Zingaro di Macondo
The black sheep member
Temo che Sorrentino corra il rischio di rimanere imbrigliato nella creatura che lo ha reso famoso. Per ciò non farò nessun riferimento a “La grande bellezza”, così come non citerò Fellini, se non di sfuggita. Dirò solo che ritengo che Sorrentino non imiti il suo maestro, essendo i suoi più che altro delle rivisitazioni che tendono a omaggiarlo.
Provo a dire qualcosa sul film.
Di solito quando spunta il surrealismo arriccio un po’ il naso, perché ritengo che troppo spesso molti si nascondano dietro a questo paravento per dire e fare qualsiasi cosa. Una specie di parola magica che consente di tutto e a me non sempre piacciono le cose a prescindere dal ragionamento.
Invece in questo film anche le scene apparentemente più slegate dalla vicenda, nascondono punti di contatto con la trama, che, mi sono reso conto poi, non avrebbero potuto essere raccontate se non appunto in chiave onirica o più o meno onirica.
Il film non è di certo il trionfo dell’ottimismo, anche se in certe parti si ride, in modo paradossale e grottesco, perché non in altri modi si può ridere di vicende che vanno al di là del dolore per scavare nel nocciolo della nostra esistenza.
In Youth ci sono gli stereotipi umani: c’è il penitente, il frustrato, l’anticonformista e l’ipocrita, tutti descritti a partire dalle loro debolezze e attraverso scambi di battute indimenticabili.
Provo a dire qualcosa sul film.
Di solito quando spunta il surrealismo arriccio un po’ il naso, perché ritengo che troppo spesso molti si nascondano dietro a questo paravento per dire e fare qualsiasi cosa. Una specie di parola magica che consente di tutto e a me non sempre piacciono le cose a prescindere dal ragionamento.
Invece in questo film anche le scene apparentemente più slegate dalla vicenda, nascondono punti di contatto con la trama, che, mi sono reso conto poi, non avrebbero potuto essere raccontate se non appunto in chiave onirica o più o meno onirica.
Il film non è di certo il trionfo dell’ottimismo, anche se in certe parti si ride, in modo paradossale e grottesco, perché non in altri modi si può ridere di vicende che vanno al di là del dolore per scavare nel nocciolo della nostra esistenza.
In Youth ci sono gli stereotipi umani: c’è il penitente, il frustrato, l’anticonformista e l’ipocrita, tutti descritti a partire dalle loro debolezze e attraverso scambi di battute indimenticabili.
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