perchè leggere ulisse

portaimpronte

New member
premetto che ho una cultura media.ho iniziato a leggere l'ulisse di joyce.ho una bellissima versione,che t'accompagna passo passo-a me piace tantissimo,mia moglie mi ha chiesto :perché leggere l'ulisse?
perché andare a vedere lucio fontana o arte moderna?perché ascoltare la grande fuga di beethoven?le ho risposto.
la sfida?il piacere di cimentarsi con un libro difficile?
che risposta dareste a mia moglie?:?
 

portaimpronte

New member
e chiedo a chi l'ha capito:chi è l'ulisse di joyce?
il superbo che sfida gli dei,di omero,o l'uomo pieno di dubbi,ma curioso,di tennyson?
 

bonadext

Ananke
premetto che ho una cultura media.ho iniziato a leggere l'ulisse di joyce.ho una bellissima versione,che t'accompagna passo passo-a me piace tantissimo,mia moglie mi ha chiesto :perché leggere l'ulisse?
perché andare a vedere lucio fontana o arte moderna?perché ascoltare la grande fuga di beethoven?le ho risposto.
la sfida?il piacere di cimentarsi con un libro difficile?
che risposta dareste a mia moglie?:?

E' un po quello che mi chiedo da sette mesi leggendo L'uomo senza qualità... :MUCCA
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
perché è la modernità, la complessità di quello che si vive, non corrisponde ai canoni estetici, di contenuto e di linguaggio dei secoli passati, ma risponde all'ambiguità e alla verità di oggi. Se l'arte è l'unica forma di verità, l'Ulisse è una delle prime verità della nostra epoca. :)

:HIPP Leggilo per amor di verità.
 

portaimpronte

New member
...è proprio questo, secondo me, lo scopo ultimo di un'opera d'arte: far nascere dubbi e domande...in definitiva, far pensare...

l'uomo è stato espulso dal centro dell'universo,invece di discendere da Dio,discende dalle scimmie(io ne sono precippitato),i suoi sensi lo ingannano,è mosso da un cervello che decide per i fatti suoi,una specie di hal di 2001 odissea nello spazio....................la realtà èdiversa da quella che lui percepisce...............ecc
non è che,invece,l'uomo moderno avrebbe bisogno di certezze?che i dubbi siano destabilizzanti?
 

portaimpronte

New member
così poche opinioni?rilancio

dando per scontato che nn abbiamo più l'età in cui lo milantavi per darti un tono,direi che è importate\utile perché
-ti affronta la realtà da un altro punto di vista.è differenza tra una mostra figurativa ed una astratta.La prima la puoi anche prendere per il gusto di apprezzare il talento dell'artista,anche se,pure in questo caso,richiami biblici,o storici o,comunqua culturali,spesso necessitano;la seconda è più emotiva,più cerebrale ma,nel contempo,spirituale:necessita un'azione attiva da parte tua.
-stimola il dialola il dialogo:ne parli con chi è interessato,anche solo per spiegare il motivo.sabato sera abbiamo passato metà della serata a parlarne.io mi sono chiarito perché,le aspettative,ecc,altri,forse,li ho incuriositi.cmq il lato positivo che,come dovrebbe essere un dialogo civile,siamo partiti da posizioni distanti,per poi ritrovarci accumunati da una serie di motivazioni
-è bello
attendo il parere di ayuthaya
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
attendo il parere di ayuthaya

