Trumbo, Dalton - E Johnny prese il fucile

bouvard

Well-known member
Qualche mese fa mi sono imbattuta casualmente in questo titolo, tra l’altro di un autore che non conoscevo, perciò incuriosita ho deciso di leggerlo. A fine lettura devo dire di provare sensazioni contrastanti, in quanto libro è bello - ammesso che si possa usare quest’aggettivo per un libro tanto sconvolgente - ma ci sono questioni – non strettamente collegate al libro - che mi hanno lasciata perplessa. Iniziamo dal libro. Pubblicato nel 1939, tre giorni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è la lenta e drammatica presa di coscienza da parte del reduce della Prima Guerra Mondiale Joe Bonham della sua condizione di “dorso umano”. Una bomba gli ha infatti portato via le braccia, le gambe, lo ha reso cieco, sordo ed impossibilitato a parlare, ma lo ha lasciato vivo. La mia reazione, e penso quella di ogni lettore, man mano che Joe prendeva coscienza di una nuova parte del corpo che gli mancava era: “non è possibile, questo è troppo”. Ci può stare che un soldato perda un braccio, una gamba, la vista, o diventi sordo, ma tutte queste cose insieme è possibile? Il pensiero che, per quanto assurdo, sia possibile è il primo shock a cui ho dovuto far fronte, ma a sconvolgermi è stata soprattutto la condizione di Joe - non tanto quella fisica, le sue menomazioni, su cui a dire il vero Trumbo non si sofferma troppo, evitando così aspetti macabri – quanto la sua condizione di “mente viva” imprigionata in un corpo quasi morto. Joe è cosciente delle sue condizioni, sente il dolore, ricorda – il libro è scritto sfruttando ampiamente i flashback ed il flusso di coscienza – riflette, ragiona, cerca in mille modi di tener occupata la mente per impedirsi di impazzire, spera. E proprio le riflessioni lo portano a condannare ogni guerra, per qualsiasi ideale sia combattuta – libertà, onore o altro - perché non c’è ideale che valga la vita di un uomo. Dietro gli ideali, per Joe, si nascondono parole vuote, gli slogan di chi ha interesse a fare una guerra, ma che non è poi in prima fila a combatterla. Se non si condannano le guerre, se non ci si rende conto della loro inutilità come soluzione di un problema - sembra dirci Trumbo attraverso Joe – si troverà sempre una ragione per intraprenderne e combatterne una nuova.
Sinceramente non mi sarei aspettata che un autore capace di scrivere un simile libro pacifista, una condanna tanto cruda e decisa della guerra, girasse poi film in cui esaltava il valore dei bombardieri che con le loro gesta provocavano feriti e invalidi proprio come Joe. La mia perplessità a fine lettura è dovuta proprio a questa mancanza di coerenza. Trumbo era, oltre che scrittore, anche sceneggiatore e regista, perciò il dubbio che abbia scritto questo libro non per effettiva convinzione ideologica, quanto per una semplice questione di interesse, consapevole del successo che un simile libro gli avrebbe dato, mi ha tolto una parte del piacere ricavato dalla lettura. Ma il lettore ha il diritto di giudicare solo i libri, non le scelte di vita degli autori perciò leggetevi il libro perché fa riflettere, e non considerate le ragioni per cui Trumbo potrebbe averlo scritto.
 
G

giovaneholden

Guest
Qualche mese fa mi sono imbattuta casualmente in questo titolo, tra l’altro di un autore che non conoscevo, perciò incuriosita ho deciso di leggerlo. A fine lettura devo dire di provare sensazioni contrastanti, in quanto libro è bello - ammesso che si possa usare quest’aggettivo per un libro tanto sconvolgente - ma ci sono questioni – non strettamente collegate al libro - che mi hanno lasciata perplessa. Iniziamo dal libro. Pubblicato nel 1939, tre giorni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è la lenta e drammatica presa di coscienza da parte del reduce della Prima Guerra Mondiale Joe Bonham della sua condizione di “dorso umano”. Una bomba gli ha infatti portato via le braccia, le gambe, lo ha reso cieco, sordo ed impossibilitato a parlare, ma lo ha lasciato vivo. La mia reazione, e penso quella di ogni lettore, man mano che Joe prendeva coscienza di una nuova parte del corpo che gli mancava era: “non è possibile, questo è troppo”. Ci può stare che un soldato perda un braccio, una gamba, la vista, o diventi sordo, ma tutte queste cose insieme è possibile? Il pensiero che, per quanto assurdo, sia possibile è il primo shock a cui ho dovuto far fronte, ma a sconvolgermi è stata soprattutto la condizione di Joe - non tanto quella fisica, le sue menomazioni, su cui a dire il vero Trumbo non si sofferma troppo, evitando così aspetti macabri – quanto la sua condizione di “mente viva” imprigionata in un corpo quasi morto. Joe è cosciente delle sue condizioni, sente il dolore, ricorda – il libro è scritto sfruttando ampiamente i flashback ed il flusso di coscienza – riflette, ragiona, cerca in mille modi di tener occupata la mente per impedirsi di impazzire, spera. E proprio le riflessioni lo portano a condannare ogni guerra, per qualsiasi ideale sia combattuta – libertà, onore o altro - perché non c’è ideale che valga la vita di un uomo. Dietro gli ideali, per Joe, si nascondono parole vuote, gli slogan di chi ha interesse a fare una guerra, ma che non è poi in prima fila a combatterla. Se non si condannano le guerre, se non ci si rende conto della loro inutilità come soluzione di un problema - sembra dirci Trumbo attraverso Joe – si troverà sempre una ragione per intraprenderne e combatterne una nuova.
Sinceramente non mi sarei aspettata che un autore capace di scrivere un simile libro pacifista, una condanna tanto cruda e decisa della guerra, girasse poi film in cui esaltava il valore dei bombardieri che con le loro gesta provocavano feriti e invalidi proprio come Joe. La mia perplessità a fine lettura è dovuta proprio a questa mancanza di coerenza. Trumbo era, oltre che scrittore, anche sceneggiatore e regista, perciò il dubbio che abbia scritto questo libro non per effettiva convinzione ideologica, quanto per una semplice questione di interesse, consapevole del successo che un simile libro gli avrebbe dato, mi ha tolto una parte del piacere ricavato dalla lettura. Ma il lettore ha il diritto di giudicare solo i libri, non le scelte di vita degli autori perciò leggetevi il libro perché fa riflettere, e non considerate le ragioni per cui Trumbo potrebbe averlo scritto.

