Isadora Wing, poetessa quasi trentenne, si trova ad un convegno di psicologi insieme al marito: uno strizzacervelli, appunto. Perennemente confusa e insoddisfatta, comincia ad accarezzare l'idea di abbandonarsi alla passione erotica (o di scappare via?) con un altro uomo ...
La trama non è niente di particolare, ma non ha importanza. Ciò che è esilarante è la personalità di Isadora: confusionaria, scontenta, vulcanica, una che non sa mai quello che vuole; una donna di origini ebraiche ossessionata dalla sessualità, dalla famiglia e dagli onnipresenti sensi di colpa.
Il libro è ironico e divertente, nonostante tratti, in parte, temi drammatici, come i complessi rapporti familiari o la malattia mentale del primo marito della protagonista; ma soprattutto è decisamente coraggioso, per essere stato scritto negli anni '70 da una donna: una donna che parla della sua sessualità "come un uomo", ha scritto qualcuno nella quarta di copertina, nel senso che ne parla papale papale e senza peli sulla lingua, senza tanti romanticismi (eppure lei, a suo modo, romantica lo è, eccome!). Certo, oggi certe cose fanno sorridere e sembrano assurde, nel senso che sembra la storia di un'attuale cinquantenne; quale trentenne sta già affrontando il suo secondo matrimonio? In parte capisco che sia stato considerato un manifesto della libertà di espressione femminile e, in buona parte, dell'emancipazione, anche se poi, alla fin fine, non trasmette l'idea che la donna può fare a meno dell'uomo. Una scrittrice brillante e un libro gradevolissimo.
La trama non è niente di particolare, ma non ha importanza. Ciò che è esilarante è la personalità di Isadora: confusionaria, scontenta, vulcanica, una che non sa mai quello che vuole; una donna di origini ebraiche ossessionata dalla sessualità, dalla famiglia e dagli onnipresenti sensi di colpa.
Il libro è ironico e divertente, nonostante tratti, in parte, temi drammatici, come i complessi rapporti familiari o la malattia mentale del primo marito della protagonista; ma soprattutto è decisamente coraggioso, per essere stato scritto negli anni '70 da una donna: una donna che parla della sua sessualità "come un uomo", ha scritto qualcuno nella quarta di copertina, nel senso che ne parla papale papale e senza peli sulla lingua, senza tanti romanticismi (eppure lei, a suo modo, romantica lo è, eccome!). Certo, oggi certe cose fanno sorridere e sembrano assurde, nel senso che sembra la storia di un'attuale cinquantenne; quale trentenne sta già affrontando il suo secondo matrimonio? In parte capisco che sia stato considerato un manifesto della libertà di espressione femminile e, in buona parte, dell'emancipazione, anche se poi, alla fin fine, non trasmette l'idea che la donna può fare a meno dell'uomo. Una scrittrice brillante e un libro gradevolissimo.