Tanizaki,Junichiro - La Chiave

harry.haller

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Dopo opere come "Neve sottile",ancora poche ma già incisive, acclamate ed apprezzate in patria,il talentuoso scrittore nipponico pubblica quello che è a tutt'oggi considerato uno dei suoi migliori lavori che,seppur privo di una base contenutistica di fondo, riesce (come al solito ma qui anche meglio)ad approfondire l'indagine riguardo l'essere umano e le sue tendenze erotiche ed amorose con una profondità ed un'incisività davvero uniche,riconfermando il suo paese come fonte continua di geni innovativi ed originali.

La storia è quella di un professore scolastico cinquantaseienne che decide di tenere un diario per scrivere riguardo al suo rapporto e ai suoi desideri relativi alla moglie,da lui molto desiderata ed amata. Sceglie quindi di avvicinarla ad un amico di famiglia interessato a lei,in modo da ingelosirsi e quindi stimolarsi sessualmente:anche la moglie però inizia a tenere un diario ed i due cominciano,sbirciandosi le confessioni a vicenda,una lotta di nervi che porterà all' allontanamento decisivo,al disinnamoramento della donna e alla morte per malattia del protagonista.

Ciò che più stupisce del seguente romanzo è sicuramente la sua straordinaria capacità di riuscire a far convivere insieme una serie di generi completamente differenti tra loro,mescolandoli e calandoli in una storia ed in un contesto di per sè quasi banali e scontati,creando in definitiva e suggerendo una sensazione di stridente dissenso che rende la lettura interessante e l'opera intera geniale. Fin dall'incipit difatti tutto farebbe pensare ad un tipico racconto d'amore,dove i protagonisti non fanno altro che dissertare sui propri sentimenti senza evoluzioni alcune o elementi curiosi o stimolanti. Lentamente però vediamo l'intera struttura della storia cambiare completamente fino a capovolgersi,mettendo perciò in primo piano non più i sentimenti ma il vero e proprio rapporto tra esseri,e dando al tutto sfumature impensabili fino a quel momento,come per esempio l'oscuro fantasma della morte,che farà riflettere e pensare ridefinendo ancora una volta il rapporto tra i due coniugi. I due protagonisti infatti sono il nucleo centrale di ciò che accade,e ciò che l'uno prova per l'altro diventerà,e di fatto è,lo spunto principale per ragionare più seriamente sulla vita matrimoniale e sui segreti più nascosti che vi si possono annidare. E' anche strano però come Tanizaki si tenga volutamente lontano da aspetti che a primo impatto sembrerebbero tutt'altro che futili. L'adulterio per esempio,nonostante venga citato e palesato,rimane un fatto di cronaca citato ma tutt'altro che approfondito;la morte del protagonista ad altro non serve se non a permettere alla vedova di continuare il proprio diario fornendo al lettore le nozioni dell'accaduto;l'amicizia del marito e del suo amico,successivamente amante della donna,rimane statica nonostante l'accaduto e non viene mai presa in considerazione seriamente,e così i rapporti dei coniugi con la figlia,quasi abbozzati,e tanto altro ancora. Notiamo perciò come lo scrittore si focalizzi appositamente e con profondo interesse e dilungamento sulla relazione tra il professore e la moglie(Ikuko),definendo nei particolari solo per le perversioni segrete dell'uno o sull'indifferenza e le abitudini dell'altra,e creando quindi due campi paralleli dove ogni altro fattore diventa solo un'intrusione funzionale ai due,non meritevole di approfondimento.

E nonostante non si noti una voce interna critica o di parte,quella di Ikuko è sicuramente la figura che più di tutte,e nonostante le sue varie e possibili scusanti,viene messa in cattiva luce. L'amore qui è unidirezionale così come l'interesse e gli sforzi di avvicinamento, quello della moglie è un comportamento sicuramente egoista ed ottuso,che non prova interesse ne passione per il coniuge,commette adulterio senza provare rimorsi e di fatto appare freddo e spietato. E in un quadro simile le piccole perversioni del marito,come quella di fotografare la compagna nuda a sua insaputa,non cambiano la situazione.

Si può dire perciò che qui il sentimento amoroso e fraterno,così come il matrimonio,visti come concetti generali,vengano fortemente screditati nonchè tacciati di vera ed irrimediabile falsità:una falsità che porta le persone a convincersi di essere innamorate,a tacere la propria natura per eccessiva paura di un rifiuto,a cadere in pratiche eccessive,a provare desiderio per estranei o a giudicare superficialmente ed ottusamente i propri cari. E tutto ciò non viene mai sottolineato o ribadito eccessivamente ma anzi,rimane nascosto,facendo apparire la storia come una qualsiasi storiella tra marito e moglie.

Dal punto di vista tecnico notiamo infine uno stile debole e non incisivo,che punta tutto sulla cronaca abbastanza semplice ed asciutta degli eventi. Non si nota quindi una particolare abilità ma semmai un'originalità di fondo del soggetto,buono e sicuramente meritevole. Un'opera pertanto sicuramente consigliata,che ragiona in maniera universale sul rapporto tra uomo e donna e che guarda alla vita con occhi sinceri ed onesti,raccontando una storia ordinaria ma comunque godibile ed interessante,di livello sufficiente per la sostanziale essenzialità del tutto ma lodabile per la realizzazione generale.

Personalmente un romanzo davvero intenso e profondo, che fa riflettere con uno stile del tutto originale,devo dire che lo ho apprezzato molto,lo consiglio a tutti
 
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