Ciao! scusa l'attesa!!!! :mrgreen:
è che io ho questo caratteraccio per cui mi butto subito affermando che ho mille cose da dire e poi in realtà mi rendo conto che forse era solo una e mi sono fregata da sola... :BLABLA :mrgreen: Infatti il bello è che io l'Ulisse non l'ho mai letto :mrgreen:, è una delle più grandi "sfide" che mi porto dietro (essendo uno dei pochissimi libri che sono stata costretta a rimandare momentaneamente, dopo aver letto una trentina di pagine, per estrema difficoltà di comprensione, cosa che di solito non mi ha mai inibito nelle mie letture :mrgreen:), per cui a un certo punto ho visto che la discussione si stava spostando sui suoi contenuti e non sapevo più come inserirmi... :MUCCA
Il motivo per cui mi piaceva molto la tua domanda d'apertura è che (come sapranno bene alcuni utenti che si sono sorbiti diversi thread da me aperti o nei quali sono intervenuta anche in modo "focoso" :mrgreen:) io ho un vero debole per i libri cosiddetti "difficili"... :mrgreen: non perchè sia masochista :MM, ma perchè credo che alcuni di questi (quelli cioè che al di là della loro più o meno obiettiva difficoltà sono considerati dei capolavori o del cui valore comunque io sono certa) non solo valgano la pena NONOSTANTE la loro difficoltà ma, oserei dire, IN VIRTU' della loro difficoltà...
Insomma, potrei fare diversi esempi di libri straordinari che non avrei mai letto se non avessi avuto la testardaggine di andare avanti anche quando obiettivamente non si trattava di una lettura da spiaggia, ma potrei anche rendere il discordo un po' più generale e dire che, per come la vedo io, ovvero per come io interpreto questa mia grande passione che è la lettura, leggere non è solo uno svago ma anche un continuo "tendere" verso qualcosa... e inevitabilmente qualsiasi tensione determina uno sforzo, e alla fine è solo grazie a questo sforzo che si riesce ad arrivare un po' più in là del punto da cui eravamo partiti.
Per questo "amo" i libri difficili (sebbene non legga mica solo questi, eh??? :mrgreen:), che più che libri difficili (mi è capitato spesso di chiamarli così ma si prestano troppo ad essere fraintesi) potrei chiamarli i libri-sfida... quei libri che ci costringono a spingerci fuori di noi, fuori dalla nostra routine, per regalarci emozioni che altrimenti mai avremmo l'occasione di vivere...

In questo senso la mia top 3 potrebbe essere composta (senza alcun ordine fra loro) da L'uomo senza qualità, letto quest'anno in un mese e mezzo e che mi ha letteralmente FOLGORATO, forse il più grande capolavoro che mi sia mai passato fra le mani, La ricerca del tempo perduto di Proust (letti solo due volumi fin ora ma non vedo l'ora di riprendere) e i due capolavori di Faulkner L'urlo e il furore e Mentre morivo... (anche se pure il Faust si meriterebbe un posticino)

Ecco, intanto spero di essermi spiegata... Per quanto riguarda l'Ulisse, ripeto, è raro che prenda paura davanti a un libro, ma questo davvero mi ha spiazzato... ha un tipo di approccio secondo me molto cerebrale e questo mi ha condizionato abbastanza... Ulisse è davvero un libro "difficile", sia come linguaggio sia come contenuti, e per questo merita moltissima concentrazione... magari tu stesso potrai aiutarmi ad avere l'approccio giusto! in ogni caso io e Bouvard vorremmo leggerlo insieme quest'anno... :MUCCA
 

LowleafClod

e invece no
premetto che ho una cultura media.ho iniziato a leggere l'ulisse di joyce.ho una bellissima versione,che t'accompagna passo passo-a me piace tantissimo,mia moglie mi ha chiesto :perché leggere l'ulisse?
perché andare a vedere lucio fontana o arte moderna?perché ascoltare la grande fuga di beethoven?le ho risposto.
la sfida?il piacere di cimentarsi con un libro difficile?
che risposta dareste a mia moglie?:?

Anche io ho una cultura media, anzi a volte tristemente di base:D, l'ho letto ormai 4 anni fa e penso di avere anche io la tua versione che ti spiega passo per passo; però ci sarebbero dei pezzi (non dico tutto il libro) che ti consiglio di rileggere senza interruzioni continue di note.
Deve leggerlo perché è un'avventura che ha come cornice una città mollemente paralizzata e protagonisti che, invece di esplorare nuove terre per fuggire da essa, scoprono nuovi lidi della propria personalità in incontri e quotidianità come le nostre:) Deve leggerlo pensando che ci metterà un mese, mentre il libro racconta di una sola giornata (già questo a me fa impazzire), così può valutare di persona se è stato Joyce a dilungarsi troppo in un romanzo di più di mille pagine, oppure sono la maggior parte delle nostre giornate a passare spesso inosservate, quelle piene e non.
 

