vicino l’operosa natura che la circonda, cresce respirando scienza e cultura. Brillante e curiosa, ben presto si mette in luce nell’ambiente internazionale della botanica. E mentre si addentra sempre più nei misteri dell’evoluzione, l’uomo di cui si innamora la trascina nella direzione opposta: verso il regno della spiritualità, del divino, della magia. Se Alma è una scienziata razionale e concreta, Ambrose è un giovane idealista votato all’arte e alla purezza. Ma li unisce il desiderio appassionato e struggente di comprendere i meccanismi segreti che regolano il mondo e danno origine e senso alla vita. Lussureggiante e sensuale come un fiore tropicale, Il cuore di tutte le cose racconta con voce autentica e vibrante la storia indimenticabile di una donna ribelle che osa sfidare le convenzioni del suo tempo.

Il libro mi è piaciuto, anche se non è stata proprio una lettura "leggera". Il personaggio protagonista, Alma, è una donna affascinante, colta, ribelle, in continua ricerca, sempre affamata di conoscenza. Mi piace perchè, data la sua forma mentis scientifica, tende ad analizzare tutto ciò che la circonda ed anche ciò che accade dentro di lei.
Tuttavia il libro può risultare un po lungo e a tratti pesante, perciò il mio voto sarebbe 3,5/5, ma non potendo dare mezzi voti darò 3. Ad ogni modo vale la pena leggerlo. Lo consiglio.
 
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