Eric Kastner

unkadunka

New member
Ho scoperto da poco questo importante autore del 900 tedesco. In particolare mi hanno colpito molto queste poesie dell'abbandono.

Un uomo informa

L’anno è stato bello e non ritornerà.
Tu sapevi sempre cosa volevo, e te ne vai.
Ma sì, vorrei, te lo potrei spiegare,
eppure spero che non mi capirai.

Ti dissi qualche volta di lasciarmi
e ti ringrazio di essere rimasta sempre.
Mi conoscevi eppure non hai mai imparato a conoscermi.
Avevo paura di te perché tu mi ami.

Tu forse pensi che ti abbia ingannato.
Tu certo pensi che non sono come prima.
Eppure non ti ho mai mentito!
Anche se piangi.

A volte la mia freddezza ti infuriava.
Devo ammettere che allora fosti acuta.
Perché io ebbi sempre gli stessi sentimenti.
Mai forti abbastanza.

Pensi, lo so, che volessi vantarmi,
che stessi tronfio sopra un piedistallo.
Non stavo sopra. Stavo solo distante da te.
Ce l’hai con me perché mi stai lasciando.

Ci sono altri che provano ciò che provo io.
Noi siamo tanto più miseri di voi.
Noi non cerchiamo, ci facciamo solo trovare. Tutto qui.
Se vi vediamo soffrire, vi invidiamo.

Beate voi che vi è concesso qualunque sentire.
E quando siete disperate, per noi è solo
la scarpa che stringe. Ah, le anime nostre
stanno sedute a guardare l’amore.

Io ti temevo perché facevi domande.
Avevo bisogno di te eppure ti ho solo fatto male.
Pretendevi risposte. Cosa volevi, che dicessi:
“Vai!”

E’ facile spiegarsi con le parole.
Lo faccio solo perché è ciò che chiedi.
L’anno è stato bello e non ritornerà.
Chi verrà adesso? Addio! Ho paura.
 

unkadunka

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La romanza oggettiva

Romanza oggettiva

Dopo otto anni che si conoscevano
(e possiamo dire: si conoscevano bene),
il loro amore improvvisamente mancò.
Così come ad altri un bastone o un cappello.

Erano tristi, si atteggiavano a gai,
provavano a baciarsi, come se nulla fosse,
si guardavano, senza saperne di più.
Poi lei alla fine pianse. E lui stette lì.

Dalla finestra si poteva far segno alle navi.
Lui disse che erano già le quattro e un quarto,
tempo d’andare a prendere un caffè.
Nelle vicinanze qualcuno s’esercitava al piano.

Andarono nel più piccolo caffè del luogo,
e girarono i cucchiaini nelle tazze.
La sera erano ancora seduti lì.
Erano i soli a sedere, non dicevano parola.
Non riuscivano, semplicemente, a capire.
 
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