portaimpronte

New member
>però ci sarebbero dei pezzi (non dico tutto il libro) che ti consiglio di rileggere senza interruzioni continue di note.
io lo sto leggendo così
-leggo tutte le note prima
-poi legggo il capitolo
se ne ho bisogno ritorno sulle note.
purtroppo ho un grosso,l'ho sempre avuto,limite:mi disperdo.Parto da una frase,e divago.
ieri sera citava la torre del silenzio,sono finito ai parsi,ai riti indiani,ecc.alla fine,come sempre,mi dimenticavo,quasi,la partenza.E' sempre stato il mio modo di studiare,mi ha sempre pagato,perché cambiarlo?
@ayuthaya:dai.....ti sfido.inizialo.così andiamo avanti assieme.magari,poi,o con MP,o in chiaro,ci scambiamo pareri.
sarei curioso di sentire le tue impressioni sul 3°capitolo....nn anticipo nulla:YY
 

LowleafClod

e invece no
io lo sto leggendo così
-leggo tutte le note prima
-poi legggo il capitolo
se ne ho bisogno ritorno sulle note.
purtroppo ho un grosso,l'ho sempre avuto,limite:mi disperdo.Parto da una frase,e divago.
ieri sera citava la torre del silenzio,sono finito ai parsi,ai riti indiani,ecc.alla fine,come sempre,mi dimenticavo,quasi,la partenza.E' sempre stato il mio modo di studiare,mi ha sempre pagato,perché cambiarlo?

Ma no, non devi cambiarlo se ti ci trovi bene infatti, te lo dico perché in alcuni parti sa essere dispersivo già di suo, e a me le note aiutavano sì, però poi mi facevano perdere il filo ed è tutta un'altra cosa leggerlo senza interruzioni:D, quindi forse è anche meglio come fai tu, leggi prima le note, così ti godi capitolo per capitolo.
 

Kasparlo

New member
Da quello che ho capito, l'Ulisse di Joyce è l'uomo medio di oggi, le cui avventure si consumano nell'arco di una giornata, e non di anni, e le cui perez ie ed avventure vanno da ufficio, a piccole gelosie, alla fame di un panino, al fantasticare sessualmente sulla cassiera del bar, al funerale di un amico, geniale. Tutto potrebbe essere terribilmente banale e scontato, ma Joyce è Joyce
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
@ayuthaya:dai.....ti sfido.inizialo.così andiamo avanti assieme.magari,poi,o con MP,o in chiaro,ci scambiamo pareri.
sarei curioso di sentire le tue impressioni sul 3°capitolo....nn anticipo nulla:YY

ti ringrazio per l'invito, e si fosse trattato di un altro libro e di un altro momento, ti avrei detto sicuramente di sì. :HIPP Ma Ulisse è Ulisse :paura:, l'ho già abbandonato una volta e non voglio farlo la seconda, per cui devo trovare il momento buono e non è questo, ho troppi libri che desidero leggere prima! E poi mi sono già messa d'accordo con Bouvard per leggerlo insieme fra qualche mese... però siccome faremo un minigruppo, lo commenteremo passo passo, e allora potresti partecipare anche tu, anche se nel frattempo lo avessi finito! che ne dici? :wink:
:MUCCA
 
Ultima modifica:

Daedalus

New member
Premetto che l'Ulisse è il libro della mia adolescenza e di conseguenza della mia vita. Spero di non risultare alquanto tedioso nel mio intervento sul perché leggere l'Ulisse.


Quello che ho sempre premuto evidenziare a chi si approcciava alla lettura da neofita è innanzitutto il valore delle parole, delle citazioni/richiami dal passato (la nostra storia) e delle nostre radici; tutte cose delle quali ci dimentichiamo costantemente ogni giorno.
Dopo numerose riletture (in alcuni punti chiaramente anche mi sono arenato e dopo 40-45 volte che leggevo senza capire ho segnato quei punti e sono andato avanti) sono convinto del fatto che per vivere l'Ulisse senza noia si debba sempre vedere dietro ogni personaggio, quello che fa, il come lo fa, la sua storia personale nel senso più stretto; il personaggio agisce secondo come è stato "modellato" dalla vita, dall'aver letto un autore particolare, dall'aver vissuto un'esperienza forte, dal semplice fatto di portare gli occhiali e dall'ambiente in cui si è vissuti. Ciò che infatti è presente è un recupero abissale di tutto ciò che i personaggi (e noi con loro) hanno dentro, le piccole invidie, gli amori, i sogni, ma anche le caramelle che ci prendiamo di nascosto negli uffici, quell'attenzione verso quel pacchetto di sigarette buttato che sembra intatto ma che se lo apri è vuoto.
Joyce amplifica ciò che siamo, ma lo fa sia dal punto di vista mentale ma anche da quello più fisico/fisiologico, sociale, di tutto ciò che ci caratterizza. Le nostre piccole battaglie quotidiane vengono riverberate in letteratura, senza essere censurate perché troppo "basse" o troppo "intime". Queste parole per fortuna in Joyce non esistono, si è investiti dal fiume della realtà. :MUCCA

