Indridason, Arnaldur - Le notti di Reykjavìk

Raniero Toscano

Lettore dell'estremo sud
Un senzatetto viene trovato annegato alla periferia di Reykjavík. Un caso di poca importanza, che la polizia archivia come morte accidentale. Nelle stesse ore, una donna sparisce nel nulla dopo aver trascorso la serata in un locale del centro. Un anno dopo, Erlendur, poliziotto alle prime armi assegnato al turno di notte della stradale, passa lunghe ore a pattugliare le vie di una città deserta, ore spezzate di tanto in tanto da una rissa, un furto, un incidente d'auto, e non smette di pensare a quelle due persone scomparse. Convinto che i due casi siano stati frettolosamente liquidati dai colleghi, Erlendur non resiste alla tentazione di fare il detective: non solo si prende a cuore la vicenda del povero Hannibal, ma è ancor più attratto dall'inspiegabile sparizione della donna. L'inesperta matricola inizia così la sua prima indagine: raccoglie indizi, interroga i famigliari e le persone coinvolte... Due casi che riguardano due mondi lontanissimi tra loro: il triste sotto-bosco umano della capitale, denso di miseria e sopraffazione, e la borghesia islandese, con le sue ipocrisie e i suoi lati oscuri. In una Reykjavík descritta in un'insolita versione notturna, Arnaldur Indriðson dipinge la figura di un Erlendur giovane e tormentato, ma già acuto indagatore dell'animo umano e dei suoi angoli più nascosti.
 

Raniero Toscano

Lettore dell'estremo sud
Il primo romanzo che leggo di questo autore contemporaneo islandese. Ho apprezzato il personaggio, il poliziotto della stradale Erlendur.
Il protagonista, tra incidenti automobilistici, furti, rumori molesti nel cuore della notte e drogati, indaga sulla morte di un senzatetto e su una donna, inspiegabilmente scomparsa.
Un personaggio molto schivo, di poche parole, che con la sua caparbietà scopre il motivo che unisce i destini delle due persone.
Un giallo senza troppi colpi di scena, lento ma non troppo, una lettura scorrevole con poco coinvolgimento.
 
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