Yousafzai, Malala - Io sono Malala

xmanx

New member
La vita e la visione della vita di Malala.
Cosa significa avere una "vision" e vivere per realizzarla?
Vivere secondo una "vision" o vivere seguendo esclusivamente ciò che "mi piace"?

Una "vision" si basa, ovviamente sul "mi piace" - poichè nessuno può vivere seguendo ciò che "non mi piace" - ma, anche, lo trascende.
Inserisce, cioè, la logica del "mi piace" all'interno di un contesto di crescita e sviluppo collettivo.

Per chi vuole crescere in consapevolezza.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Beh, direi che questo libro mi è piaciuto molto, è stato un po' una sorpresa. Devo ammettere che, mea culpa, conoscevo ben poco della storia di Malala, ma attraverso questo libro ho imparato a conoscerla ed apprezzarla.
Il libro racconta la vita di questa coraggiosa ragazza in un paese, il Pakistan, in cui convivono tante etnie e confessioni religiose diverse e spesso in lotta per affermarsi. Un paese segnato dalla dominazione talebana, da un governo spesso assente o poco coraggioso, da un esercito altrettanto violento... e intanto la popolazione pativa. La condizione delle donne, in particolare, era ed è molto precaria. Malala si batte soprattutto perché tutti, uomini e donne, bambini e bambine, abbiano diritto all'istruzione e lo fa a tutto tondo, esponendosi in prima persona e rischiando la vita per questo.
Libro consigliatissimo.
 

Spilla

Well-known member
E' una testimonianza forte, importante, che tra l'altro ci aiuta a comprendere mentalità e costumi di un paese, il Pakistan, in tanti sensi lontano da noi.
Consigliatissimo anche da me.
 

Valuzza Baguette

New member
E anche a me è piaciuto,mi è piaciuto il coraggio di Malala e della sua famiglia nell'esporsi per una causa nobile,mi è piaciuto potermi avvicinare un pochino di più a una cultura che non conosco attraverso questo libro e mi è piaciuto anche il messaggio che lancia.
Un libro che vale la pena leggere.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ammetto tutta la mia ignoranza confessando che quando ho scelto questo libro (gli audiolibri della biblioteca che ancora mi mancano non sono più moltissimi) ho pensato che nella peggiore delle ipotesi avrei ascoltato la testimonianza forte di una giovane musulmana in una realtà difficile. Non avevo alcuna idea che a raccontare la propria storia fosse non una semplice ragazza oppressa dalla famiglia, dal fondamentalismo, o da quello che mi immaginavo potesse essere, ma la vincitrice del premio Nobel per la pace 2014 (fra l’altro la più giovane a cui sia mai stato assegnato).
Non che sia il premio a fare la persona. Come dice lei stessa, era orgogliosa dei suoi premi a scuola perché se li era conquistati con le proprie forze, l’impegno, l’inesauribile sete di sapere che l’ha sempre caratterizzata, mentre i sempre più numerosi riconoscimenti che da un certo momento in poi le sono stati attribuiti in quanto attivista a sostegno dei diritti delle donne, e in special modo di quello all’istruzione, le facevano sì piacere, ma come qualcosa che nasceva dagli altri, non da lei stessa.

Comunque su una cosa non mi ero sbagliata, ed è che leggendo libri come questi, a prescindere dal loro valore “artistico”, si ha la preziosa occasione di immergersi nella realtà del paese che ci viene raccontato, in questo caso il Pakistan, di apprenderne la storia, le vicissitudini, a comprenderne almeno in parte le dinamiche politiche e religiose (che nei paesi islamici è dire lo stesso), come non sarei mai riuscita a fare attraverso le pagine di un saggio o di un articolo di giornale (ci provo pure: memorizzo, ma poi inevitabilmente dimentico…). Quello che invece non mi aspettavo era, in aggiunta a tutto ciò, essere testimone della vita di una ragazza coraggiosa, che non è stata vittima degli eventi “suo malgrado” (cosa terribile, per carità) ma che ha deliberatamente accettato il rischio di ciò che in effetti poi le è accaduto (un attentato che l’ha lasciata in bilico tra la vita e la morte per diverse settimane), sfidando tutto e tutti per portare avanti le proprie idee. Ciò che mi ha colpito è che, prima dell’attentato, Malala Yousafzai fosse già molto “famosa” e che, se secondo la mentalità occidentale questo vuol dire essere una celebrità, il cui unico rischio semmai è quello di montarsi la testa, nel suo paese questo sfidare apertamente non solo la “purdah” ma anche le aberranti distorsioni della fede islamica praticate dai telebani, significa sfidare la morte, come purtroppo è stato.

In nome di cosa? La risposta più evidente (e vera) è in nome del diritto all’istruzione delle donne musulmane, diritto messo seriamente in pericolo dal telebani e la cui affermazione per Malala è diventata una vocazione, lo scopo della propria vita. Ma ancor più vero è che ciò per cui si è battuta e ancora oggi si batte Malala è la negazione che il mancato riconoscimento di questo diritto abbia il proprio fondamento nel Corano. Il merito enorme di questo libro è stato non solo avermi aperto gli occhi su un pezzo di Storia di cui sapevo poco (nonostante ci riguardi molto da vicino e non possa assolutamente dirsi “concluso”) ma anche quello di aver portato alla luce una parte del vero Islam, quello che rispetta le donne, anche se lo fa in modo diverso dai canoni occidentali, quello che è aperto alla conoscenza, all’impegno civile e sociale, quello che punta al futuro. Insomma, quello a cui purtroppo, per colpa del fondamentalismo, abbiamo smesso di credere e su cui invece dovremmo tornare a puntare nel futuro, proprio in nome di quei diritti dell’uomo e della donna che oggi in tante parti del mondo non sono ancora riconosciuti.

Assolutamente consigliato.
 
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ila78

Well-known member
Ho pescato Malala nel cesto delle offerte al supermercato, quasi per caso, non sapevo quasi nulla del personaggio, cioè sapevo dell'attentato e del Nobel per la pace ma non tanto di più.
Ammetto di aver trovato un po' pesanti le prime pagine, forse perché la storia della famiglia e del padre ci presenta tradizioni e una cultura troppo lontana dalla nostra. Poi però la storia prende quota e si prova istintivamente simpatia per questa ragazzina intelligente e "avanti", la si sente vicina pur nella distanza chilometrica e culturale del suo mondo.
La presa del potere dei talebani precipita il suo mondo in un abisso di oscurantismo e violenza, ed è incredibile la caparbietà e il coraggio di Malala ma anche della sua famiglia ("Nessuno mi ha mai detto che non sarei più dovuta andare a scuola").
Nemmeno l'attentato piega la sua volontà e, anzi, per sua stessa ammissione i talebani volevano farla tacere ma hanno dato più risonanza alla sua voce.
Un libro da leggere per conoscere una realtà che i media ci hanno raccontato solo superficialmente e che in questi giorni è tornata tristemente di attualità.
 
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