Premessa fondamentale: non vorrei convincere nessuno a vedere questo film (perché non è un film facile e di primo approccio per tutti).
Svolgimento: vincitore del Leone d’Oro a Venezia , è un quadro stupendo di trasposizione di cultura iconografica ( Hopper su tutti ) in sede filmica. Pittorico fin dall’inizio e di una qualità struggente, si mette in sintonia con la cultura contemporanea piu’ elegante. Samuel Beckett in testa e sopra tutti,ma anche Ionesco ( o il nostro Pirandello dei personaggi in cerca d’autore….) e tutto l’ordine interpretativo conosciuto come “teatro dell’assurdo”.
Chi nella sua vita ha frequentato questi lidi si divertirà moltissimo e ne godrà moltissimo, gli altri si annoieranno.
E’ stupendo fin dal primo bozzetto (è tutta una serie di bozzetti -esilaranti) con la signora con le borse della spesa (dipinta come in un quadro norvegese, come un personaggio di Munch) che sulla porta attende il suo compagno – ritratto in una maschera di una bellezza e di una cultura struggente- che guarda alcuni uccelli impagliati in un museo.
O la morte divertentissima, fin nelle premesse- nella costruzione- del signore che fatica a stappare il vino mentre la moglie canticchia e sbriga i piatti in cucina,
o le immagini veramente maestose della Storia a cavallo che irrompe in uno sconsolato bar di periferia.
Confessione: l’ho adorato, e l’adoro ,ma vi invito a non andar a vederlo se non avete frequentato Edvard Munch o Samuel Beckett, vi annoiereste.
So che dirlo ha un suono strano, ma è cosi’.
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