Questo è in linea generale. E devo ammettere che i lettori più accaniti diranno che ci sono migliaia di libri che condensano molte cose assieme (vedi a esempio l'Infinite Jest di Wallace): ma è solamente in Joyce che c'è un così grande tripudio di STILE FORMALE (1) e di COMICITÀ (2). Ed è per queste due ragioni che va letto l'Ulisse, a mio modo di vedere, perché la motivazione della "descrizione dettagliata di una giornata e dei pensieri di alcuni personaggi" è davvero banale nonché oltremodo noiosa come incentivo.

Quindi (1) bisogna apprezzare le risoluzioni stilistiche utilizzate nei diversi capitoli. Sarebbe bello che tutti le scoprissero da soli, ma si citano sempre il capitolo 7, in cui la storia viene raccontata frammentando la descrizione ambientale in piccoli articoli di giornale ognuno con un titolo ovviamente appropriato alla situazione descritta; il capitolo 17 in cui si hanno solamente domande e risposte sui protagonisti, e attraverso le risposte si porta avanti la descrizione, saltando dall'ambiente, a dentro la testa di uno e dell'altro protagonista.
Queste forme stilistiche molto elaborate costituiscono la prima grande espressione di ciò che si apprezza di più nella nostra società attuale: la ricerca esasperante del nuovo, e del peculiare, la sperimentazione assoluta (che io vedo molto nei film cult degli anni '90/'00, prendete per esempio Memento di Nolan), del creare nuove forme per andare oltre a quello che si sa, a quello che semplicemente si ha in mano. Joyce fa quello che nessuno si può immaginare: scrivere senza punti, scrivere come i più grandi scrittori inglesi da prima dell'anno 1000 alla sua contemporaneità (capitolo 14 è un capolavoro assoluto di recupero della tradizione letteraria anglosassone).
Insomma, la prima cosa è leggere per vedere delle cose che non si sono mai viste su delle pagine di libri. Mai teorizzate prima, irriverenti e innovative.

Ora veniamo alla vera cosa (2) per la quale non si può smettere di leggere. L'infarcitura del romanzo di battute, di giochi di parole, doppi sensi, che ti fanno davvero balzare dal divano (o scrivania che sia :W) e gridare all'arguzia di Joyce. Prima di farvi qualche piccolo esempio è utile però dire che molte volte le battute sono un po' troppo "intellettuali", perché sono presenti riferimenti latini, shakespeariani, che devo essere onesto molte volte senza note non avrei mai capito. Sono piccole chicche che non si scordano mai (il "latinorum" simil-ciceroniano del 14° capitolo chi non se lo ricorda con una risata ogni volta? :mrgreen: :mrgreen:)

A-È da prendere come una sfida? Io iniziai a leggerlo certamente come sfida, perché ricercai banalmente su internet "libro più difficile del mondo" e da lì vidi che l'autore era lo stesso del racconto che ha fulminato la mia vita il primo anno di superiori: Eveline.
B-Ne vale la pena? Io dico che forse il gioco non vale fino in fondo perché ci vuole fatica. E tempo, molto tempo e dedizione. Cose che difficilmente si trovano durante la frenetica vita adulta, se non (mi auguro almeno che sia così) in vecchiaia.

