Il colpevole merita di essere sbranato dalla folla curiosa?

Dallolio

New member
Prendiamo il più spregevole dei criminali, una persona spietata che ha infierito come una belva feroce su persone innocenti traendone piacere; ebbene nonostantel'immoralità del colpevole, è forse meritevole costui o costei di essere dato/a in pasto alla pubblica curiosità, dissezionato e atomizzato fin nei suoi pensieri più riposti, distruggendolo e distruggendo coloro che in qualche modo sono stati a lui/lei legati?
Non sarebbe invece più equa una pena capitale somministrata in segreto, senza clamore mediatico e senza il generale abbruttimento della società che consegue da una crudele curiosità?
 

bernoccolo

Vivo, e vegeto.
Per quanto mi concerne, faccio volentieri a meno sia del voyeurismo sociale da sbatti-il-mostro-in-prima-pagina che della pena capitale.

Ti riferisci a un episodio in particolare?
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
La seconda, indubbiamente.
Quindi senza i clamori degli organi di stampa, televisione e quant'altro. E NON CAPITALE! Personalmente sono contrario alla pena di morte. Sono convinto che anche il più spietato e crudele assassino possa essere punito "utilizzandolo" come forza lavoro e imprigionandolo con le giuste e dovute ristrettezze.
Un'iniezione letale, un assassinio di stato, non renderebbe giustizia. La morte non sarebbe una soluzione ma probabilmente una liberazione, per un simile individuo. Poi se, come dici, la belva feroce ne trae pure piacere...:??:?Il luogo giusto per espiare peccati di ogni genere è qui, sulla terra. Troppo comodo sennò. Il criminale deve poter vedere cosa l'aspetta attraverso il lungo cammino della vita. Fino alla fine della stessa. Quali dolori e quali sofferenze, e ricordare il motivo per cui egli ci si dovrà confrontare, ogni singolo giorno, a seconda, ovviamente, dell'efferatezza del suo crimine.
Nemmeno questo (e, anzi, forse ancora meno) servirebbe da deterrente per porre fine a malefatte o delitti, addirittura. Far vedere pubblicamente come si dovrebbero eliminare le varie illegalità e i più gravi crimini contro le persone, o comunque renderlo noto, non ha mai fermato o fatto desistere i criminali dal compiere determinate azioni. E questo per un motivo semplicissimo: perché abbiamo a che fare con l'uomo.

Poi, logicamente, mentre il criminale è ancora a piede libero e se lo stesso si suppone metta a repentaglio il quieto vivere dei cittadini, con i dovuti modi, mettere all'erta la gente attraverso i molti mezzi di comunicazione disponibili oggigiorno, è dovuto. Ma tutto questo ha poco a che fare con la tua domanda iniziale.

Pertanto correggo:
Prendiamo il più spregevole dei criminali, una persona spietata che ha infierito come una belva feroce su persone innocenti traendone piacere; ebbene nonostante l'immoralità del colpevole, è forse meritevole costui o costei di essere dato/a in pasto alla pubblica curiosità, dissezionato e atomizzato fin nei suoi pensieri più riposti, distruggendolo e distruggendo coloro che in qualche modo sono stati a lui/lei legati?
Non sarebbe invece più equa una pena [...] somministrata in segreto, senza clamore mediatico e senza il generale abbruttimento della società che consegue da una crudele curiosità?
 

Dallolio

New member
Per quanto mi concerne, faccio volentieri a meno sia del voyeurismo sociale da sbatti-il-mostro-in-prima-pagina che della pena capitale.

Ti riferisci a un episodio in particolare?

E' diverso tempo che ho formulato questo pensiero, tuttavia la miccia mi è esplosa vedendo un'amabile discussione tra soubrette e presentatori sul destino di un uomo (un assassino tra i più crudeli) millantando una psicologia spicciola e semplicistica... Nemmeno io sono un entusiasta della pena capitale, tuttavia credo che in alcuni casi sia una sorta di dolce addio a una persona che ormai ha fatto qualcosa di talmente terribile da non potersi più reintegrare, in nessuna condizione, una sorte di "morte pietosa" che mette fine alla sofferenza del colpevole e lenisce l'ossessione dei familiari della vittima (se possibile).
 

