Ozpetek, Ferzan - Sei la mia vita

Wonderman83

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Devo dire che rimango un po'scettico quando leggo di registi che si mettono a scrivere. Ho pensato subito all'idea che oggi scrivono tutti, che la tuttologia è una moda e altri simili luoghi comuni. Invece mi son trovato di fronte un libro simpatico. Francamente confesso di essere un fan del regista turco più famoso di Italia, sebbene non abbia apprezzato molto i suoi ultimi film. In questo libro ho trovato tanta vita vissuta che spesso il regista non ha mancato di trasporre nei suoi film, ricorrono storie che abbiamo visto ne "le fate ignoranti" o "la finestra di fronte" fino al più recente "mine vaganti". E'una scrittura molto emotiva che ti tiene incollato alle pagine ed è ciò che più amo in un libro. E'una dichiarazione d'amore rivolta alla vita, ai suoi affetti, alla sua arte, in una parola al suo mondo.
Chissà se forse sia bene che Ozpetek, d'ora in poi, si dedichi più alla scrittura che al cinema.
 

estersable88

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Membro dello Staff
"Un’auto lascia Roma di primo mattino. Alla guida, c’è un affermato regista. Sul sedile accanto, l’uomo che da molti anni ama di un amore sconfinato. Dove
stanno andando? Mentre la città si allontana e la strada comincia a inerpicarsi dentro e fuori dai boschi, il regista decide di narrare al compagno silenzioso
il suo mondo «prima di lui»: «La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà solo nostra». Inizia così un viaggio avanti e indietro nel
tempo: i primi anni in Italia, dove era giunto dalla Turchia non ancora diciottenne con il sogno di studiare e fare cinema, le persone che hanno lasciato
il segno, gli amici, gli amori, le speranze, le delusioni, i successi. Storie che conducono ad altre storie, popolate da figure indimenticabili e bizzarre:
una trans egocentrica sul viale del tramonto, un principe cleptomane, un centralinista con il rimpianto della recitazione, una cassiera tradita dalle congiunzioni
astrali, una bellissima ragazza dallo spirito inquieto. E poi, raffinati intellettuali, inguaribili romantiche, noti cinefili, amanti respinti e madri
niente affatto banali. Sullo sfondo, il palazzo di via Ostiense dove tutto accade, crocevia di solitudini diverse, ma anche di intense amicizie e travolgenti
passioni. Il palazzo che nel tempo si è trasformato, conservando però intatti i suoi più intimi segreti. E, soprattutto, la città di Roma, come nessuno
l’ha mai raccontata. Gli anni Settanta-Ottanta e la contagiosa atmosfera di libertà senza freni, le lunghe estati nel segno della trasgressione, il femminismo,
la progressiva presa di coscienza di sé della comunità gay, la solidarietà che cementa i legami, gli incontri folgoranti con alcuni protagonisti del cinema
italiano, le stagioni, i luoghi e le voci di un passato ormai perduto per sempre. Tante storie, esilaranti eppure commoventi, che compongono «la Storia»
di un’esistenza che si annulla in un’altra come estremo dono d’amore. Un Amore che non si arrende, un sentimento assoluto capace di resistere a qualsiasi
prova. Con sguardo irresistibile, lieve e toccante al tempo stesso, al suo secondo libro Ferzan Ozpetek, il regista che più di ogni altro sa parlare di
sentimenti, ci rivela un mondo sospeso tra lacrime e risate, fiction e realtà, fino all’epilogo, struggente e inaspettato. Un mondo che pare fatto della
stessa materia dei suoi film. E che, pagina dopo pagina, ci incanta e ci colpisce. Proprio come la vita".


“Sei la mia vita”. E’ questo il testo del messaggio che tanti anni prima il regista Ferzan Ozpetek riceve dal suo compagno dopo una lite. Quelle parole gli sono entrate dentro, gli si sono impresse nel cuore ed è per questo che ora, proprio quando il suo compagno vede la vita scivolargli via, lui gli racconta la sua. Lo fa durante un viaggio dal quale non si sa se e quando torneranno, così il silenzio dell’auto si riempie di ricordi, di vita, di tante vite, di risate, di bagordi, di perdite, d’amore.
Una dose smisurata d’amore è ciò che resta a Ferzan per combattere una malattia arrivata troppo presto e che gli sta portando via l’uomo che ama. Presto assisterlo diventerà troppo gravoso, “insopportabile” ha detto il medico: potrebbe portarlo in una struttura attrezzata, potrebbe farla finita con lui, ma no, il regista fa una scelta diversa, una scelta d’amore.
E’ il secondo libro di Ferzan Ozpetek, dopo il bellissimo “Rosso Istanbul”, e, come il primo, è bellissimo. Ferzan Ozpetek ha un dono particolare nel raccontare e nel descrivere: leggendo si ha l’impressione di vedere, di vivere le situazioni descritte, come se si stesse guardando uno dei suoi film. Così le pagine scorrono, come il paesaggio circostante nel viaggio descritto, dense di ricordi, colori, profumi, chiacchere. E ci ritroviamo al finale, struggente ed impietoso, di questa storia piena di umanità. Nonostante spesso gli episodi raccontati siano divertenti o bizzarri, il sentimento dominante è la tristezza, l’ineluttabilità… e non potrebbe essere altrimenti. Nonostante ciò, lo consiglio caldamente: è un libro che, a suo modo, dà conforto e descrive una grandissima prova d’amore.
Lettura consigliata, dunque, e seconda prova narrativa superata per Ozpetek.
 
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