Nell'Ulisse per fortuna non c'è solo quello che ho raccontato: c'è DI TUTTO. Storia, filosofia, gossip, amore passionale, amore idealizzato, odori, sensazioni, descrizioni, tutto quello di cui c'è bisogno in un romanzo come si deve. È un'enciclopedia dei sentimenti, dell'accettazione della vita così com'è, così complessa eppure scomponibile in pezzi così semplici se isolati (lezione della scienza moderna :wink:).
Vi lascio come promesso con due esempi emblematici, che spero possano farvi avvicinare al romanzo, e superare il primo durissimo (e in qualche modo indigesto ai più) capitolo:

----->capitolo 5, siamo dentro la testa di Bloom il protagonista, che è entrato (ebreo) in una chiesa durante la celebrazione della messa, e così commenta (alternato dal narratore esterno):

"Qualcosa in corso: qualche funzione collettiva. Peccato così poca gente. Bel posticino tranquillo per starci accanto a una ragazza. Chi è il mio prossimo?
Insardellati là per ore al suono di musica lenta. Quella donna alla messa di mezzanotte. Settimo cielo. Donne in ginocchio nei banchi con scapolari cremisi intorno al collo, testa in giù. Un gruppo inginocchiato lungo la balaustra dell'altare. Il prete passava davanti a loro, mormorando, tenendo il coso in
mano. Si fermava davanti a ognuna, tirava fuori un'ostia, ne scuoteva una goccia o due (le tengono nell'acqua?) e gliela metteva per benino in bocca.
Cappello e testa sprofondavano. Poi la successiva: una vecchietta. Il prete si curvò per mettergliela in bocca, seguitando a borbottare. Latino. La successiva. Chiudi gli occhi e apri la bocca. Cosa? Corpus. Corpo. Cadavere. Buona idea il latino. Per prima cosa l'imbambola. Ospizio per i moribondi. Non
sembra che la mastichino: solo la ingoiano. Idea stramba: mangiare pezzetti di cadavere. Per questo attecchisce fra i cannibali.

Stette da parte a guardare le loro maschere cieche passare per la navata, a una a una, in cerca del loro posto. Si avvicinò a un banco e si sedé sullorlo,
tenendo sulle ginocchia il cappello e il giornale. Queste pentole che ci tocca portare in testa. Dovremmo farci modellare i cappelli sulla testa. Erano intorno a lui qua e là, con le teste ancora curve nei loro scapolari cremisi, aspettando che gli si sciogliesse nello stomaco. Qualcosa del genere dei mazzoth: è quella specie di pane: pane azzimo. Guardale, ora scommetto che le fa sentire felici. Leccalecca. Proprio. Sì, lo chiamino pane degli angeli. C'è dietro una grande trovata, il sentimento che il regno di Dio è dentro di voi. Prime comunioni. Abracadabra un soldino al pezzo. Poi si sentono tutti come una grande famiglia, lo stesso a teatro, tutti nella stessa barca. Sl, certo. Senza dubbio. Non cosl soli. Nella nostra confraternita. Poi uscirne un po' inuzzoliti. Dare la stura. Tutto sta nel crederci sul serio. La cura di Lourdes, acqua dell'oblio, e l'apparizione di Knock, statue che sanguinano.
Vecchio addormentato vicino a quel confessionale. Perciò si sentiva russare":YY:YY:YY:YY


------->inizio capitolo 17, Bloom e Stephen (l'altro protagonista, il famoso Stephen Dedalus del "ritratto dell'artista da giovane") tornano verso casa di Bloom di sera. Ecco come Joyce applica lo schema domande/risposte:

"Quali itinerari paralleli seguirono Bloom e Stephen al ritorno?

Partendo ambedue insieme a passo normale da Beresford Place seguirono nell'ordine seguente Gardiner Street inferiore e media e Mountjoy Square, ovest: poi, a passo ridotto, ciascuno poggiando a sinistra, Gardiner's Place per inavvertenza fino all'ultimo angolo di Temple Street, nord: poi, a passo ridotto con l'intervallo di qualche sosta, poggiando a destra, per Temple Street, nord, fino a Hardwick Place. Avvicinandosi, spaiati, a passo normale rallentato, attraversarono ambedue la piazzetta circolare davanti alla chiesa di S. Giorgio, diametralmente, essendo la corda in un cerchio minore dell'arco da essa sotteso.


Di che cosa deliberò il duumvirato durante il tragitto?

Musica, letteratura, l'Irlanda, Dublino, Parigi, l'amicizia, la donna, la prostituzione, il cibo, l'influsso dei lumi a gas, o delle lampade ad arco o a incandescenza, sullo sviluppo degli alberi praeliotropici adiacenti, la dislocazione da parte del municipio di sacchi di sabbia per emergenza, la chiesa cattolica romana, il celibato ecclesiastico, la nazione irlandese, l'educazione gesuitica, le carriere, lo studio della medicina, la giornata trascorsa, il malefico influsso dei giorni precedenti le feste, lo svenimento di Stephen."


