bouvard
Well-known member
Secondo alcuni E non disse nemmeno una parola è uno dei migliori libri di Boll, per quanto il libro mi sia piaciuto devo confessare di non esser d’accordo con questo giudizio. E’ senz’altro un ottimo libro, in cui vengono affrontati alcuni dei temi cari a Boll: la condanna della guerra e degli orrori da essa provocati, la condanna del nazismo, la critica della nascente società consumistica, la dura condanna degli ambienti cattolici tedeschi e di un certo modo di vivere la “fede”, eppure secondo il mio opinabile giudizio sono altri i libri migliori di Boll.
Questo libro è la storia di Fred e Kate, sposati da quindici anni, tre figli vivi e due morti, separati da alcuni mesi, e poveri. Poveri: è la parola chiave di tutto il libro. La povertà vissuta da entrambi come una vergogna, ma affrontata in maniera diversa. In Kate non c’è rassegnazione, pur essendoci la consapevolezza di non poter far molto contro di essa, se non combatterla con la stessa ostinazione con cui combatte la polvere dalla misera stanza in cui vivono. Anche quella contro la polvere è una battaglia persa, perché in quel cumulo di macerie che è ancora Colonia, la polvere entra dappertutto, ma per la sopravvivenza stessa dei suoi figli Kate non si rassegna e ogni giorno ricomincia daccapo la sua personale battaglia. Fred è invece rassegnato, ed incapace com’è di combattere ancora preferisce scappare.
Boll sottolinea la maggiore capacità delle donne di farsi carico dei problemi, di piegarsi sotto il carico delle responsabilità, di sopportare le avversità, mentre gli uomini appaiono fragili ed incapaci di affrontare i problemi. Questa differenza risalta maggiormente proprio per la struttura che Boll ha dato al libro, un alternarsi di capitoli raccontati da Fred a capitoli raccontati da Kate. Devo dire di aver preferito i capitoli di Kate, ma essendo io una donna forse il mio giudizio non è obiettivo.
Le parti del libro che più ho apprezzato sono quelle in cui Boll attraverso una satira ed un sarcasmo davvero eccelsi sottolinea l’ipocrisia, la falsità degli ambienti cattolici tedeschi. Davvero notevole la figura della signora Franke, padrona di casa di Kate e Fred, discendente da una famiglia che ha commerciato di tutto e che adesso – ci dice Boll - sembra far commercio di Dio stesso. In effetti questa donna tanto religiosa non conosce cosa sia la pietà cristiana e non mostra compassione verso nessuno, le uniche cose che riescono ad intenerire il suo cuore sono il denaro e i vasetti delle sue conserve. Una donna che nega la possibilità a Fred e Kate di avere un alloggio popolare per fargli “l’elemosina” di una stanza in casa sua e poter far così mostra del suo “sacrificio” e mettersi l’aureola di persona disinteressata.
Le pagine finali in cui si parla del tentativo di uccidere lentamente con gocce d’aceto un prete le ho trovate semplicemente stupende, un’ironia davvero sottile e dirompente quella di Boll.
Anche se non è il libro migliore di Boll , ed anche se è un po’ triste e lascia la voglia di scuotere Fred perché si dia una svegliata, penso che sia comunque un bel libro da leggere.
Questo libro è la storia di Fred e Kate, sposati da quindici anni, tre figli vivi e due morti, separati da alcuni mesi, e poveri. Poveri: è la parola chiave di tutto il libro. La povertà vissuta da entrambi come una vergogna, ma affrontata in maniera diversa. In Kate non c’è rassegnazione, pur essendoci la consapevolezza di non poter far molto contro di essa, se non combatterla con la stessa ostinazione con cui combatte la polvere dalla misera stanza in cui vivono. Anche quella contro la polvere è una battaglia persa, perché in quel cumulo di macerie che è ancora Colonia, la polvere entra dappertutto, ma per la sopravvivenza stessa dei suoi figli Kate non si rassegna e ogni giorno ricomincia daccapo la sua personale battaglia. Fred è invece rassegnato, ed incapace com’è di combattere ancora preferisce scappare.
Boll sottolinea la maggiore capacità delle donne di farsi carico dei problemi, di piegarsi sotto il carico delle responsabilità, di sopportare le avversità, mentre gli uomini appaiono fragili ed incapaci di affrontare i problemi. Questa differenza risalta maggiormente proprio per la struttura che Boll ha dato al libro, un alternarsi di capitoli raccontati da Fred a capitoli raccontati da Kate. Devo dire di aver preferito i capitoli di Kate, ma essendo io una donna forse il mio giudizio non è obiettivo.
Le parti del libro che più ho apprezzato sono quelle in cui Boll attraverso una satira ed un sarcasmo davvero eccelsi sottolinea l’ipocrisia, la falsità degli ambienti cattolici tedeschi. Davvero notevole la figura della signora Franke, padrona di casa di Kate e Fred, discendente da una famiglia che ha commerciato di tutto e che adesso – ci dice Boll - sembra far commercio di Dio stesso. In effetti questa donna tanto religiosa non conosce cosa sia la pietà cristiana e non mostra compassione verso nessuno, le uniche cose che riescono ad intenerire il suo cuore sono il denaro e i vasetti delle sue conserve. Una donna che nega la possibilità a Fred e Kate di avere un alloggio popolare per fargli “l’elemosina” di una stanza in casa sua e poter far così mostra del suo “sacrificio” e mettersi l’aureola di persona disinteressata.
Le pagine finali in cui si parla del tentativo di uccidere lentamente con gocce d’aceto un prete le ho trovate semplicemente stupende, un’ironia davvero sottile e dirompente quella di Boll.
Anche se non è il libro migliore di Boll , ed anche se è un po’ triste e lascia la voglia di scuotere Fred perché si dia una svegliata, penso che sia comunque un bel libro da leggere.
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