Dallolio

New member
La seconda, indubbiamente.
Quindi senza i clamori degli organi di stampa, televisione e quant'altro. E NON CAPITALE! Personalmente sono contrario alla pena di morte. Sono convinto che anche il più spietato e crudele assassino possa essere punito "utilizzandolo" come forza lavoro e imprigionandolo con le giuste e dovute ristrettezze.
Un'iniezione letale, un assassinio di stato, non renderebbe giustizia. La morte non sarebbe una soluzione ma probabilmente una liberazione, per un simile individuo. Poi se, come dici, la belva feroce ne trae pure piacere...:??:?Il luogo giusto per espiare peccati di ogni genere è qui, sulla terra. Troppo comodo sennò. Il criminale deve poter vedere cosa l'aspetta attraverso il lungo cammino della vita. Fino alla fine della stessa. Quali dolori e quali sofferenze, e ricordare il motivo per cui egli ci si dovrà confrontare, ogni singolo giorno, a seconda, ovviamente, dell'efferatezza del suo crimine.
Nemmeno questo (e, anzi, forse ancora meno) servirebbe da deterrente per porre fine a malefatte o delitti, addirittura. Far vedere pubblicamente come si dovrebbero eliminare le varie illegalità e i più gravi crimini contro le persone, o comunque renderlo noto, non ha mai fermato o fatto desistere i criminali dal compiere determinate azioni. E questo per un motivo semplicissimo: perché abbiamo a che fare con l'uomo.

Poi, logicamente, mentre il criminale è ancora a piede libero e se lo stesso si suppone metta a repentaglio il quieto vivere dei cittadini, con i dovuti modi, mettere all'erta la gente attraverso i molti mezzi di comunicazione disponibili oggigiorno, è dovuto. Ma tutto questo ha poco a che fare con la tua domanda iniziale.

Pertanto correggo:

Non concordo quando parli di espiazione... lo stato ha tra i suoi compiti quello di far espiare una colpa? Perchè mai il criminale dovrebbe necessariamente redimersi? A mio avviso la redenzione in alcuni casi è impossibile, proprio perchè alcuni crimini impedisco al reo di reintegrarsi, anche dopo 100 anni di lavori forzati... Secondo me la pena capitale più che deterrente dovrebbe servire per chiudere "dolcemente" la vita di persone che ormai non potranno mai più essere considerate "nel mondo" data la gravità di ciò che hanno fatto (naturalmente per pena capitale intendo metodi indolori, senza quell'orribile esecuzione pubblica ad uso dei parenti della vittima praticata in alcuni stati degli Usa con iniezione letale).
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Non concordo quando parli di espiazione... lo stato ha tra i suoi compiti quello di far espiare una colpa? Perchè mai il criminale dovrebbe necessariamente redimersi? A mio avviso la redenzione in alcuni casi è impossibile, proprio perchè alcuni crimini impedisco al reo di reintegrarsi, anche dopo 100 anni di lavori forzati... Secondo me la pena capitale più che deterrente dovrebbe servire per chiudere "dolcemente" la vita di persone che ormai non potranno mai più essere considerate "nel mondo" data la gravità di ciò che hanno fatto (naturalmente per pena capitale intendo metodi indolori, senza quell'orribile esecuzione pubblica ad uso dei parenti della vittima praticata in alcuni stati degli Usa con iniezione letale).
Ancora meno allora lo stato dovrebbe avere il diritto di chiudere, come dici tu, "dolcemente" una vita. Non c'è morte "dolce". O meglio uccisione dolce. Per quanto crudele possa essere il mio pensiero di punizione per certi crimini gravi, tant'è che nel mio precedente intervento ho considerato la pena di morte come soluzione troppo comoda, sarò sempre contrario alla legge che vige in certi paesi di sopprimere una vita.
Iniezione letale o altro, io lo chiamo uccidere chi ha ucciso. E scusami se dissento in maniera così categorica, ma la trovo proprio una barbarie d'altri tempi.
Poco me ne importa, personalmente, se il soggetto dopo 100 anni di lavori forzati non si reintegra. Sai quanti ospedali, strade, scuole, istituti vari potremmo far costruire con il lavoro forzato dei detenuti? Che loro lo capiscano o meno sinceramente non lo ritengo, a questo punto, così importante. Oppure magari sbaglio. Magari invece il tentativo (che tu ritieni impossibile) da parte delle autorità di far redimere i condannati, potrebbe, chi lo sa, avere un effetto inaspettato verso quei soggetti nel limbo fra baratro e salvezza. Che ne sappiamo noi? La consapevolezza di ciò che è bene o male, nella mente delle persone funziona in modo bizzarro.
Ma rispetto la tua opinione e comprendo lo stato d'animo dei parenti di certe vittime brutalmente assassinate, nonché le loro istintive reazioni punitive. Ma se la reazione punitiva non appartenesse legalmente allo stato vivremmo nel caos totale.