Trumbo fu uno degli uomini di cinema che più soffrì delle purghe maccartiste,essendosi rifiutato di aderire alla commissione contro le attività antiamericane e facendosi 11 mesi di prigione per non essersi piegato. Andò avanti grazie agli amici che gli permisero di fare da prestanome o sotto pseudonimo,il film di Martin Ritt Il prestanome con Woody Allen ne ricalca un pò la storia. Quello che dice wiki,sul fatto che sceneggiò Joe il pilota e ritardò l'uscita del libro da cui poi fece l'unica sua memorabile regia,a fine guerra,va letta col fatto che contro il nazismo anche i più progressisti tra gli intellettuali d'oltre oceano fecero fronte comune per sconfiggere il male assoluto,cito per esempio i cartoni di Disney,notoriamente di idee progressiste,con Paperino o Topolino impegnati contro il Terzo Reich. Nella guerra contro Hitler,Usa e Urss erano uniti profondamente. Esistono film degli anni 40,dove soldati americani e russi festeggiano congiuntamente la fine della guerra. Poi la guerra fredda cancellò tutto questo.
 

bouvard

Well-known member
Trumbo fu uno degli uomini di cinema che più soffrì delle purghe maccartiste,essendosi rifiutato di aderire alla commissione contro le attività antiamericane e facendosi 11 mesi di prigione per non essersi piegato. Andò avanti grazie agli amici che gli permisero di fare da prestanome o sotto pseudonimo,il film di Martin Ritt Il prestanome con Woody Allen ne ricalca un pò la storia. Quello che dice wiki,sul fatto che sceneggiò Joe il pilota e ritardò l'uscita del libro da cui poi fece l'unica sua memorabile regia,a fine guerra,va letta col fatto che contro il nazismo anche i più progressisti tra gli intellettuali d'oltre oceano fecero fronte comune per sconfiggere il male assoluto,cito per esempio i cartoni di Disney,notoriamente di idee progressiste,con Paperino o Topolino impegnati contro il Terzo Reich. Nella guerra contro Hitler,Usa e Urss erano uniti profondamente. Esistono film degli anni 40,dove soldati americani e russi festeggiano congiuntamente la fine della guerra. Poi la guerra fredda cancellò tutto questo.

Sinceramente non so molto né della sua vita, né dei suoi film, a parte qualcosa letta su internet. Il libro mi è piaciuto e sinceramente lo consiglio, sono solo rimasta spiazzata dal fatto che un autore che ha scritto un simile libro, così estremo, duro, eppure così realista, sia alla fine anche una persona che ha girato film in cui, non dico che la guerra venisse esaltata, ma l'eroismo dei protagonisti sì, beh almeno a quanto dice internet e la prefazione del mio libro, perché io in effetti i film in questione non li ho mai visti :boh:
 
G

giovaneholden

Guest
Sinceramente non so molto né della sua vita, né dei suoi film, a parte qualcosa letta su internet. Il libro mi è piaciuto e sinceramente lo consiglio, sono solo rimasta spiazzata dal fatto che un autore che ha scritto un simile libro, così estremo, duro, eppure così realista, sia alla fine anche una persona che ha girato film in cui, non dico che la guerra venisse esaltata, ma l'eroismo dei protagonisti sì, beh almeno a quanto dice internet e la prefazione del mio libro, perché io in effetti i film in questione non li ho mai visti :boh:

Il motivo va letto nel patriottismo che ha unito gli americani contro il nazismo,loro sanno dimenticare gli attriti personali quando fanno fronte comune,leggi l'11 settembre. Poi si tratta di lavori di sceneggiatura,Joe il pilota non l'ha girato. Purtroppo l'arrivo del maccartismo ha esasperato gli animi,molti hanno abiurato le loro idee,Trumbo fu uno che come detto prima,con estrema coerenza non rinnegò affatto e pagò molto per questo.
 
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