Hawthorne, Nathaniel - Racconti raccontati due volte

bouvard

Well-known member
Racconti raccontati due volte può sembrare un titolo bizzarro, ma non appare più tale se si considera che questi racconti furono pubblicati dapprima su riviste e annuari e successivamente raccolti in questo libro, perciò è come se fossero stati appunto raccontati due volte.
Questo libro richiede di esser letto nell’atmosfera crepuscolare, limpida e scura, in cui è stato scritto; e se è aperto alla piena luce del sole, apparirà probabilmente troppo simile a un volume di pagine bianche” questo è quanto lo stesso Hawthorne scrive nella prefazione sottolineando l’elemento comune a tutti i racconti: l’atmosfera crepuscolare.
Crepuscolari sono, infatti, le ambientazioni, i toni, ed anche una certa “lentezza” della narrazione, che non è, e non diventa mai pesantezza, o noia, quanto piuttosto è un attardarsi sui particolari da parte dell’autore, come se ogni volta non avesse fretta di chiudere la storia ed arrivare ad una morale, ma traesse egli stesso piacere, comunicandolo poi anche al lettore, dal narrare stesso. Alcuni autori - ed Hawthorne in questo libro è uno di loro – hanno il merito di far sparire le pagine del libro, per cui il lettore più che leggere ascolta l’autore mentre “parla”, racconta. Sono quegli scrittori capaci di plasmare le parole, di dominarle, di farle aderire alle cose, quasi come una pelle, tanto che la cosa descritta diventa quella “parola” stessa. Sono quegli scrittori capaci di descrivere scene già descritte ampiamente da altri autori prima di loro, o osservate dallo stesso lettore in prima persona migliaia di volte – ad esempio la neve che cade o il vento che gioca con i vestiti di una donna – con poche semplici, efficaci parole capaci di dare, però, al lettore l’impressione che quella descrizione sia l’unica ad averne colto davvero l’essenza, così semplice ed immediata da lasciarlo sbigottito che altri prima non vi abbiano pensato. Difficile leggere questi 40 racconti e non sentire il freddo degli inverni del New England, difficile non percepire il buio di quelle strade, o non sentire il calore di quei camini, difficile non avere il dubbio che alla luce fioca delle candele ognuna di queste storie poteva essere davvero possibile.
Sono in difficoltà ad indicare quali racconti mi sono piaciuti di più, sarebbe più semplice dire quali non mi sono piaciuti, visto che solo un paio li ho trovati meno riusciti degli altri. Come non restare colpiti dalla storia del Dolce fanciullo, come non sorridere per La sventura del signor Higginbotham, come non trarre un insegnamento morale da L’esperimento del dottor Heidegger, o da Le sorelle annate, piuttosto ché da Il tesoro di Peter Goldthwaite, o da Il triplice destino. Ma due racconti mi hanno particolarmente colpito per la loro enigmaticità: Il velo nero del prete e Wakefield. Nel primo racconto un giorno un prete decide di mostrarsi sempre con il volto coperto da un velo nero che lascia intravedere solo l’espressione della bocca. I fedeli ne restano sorpresi, sconcertati, ed impauriti, ma la ragione di questo comportamento, non sarà mai svelata. Nell’altro racconto un uomo tranquillo decide di fare uno scherzo alla moglie. Con la scusa di restar fuori casa per qualche giorno per lavoro va a vivere in una casa nell’isolato vicino. L’assurdo è che l’uomo continua ad osservare, ogni giorno, per anni la sua casa, sua moglie, senza rifarsi un’altra vita, e poi un giorno decide di tornare. Ognuno una volta letti i racconti può dare la propria interpretazione, in fondo anche questo è il bello del leggere.
Consigliato.
 
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HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Racconti raccontati due volte*può sembrare un titolo bizzarro, ma non appare più tale se si considera che questi racconti furono pubblicati dapprima su riviste e annuari e successivamente raccolti in questo libro, perciò è come se fossero stati appunto raccontati due volte.

Racconti raccontati due volte*può sembrare un titolo bizzarro, ma non appare più tale se si considera che questi racconti furono pubblicati dapprima su riviste e annuari e successivamente raccolti in questo libro, perciò è come se fossero stati appunto raccontati due volte.

Racconti raccontati due volte*può sembrare un titolo bizzarro, ma non appare più tale se si considera che questi racconti furono pubblicati dapprima su riviste e annuari e successivamente raccolti in questo libro, perciò è come se fossero stati appunto raccontati due volte.

ooops, scusa Ale !
stavo commentando il film appena uscito ...

:mrgreen:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Tra tutti i racconti ho letto solo L’esperimento del dottor Heidegger, in una raccolta di più autori.
Concordo sull'insegnamento morale.
Bisogna sapersi accontentare del corso biologico della vita, senza per forza voler ritornare giovani (a volte basta restarlo dentro :wink:).
Forse sarebbe bello ringiovanire, ma sarebbe anche doloroso -come dice il dottore stesso- rivivere il decadimento del nostro corpo una seconda volta :paura:.
 
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