Questo è un argomento tanto "difficile".
Credo che il valore afflittivo definisca la quantità di formazione di deficit verso il criminale come una riduzione dei suoi diritti sociali e il soddisfacimento delle sue necessità. Una pena deve essere una pena :MUCCA. Propendere però per l'eliminazione quando il soggetto tu lo definisci irrecuperabile mi fa rabbrividire. Non sarà mai dimostrato il suo valore deterrente. La pena di morte tra l'altro mette in netto svantaggio le persone con meno possibilità di affrontare un processo capitale, non credi? Voglio dire, qualcuno deciderà pure se certe persone, come sostieni tu, non potranno più essere degne di alcuna considerazione nel mondo, vero? E vuoi esserlo tu? E con che diritto e con quali ragioni?
Quali potranno essere sennò queste persone? Secondo te la pena di morte è compatibile con la dignità umana? Io credo che i diritti umani siano e saranno sempre universali. Non c'è posto sulla terra dove non sia promossa la pietà e il perdono. Ce lo insegnano fin da piccoli.
NO alla pena di morte!
 

bernoccolo

Vivo, e vegeto.
E' diverso tempo che ho formulato questo pensiero, tuttavia la miccia mi è esplosa vedendo un'amabile discussione tra soubrette e presentatori sul destino di un uomo (un assassino tra i più crudeli) millantando una psicologia spicciola e semplicistica... Nemmeno io sono un entusiasta della pena capitale, tuttavia credo che in alcuni casi sia una sorta di dolce addio a una persona che ormai ha fatto qualcosa di talmente terribile da non potersi più reintegrare, in nessuna condizione, una sorte di "morte pietosa" che mette fine alla sofferenza del colpevole e lenisce l'ossessione dei familiari della vittima (se possibile).

Sarà un limite mio, ma non vedo nulla di "dolce" o "pietoso" nel porre fine alla vita di qualcuno. Altro discorso, anch'esso molto complesso, quando qualcuno decide di mettere fine alla propria. Ma appunto, sono situazioni molto diverse.

Esistono altri modi, eticamente più accettabili, per impedire a qualcuno di nuocere ulteriormente, che mi pare essere la prima prerogativa della privazione di libertà. La seconda, dovrebbe essere quella di riflettere alla possibilità di reinserire socialmente il condannato - ma nelle condizioni materiali della carceri italiane, trattasi di pura retorica, ahimé.
 

momi

Member
E' diverso tempo che ho formulato questo pensiero, tuttavia la miccia mi è esplosa vedendo un'amabile discussione tra soubrette e presentatori sul destino di un uomo (un assassino tra i più crudeli) millantando una psicologia spicciola e semplicistica... Nemmeno io sono un entusiasta della pena capitale, tuttavia credo che in alcuni casi sia una sorta di dolce addio a una persona che ormai ha fatto qualcosa di talmente terribile da non potersi più reintegrare, in nessuna condizione, una sorte di "morte pietosa" che mette fine alla sofferenza del colpevole e lenisce l'ossessione dei familiari della vittima (se possibile).

Ma chi dovrebbe decidere sulla irrecuperabilità di un essere umano? un giudice? Un altro uomo?
Ma forse ci si dimentica troppo spesso che il carcere non è o non dovrebbe essere un luogo dove si consumi una vendetta, ma un mezzo per la società di proteggersi e credo che una società (o lo stato) dovrebbe esimersi da considerazioni morali. Mi piacerebbe pensare che a chi ha sbagliato vengano dati degli strumenti per non nuocere più una volta fuori dal carcere, che poi la persona si sia pentita o meno non è la cosa che mi interessa di più!

