Agghiacciante documentario giocato tutto sui toni del grottesco, tipici del regista di Cinico Tv, che ci racconta attraverso interviste o spezzoni di riprese dai concerti dei cantanti neomelodici, chi è Silvio Berlusconi per quei siciliani che lo hanno visto come un profeta, un punto di riferimento, che sta tra la mafia e la musica, nel vuoto dello Stato e delle istituzioni, parole sempre più vuote per chi crede in "Belluscone" come divinità.
Il film è giocato tutto su questo straordinario mondo, che non è così distante nel sentire e nel vivere di molta parte dell'Italia, che esiste e cerca risposte, da Berlusconi a Renzi, con spirito quasi salvifico, altrimenti non si spiegherebbe l'idolatria di cui è oggetto il Cavaliere, così connesso alla mafia da non essere neanche percepito come altro. Un'Italia che non vorremmo guardare ma Maresco nel suo stile ci mette davanti agli occhi.
Il film è giocato tutto su questo straordinario mondo, che non è così distante nel sentire e nel vivere di molta parte dell'Italia, che esiste e cerca risposte, da Berlusconi a Renzi, con spirito quasi salvifico, altrimenti non si spiegherebbe l'idolatria di cui è oggetto il Cavaliere, così connesso alla mafia da non essere neanche percepito come altro. Un'Italia che non vorremmo guardare ma Maresco nel suo stile ci mette davanti agli occhi.