Mi auguro che qualcuno oltre a me abbia riso a Bloom davanti alla messa, al prete e alle ostie-leccalecca, non vorrei esser preso per pazzo :YY :YY
Spero che qualcuno riesca a leggere il mio sproloquio; e spero in ogni caso di aver fatto avvicinare all'Ulisse qualcuno che l'ha sempre visto come un mattone indigeribile. Joyce l'ha scritto perché si leggesse, e che lo possano leggere tutti è indubbio.


Se avete qualche domanda, dubbio, desiderio di commentare qualche passo criptico, sono ovviamente disposto ad aiutare chiunque. Un saluto :D
 

portaimpronte

New member
ti ringrazio per l'invito, e si fosse trattato di un altro libro e di un altro momento, ti avrei detto sicuramente di sì. :HIPP Ma Ulisse è Ulisse :paura:, l'ho già abbandonato una volta e non voglio farlo la seconda, per cui devo trovare il momento buono e non è questo, ho troppi libri che desidero leggere prima! E poi mi sono già messa d'accordo con Bouvard per leggerlo insieme fra qualche mese... però siccome faremo un minigruppo, lo commenteremo passo passo, e allora potresti partecipare anche tu, anche se nel frattempo lo avessi finito! che ne dici? :wink:
:MUCCA
ottima idea.ora sono impantanato nel capitolo scilla e cariddi.lo trovo molto ostico
 

JacquesLantier

New member
Ciao portaimpronte, anch'io ho letto Ulisse nella mia adolescenza, a diciasette anni, conservo dei ricordi bellissimi di questo libro ma purtroppo non mi ricordo tanto, perché a diciasette anni non avevo un buon background letterario. Ricordo però l'inizio del terzo capitolo, ed è stato folgorante, il sì finale di Molly e la torre... E' stato come leggere un poema, perché la sua scrittura scardinava tutti i ritmi della prosa ottocentesca (è stato anche un grande tenore) e il flusso di coscienza in Joyce è solo un pretesto (entrare nella testa di qualcuno? tanto più di se stessi? boiate:?) per raccontare altro, poesia, lotta della vita, il peregrinare di una mente attaccata alla testimonianza di se stessa nel mondo. Ed è vero, l'ironia di cui parla @Daedalus è semplicemente deliziosa...

Mi piacerebbe entrare nel minigruppo quando comincerete a leggere l'Ulisse, vorrei cominciare a rileggerlo anch'io, perché all'epoca non ero pronto a riceverlo... please contattatemi quando lo farete :ad:

Per quanto riguarda la tua domanda, portaimpronte, non saprei risponderti, quoterei in toto ayuthaya per i libri "difficili" in generale, e poi penso che se un libro cambia il tuo modo di essere nel mondo, anche solo una sua scheggia o un capitoletto, allora l'impegno speso nel leggerlo ha retto la candela del gioco :)

Non si legge per riconoscere, ma per conoscere, e per conoscere ci vuole impegno, dedizione, pazienza a ricevere i frutti per aver prestato del tempo a qualcosa o qualcuno, e la lettura dell'Ulisse riemerge spesso nella quotidianità del vivere, nelle cose con cui abbiamo a che fare ogni giorno... si presenta così, per associazioni molto lontane nella testa, richiami, come sentire una musica che proviene da un'altra stanza (cosa a cui Joyce teneva molto, quest'ultimo concetto: https://vertigine.wordpress.com/2008/01/08/emanuele-trevi-su-i-morti-di-james-joyce/)

Però, siccome penso che in Joyce la cosa più importante sia la sua musicalità, il suo ritmo, ti segnalo questo libro, che vorrei leggere appena finirò di rileggere Ulisse:
Ulisse grammofono. Due parole per Joyce - Derrida Jacques - Libro - Il Nuovo Melangolo - Opuscula - IBS

Oppure basta andare su youtube e cercare Joyce che legge Finnegans Wake per riconoscere il fatto che siamo di fronte a qualcosa di unico, prezioso, e proprio per questo che fa gola un po' a tutti e che tutti vorrebbero impossessarsene. Ma la bellezza non è gratuita.

Ciao :HIPP
 
Alto