...e non vorrei vivere in uno stato dove si legalizza l'omicidio.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
@Dallolio

Mi sono riletto. Quel "E vuoi esserlo tu?" che uso nelle mie riflessioni a fine intervento intende essere un "tu" impersonale, ovviamente. Il web non fa trasparire i modi, non vorrei essere sembrato troppo categorico nei tuoi confronti.
 

maclaus

New member
Interessante argomento. Voglio portare alla vostra cortese attenzione un caso esemplare (del quale sono testimone diretto e quindi non "condizionato" dalle "bombe mediatiche" sparate solo per fare audience...)
Vi ricordate Padre Fedele? Il "violentatore" di suore, il "pornografo", il "depravato" che si accompagnava con pornostar da redimere, l'esaltato che faceva il tifo in curva coi "beceri" tifosi del Cosenza Calcio, ecc. ecc. (vado a memoria...) E' stato sbattuto in prima pagina da Striscia la Notizia e da tutte le reti e tg nazionali e dai maggiori quotidiani.
Ebbene, vi chiedo: qualcuno di voi sa, o ha saputo, che Padre Fedele è stato assolto da ogni accusa - perché il fatto non sussiste - ? notate bene: IL FATTO NON SUSSISTE!
Qualcuno di voi ha letto UNA RIGA o ha sentito UNA PAROLA di questa sentenza? Qualcuno di voi ha sentito parole di SCUSE nei confronti di quest'uomo?
Morale (ma io già la conoscevo da tempo...): quando si tratta di sbattere il mostro in prima pagina si ci mette un secondo. Quando il mostro non è più mostro...chissenefrega!
Chi restituirà la dignità a quell'uomo?... e, per pietà cristiana, non vi voglio rammentare il triste e clamoroso caso di Enzo Tortora...
 

brenin

New member
Letto i vostri post faccio una breve riflessione partendo dal presupposto che sono contrario alla pena di morte :
1) l'ergastolo a tutti gli effetti non esiste più,se non in casi eccezzionali per reati di stampo mafioso ;
2) detto questo,per le vittime - supponiamo - di un serial killer ( o di un terrorista o di un pirata della strada ), quale giustizia stiamo applicando ? e quale punizione sarebbe giusta applicare ?
3) oggi si parla di recupero,di reintegrazione,di periodi di detenzione "con sconto pena ", ma ai familiari delle vittime cosa si può dire ?
Immaginate certe sentenze, e proviamo tutti ad immedesimarci nei familiari di chi è stato massacrato: quale certezza della pena si può assicurare loro ?
Nessuna.
Stendo un velo pietoso poi sulle indagini "sensazionali",sugli arresti eccellenti,sullo sbattere il mostro ( che poi non si rivelerà tale ) in prima pagina e mi chiedo : perchè quel magistrato esercita ancora ? Ergo : non ci sarà mai equa giustizia per le vittime.
 

Dallolio

New member
Interessante argomento. Voglio portare alla vostra cortese attenzione un caso esemplare (del quale sono testimone diretto e quindi non "condizionato" dalle "bombe mediatiche" sparate solo per fare audience...)
Vi ricordate Padre Fedele? Il "violentatore" di suore, il "pornografo", il "depravato" che si accompagnava con pornostar da redimere, l'esaltato che faceva il tifo in curva coi "beceri" tifosi del Cosenza Calcio, ecc. ecc. (vado a memoria...) E' stato sbattuto in prima pagina da Striscia la Notizia e da tutte le reti e tg nazionali e dai maggiori quotidiani.
Ebbene, vi chiedo: qualcuno di voi sa, o ha saputo, che Padre Fedele è stato assolto da ogni accusa - perché il fatto non sussiste - ? notate bene: IL FATTO NON SUSSISTE!
Qualcuno di voi ha letto UNA RIGA o ha sentito UNA PAROLA di questa sentenza? Qualcuno di voi ha sentito parole di SCUSE nei confronti di quest'uomo?
Morale (ma io già la conoscevo da tempo...): quando si tratta di sbattere il mostro in prima pagina si ci mette un secondo. Quando il mostro non è più mostro...chissenefrega!
Chi restituirà la dignità a quell'uomo?... e, per pietà cristiana, non vi voglio rammentare il triste e clamoroso caso di Enzo Tortora...

Che orrore. In questo caso non esiste nessun risarcimento possibile, davvero. La folla curiosa sbrana e uccide e poi torna alle occupazioni di prima, sentendosi buon padre o madre di famiglia.
Comunque per quanto riguarda il mio topic originario facevo riferimenti solo a casi di rei confessi di delitti di sangue, inchiodati da prove sicure... in quel caso a mio avviso una dolce morte nascosta sarebbe un dolce viatico.
 

