Queneau, Raymond - Icaro involato

bouvard

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Commentare un libro di Queneau è come spiegare la battuta di un bravo comico. Farlo significa perdere la sua immediatezza, e quindi una parte del senso.

TRAMA:
Hubert è uno scrittore che ha “perso” il personaggio principale del nuovo libro che ha iniziato a scrivere. Icaro approfittando del fatto che il manoscritto è rimasto aperto è infatti fuggito e ad Hubert non resta che chiamare un investigatore, esperto in pedinamenti…

Se volete leggere un libro intelligente, divertente e surreale quanto pochi questo è il libro che fa per voi.
 

Biancaspina

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"I fiori blu" mi è piaciuto moltissimo, se è all' altezza di quello lo farò, anche se non subito (carnet colmo). Però la traduzione è decente?
 

bouvard

Well-known member
"I fiori blu" mi è piaciuto moltissimo, se è all' altezza di quello lo farò, anche se non subito (carnet colmo). Però la traduzione è decente?

A me sono piaciuti entrambi, sia I fiori blu sia questo. Io ho letto un'edizione Einaudi con traduzione di Clara Lusignoli, sinceramente mi è parsa una buona traduzione, certo leggerlo in francese dev'esser tutta un'altra cosa :)
 

ayuthaya

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Ammetto una certa difficoltà di approccio nei confronti di Queneau, che si riflette nella difficoltà di elaborare un commento ai suoi romanzi: non ho infatti scritto nulla su I fiori blu, il primo libro che leggevo di questo autore. E questo non perché lo scrittore non mi piaccia o non mi stimoli, tutt'altro: se vogliamo è proprio la percezione di una profondità che “stride” con l'apparente leggerezza e ironia del testo a rendere la sua opera più enigmatica di quanto non possa sembrare. Insomma, amo scrivere commenti perché attraverso di essi mi sembra di penetrare un po' di più il significato di ciò che leggo, ma allo stesso tempo se questo significato non riesco ad afferrarlo e solo lo “intuisco”, lo “annuso”, quasi si trattasse di un profumo non meglio identificato, il mio sforzo mi condiziona...
Icaro involato è un libro breve, scorrevole ed estremante divertente. Mentre lo si legge non si può non immaginarsi una sua riduzione teatrale, una sorta di Sei personaggi in cerca d'autore in chiave più ironica e leggera.
Il protagonista di un romanzo di stampo classico, un giovane inesperto, desideroso di conoscere il mondo – insomma, un vero “Icaro”, benché inizialmente la vita che il suo autore ha pensato per lui non c'entri nulla con il famoso mito – coglie un'occasione propizia e “scappa” dalle pagine del libro. Non lo si può definire un atto intenzionale di ribellione, almeno non all'inizio, quanto piuttosto il desiderio confuso di costruirsi da sé il proprio destino. E in effetti è quello che avviene: Icaro costruisce la sua esistenza giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, dialogo dopo dialogo, proprio perché in Queneau “il personaggio narrativo (…) non si fonda, per esempio, su un insieme di caratterizzazioni psicologiche precostituite come sua essenza individuale; tende a definirsi piuttosto come un modo di stare fra gli altri, di parlare con gli altri.” (Guido Neri, dalla quarta di copertina).
La figura di Icaro acquista spessore, consistenza, davanti ai nostri occhi attoniti e divertiti... D'altra parte abbiamo a che fare, con Queneau, con uno dei maestri dell'ironia, dei giochi di parole, del puro divertissement linguistico. Eppure, come dicevo all'inizio, si sente che non è “tutto qui”, si percepisce l'ammiccare a un livello più elevato, a un gioco sì, ma più sottile. Non per niente Icaro involato è pur sempre, a modo suo, un “romanzo di formazione” e insieme un'occasione di riflettere sul significato del “destino”: Icaro fugge a un'esistenza che gli è stata imposta contro o comunque indifferentemente alla propria volontà, ma – dopo aver fatto le sue esperienze, essere cresciuto, maturato – dovrà tornare a fare i conti col suo “fato”, un qualcosa non gli è “imposto” dal di fuori, ma che nasce dal suo nome, quindi dalla sua propria identità e che quindi, volente o nolente, lo condizionerà.
Questo è il poco che sono riuscita a comprendere razionalmente, ma molto più è quello che ho intuito e soprattutto che mi ha emozionato, divertito. E siccome a pensarci bene un libro deve fare soprattutto questo, non posso che promuovere ancora una volta Queneau a pieni voti, sperando di “capirlo” ogni volta un pochino di più.
 
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Fabio

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Sono a circa un quarto di questo libro e devo ammettere che è magnifico. E' psichedelico ma con una linea che unisce ogni paragrafo e capitolo. Peccato che non conosco il francese e lo devo leggere in italiano, secondo me quel genio di Qeueueneueu ha inserito molti giochi di parole che nella versione italiana possiamo solo intuire.
 

Fabio

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Avete presente i sogni che si fanno poco prima di svegliarsi oppure nelle veloci pennichelle post-pranzo? Sono una successione velocissima di scenette collegate tra loro da un filo conduttore ma slegate. Sono sogni al limite della realtà oppure con una astrazione quasi ragionata. Stiamo dormendo ma abbiamo la razionalità del risveglio imminente. Facciamo dei sogni che hanno la libertà di essere surreali ma calati in un contesto parallelamente reale.
Si susseguono con velocità.

Ecco leggere questo libro mi ha fatto rivivere queste sensazioni da sveglio. Bellissimo. Non è facilissimo nelle prime pagine ma poi capita la chiave di lettura è spassoso.
 
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