Tratto dal bel romanzo di Mark Childress, Estate di follia, il film riesce ad interessare sufficientemente chi come me ha letto il libro ma penso anche a chi non ha avuto il piacere. Ottimamente interpretato da Melanie Griffith, che disegna una candida ed estrosa madre di sei figli, Lucille, che uccide il marito per poi andare in California a tentare di realizzare il suo sogno, quella di diventare una star televisiva. Però siamo in Alabama, nel 1965, all'epoca della lotta contro la segregazione dei neri che aveva come leader Martin Luther King e il nipote prediletto di Lucille assiste all'omicidio di un ragazzo di colore per mano dello sceriffo che si oppone ad ogni rivendicazione sul rispetto dei diritti civili della popolazione nera. Le due storie ben bilanciate nel romanzo che quindi alterna la storia privata a quella pubblica, qui pendono un po' eccessivamente verso quella che vede protagonista Lucille, però il film è comunque godibile. Non memorabile la regia di Banderas che non sa bene come barcamenarsi tra commedia e tragedia, consiglio prima di tutto il romanzo che è veramente interessante e poi vi guardate il film in versione originale perché la recitazione della Griffith è veramente una parte fondante del film.