Dallolio

New member
Ancora meno allora lo stato dovrebbe avere il diritto di chiudere, come dici tu, "dolcemente" una vita. Non c'è morte "dolce". O meglio uccisione dolce. Per quanto crudele possa essere il mio pensiero di punizione per certi crimini gravi, tant'è che nel mio precedente intervento ho considerato la pena di morte come soluzione troppo comoda, sarò sempre contrario alla legge che vige in certi paesi di sopprimere una vita.
Iniezione letale o altro, io lo chiamo uccidere chi ha ucciso. E scusami se dissento in maniera così categorica, ma la trovo proprio una barbarie d'altri tempi.
Poco me ne importa, personalmente, se il soggetto dopo 100 anni di lavori forzati non si reintegra. Sai quanti ospedali, strade, scuole, istituti vari potremmo far costruire con il lavoro forzato dei detenuti? Che loro lo capiscano o meno sinceramente non lo ritengo, a questo punto, così importante. Oppure magari sbaglio. Magari invece il tentativo (che tu ritieni impossibile) da parte delle autorità di far redimere i condannati, potrebbe, chi lo sa, avere un effetto inaspettato verso quei soggetti nel limbo fra baratro e salvezza. Che ne sappiamo noi? La consapevolezza di ciò che è bene o male, nella mente delle persone funziona in modo bizzarro.
Ma rispetto la tua opinione e comprendo lo stato d'animo dei parenti di certe vittime brutalmente assassinate, nonché le loro istintive reazioni punitive. Ma se la reazione punitiva non appartenesse legalmente allo stato vivremmo nel caos totale.

Questo è un argomento tanto "difficile".
Credo che il valore afflittivo definisca la quantità di formazione di deficit verso il criminale come una riduzione dei suoi diritti sociali e il soddisfacimento delle sue necessità. Una pena deve essere una pena :MUCCA. Propendere però per l'eliminazione quando il soggetto tu lo definisci irrecuperabile mi fa rabbrividire. Non sarà mai dimostrato il suo valore deterrente. La pena di morte tra l'altro mette in netto svantaggio le persone con meno possibilità di affrontare un processo capitale, non credi? Voglio dire, qualcuno deciderà pure se certe persone, come sostieni tu, non potranno più essere degne di alcuna considerazione nel mondo, vero? E vuoi esserlo tu? E con che diritto e con quali ragioni?
Quali potranno essere sennò queste persone? Secondo te la pena di morte è compatibile con la dignità umana? Io credo che i diritti umani siano e saranno sempre universali. Non c'è posto sulla terra dove non sia promossa la pietà e il perdono. Ce lo insegnano fin da piccoli.
NO alla pena di morte!

In questa settimana ho riflettutto su quello che ci siamo detto; forse la soluzione più umana sarebbe la condanna del reo ma dando, in qualunque momento la possibilità di uscire dall'esistenza in modo dolce... non mi sembra giusta una condanna all'utilità sociale per chi non ha nessun interesse nell'umanità, a mio avviso sarebbe più equo epietoso mantenere in ogni carcere una sorta di centro per la dolce morte assistita in cui recarsi su base VOLONTARIA.
 

Dallolio

New member
Ma chi dovrebbe decidere sulla irrecuperabilità di un essere umano? un giudice? Un altro uomo?
Ma forse ci si dimentica troppo spesso che il carcere non è o non dovrebbe essere un luogo dove si consumi una vendetta, ma un mezzo per la società di proteggersi e credo che una società (o lo stato) dovrebbe esimersi da considerazioni morali. Mi piacerebbe pensare che a chi ha sbagliato vengano dati degli strumenti per non nuocere più una volta fuori dal carcere, che poi la persona si sia pentita o meno non è la cosa che mi interessa di più!

...e non vorrei vivere in uno stato dove si legalizza l'omicidio.

Quindi, per semplificare, tu sostieni che lo stato dovrebbe avere solo un ruolo "contenitivo" nei confronti dell'assassino, e non rieducativo o esistenziale?
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
In questa settimana ho riflettutto su quello che ci siamo detto; forse la soluzione più umana sarebbe la condanna del reo ma dando, in qualunque momento la possibilità di uscire dall'esistenza in modo dolce... non mi sembra giusta una condanna all'utilità sociale per chi non ha nessun interesse nell'umanità, a mio avviso sarebbe più equo epietoso mantenere in ogni carcere una sorta di centro per la dolce morte assistita in cui recarsi su base VOLONTARIA.
:OO


Forse sarebbe proprio quella la condanna. Sei stato irrispettoso, tanto per usare un termine buono, verso la vita altrui? Ora sarai condannato a riparare. A rendere migliori quelle di tanti altri.
Se un criminale non lo si può più lasciare a piede libero, oggigiorno la pena più umana da scontare è il carcere a vita.

Amico Dallolio, non si può assolutamente dare la morte :? a chi dice di desiderarla :paura:. Ti dico già che non accadrà mai. Soprattutto in Italia. E aggiungo "Per fortuna!". Voglio sperare che sarebbe inutile un mio chiarimento su un'eventuale richiesta di passare a miglior vita da parte di un condannato, vero?
 

Dallolio

New member
:OO


Forse sarebbe proprio quella la condanna. Sei stato irrispettoso, tanto per usare un termine buono, verso la vita altrui? Ora sarai condannato a riparare. A rendere migliori quelle di tanti altri.
Se un criminale non lo si può più lasciare a piede libero, oggigiorno la pena più umana da scontare è il carcere a vita.

Amico Dallolio, non si può assolutamente dare la morte :? a chi dice di desiderarla :paura:. Ti dico già che non accadrà mai. Soprattutto in Italia. E aggiungo "Per fortuna!". Voglio sperare che sarebbe inutile un mio chiarimento su un'eventuale richiesta di passare a miglior vita da parte di un condannato, vero?

Non è inutile, anzi... Esistono già cliniche di morte assistita, perchè non dovrebbero essere proposta agli assassini?
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Non è inutile, anzi... Esistono già cliniche di morte assistita, perchè non dovrebbero essere proposta agli assassini?
Ma a quanto ne so quelle sono per malati terminali che, è stato constatato, non hanno neanche la minima e più remota possibilità di migliorare le loro condizioni e soffrono le pene dell'inferno a causa delle loro malattie. E anche in quel caso opinione pubblica, autorità, chiesa, scienza, psicologi, pincopallo, tizio, caio e sempronio non sono mai giunti a conclusione su che cosa è più umano fare, su come rispettare i diritti civili, umani. Eutanasia, aborto... sono tutti temi sui quali non ci si accorderà mai definitivamente.
E poi torniamo al punto di partenza se l'individuo da sopprimere è incapace di intendere e di volere. Chi decide? Per forza l'uomo, quindi non se ne esce...
 

momi

Member
Quindi, per semplificare, tu sostieni che lo stato dovrebbe avere solo un ruolo "contenitivo" nei confronti dell'assassino, e non rieducativo o esistenziale?

Non proprio, quello che volevo dire che lo stato non dovrebbe usare la vendetta, e certamente si dovrebbe cercare di rieducare, o dare alle persone un'altra opportunità una volta fuori dal carcere;
un po' di tempo fa ho lavorato per un periodo in carcere, e mi sono domandata spesso come mai in millenni di storia e di progresso, nei riguardi di chi commette un crimine la risposta degli stati è più o meno invariata: il carcere (certo il sistema cambia nei vari stati, ma sempre di reclusione si parla).

purtroppo o inevitabilmente quando si parla di delitti e di giustizia, l'emotività è di gran lunga più presente della razionalità,

quello che volevo dire è che io una soluzione su cosa fare con chi commette crimini "orrendi" non c'è lo, ma che comunque l'uccisione dell'assassino non è una risposta.
 

Dallolio

New member
Ma a quanto ne so quelle sono per malati terminali che, è stato constatato, non hanno neanche la minima e più remota possibilità di migliorare le loro condizioni e soffrono le pene dell'inferno a causa delle loro malattie. E anche in quel caso opinione pubblica, autorità, chiesa, scienza, psicologi, pincopallo, tizio, caio e sempronio non sono mai giunti a conclusione su che cosa è più umano fare, su come rispettare i diritti civili, umani. Eutanasia, aborto... sono tutti temi sui quali non ci si accorderà mai definitivamente.
E poi torniamo al punto di partenza se l'individuo da sopprimere è incapace di intendere e di volere. Chi decide? Per forza l'uomo, quindi non se ne esce...

In questo caso effettivamente non avrebbe alcun senso la pena di morte (se fosse incapace di intendere e volere credo che la cosa migliore sarebbe un ospedale con strutture adeguate), tuttavia nel caso io in cui l'assassiono lo desiderasse con consapevolezza secondo me sarebbe una dimostrazione di grande pietà quella di mettergli a disposizione delle strutture per morire.
 
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