Kondo, Marie - Il magico potere del riordino.

Dallolio

New member
In questo breve saggio l'autrice, Marie Kondo, analizza le implicanze esistenziali di un gesto all'apparenza banale come riordinare; tale pratica quotidiana assurge a un significato più profondo nell'opera dell'autrice in quanto ci viene mostrato come un riordino di tutti i nostri oggetti consenta un miglioramento del nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.
Personalmente ritengo la presente opera un saggio godibile e con notevoli spunti, sebbene sovente l'autrice porti alle conseguenze estreme la sua analisi del nostro rapporto con il riordino, fino a giungere ad eviscerare il nostro rapporto con gli oggetti e la necessità di prenderci cura di essi.
Non so valutare l'originalità e l'unicità dell'opera, in quanto la stessa Kondo sottolinea che la sua opera si inserisce in un filone di economia domestica particolarmente attivo in Giappone, tuttavia ai miei occhi di profano del tema è una lettura vivace e originale scritto con un linguaggio divulgativo e accessibile.

Voto: 8/10
 

Meri

Viôt di viodi
Interessante, alcune cose già le faccio. Però bisogna ammetterlo: lei è un po' ossessiva-compulsiva:mrgreen:
 

Spilla

Well-known member
Alcune idee sono buone, altre ... buone per un giapponese, credo :mrgreen:
Mettere i libri nello scaffale delle scarpe? :OO
Svuotare la borsa tutti i giorni?
Buttare tutte le carte e i documenti? :??

L'idea di alleggerire la propria casa dall'inutile è validissima, ma ho avuto la netta sensazione che la Kondo fondamentalmente si rivolga ad un target di (giovani) donne single, che possono controllare ogni aspetto della propria esistenza :boh:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Su www.lercio.it ho letto una battuta su Marie Kondo.
Non sapendo chi fosse mi sono informato.

Sono rimasto basito dalla sua esistenza, dai suoi libri, dai milioni di copie che ne vende e dai suoi programmi TV.
Non riesco a capire come sia possibile che milioni di persone abbiano bisogno di una guida spirituale persino per piegare le mutande o le calze, o sistemare le foto in una scatola.
Non capisco se sia pazzia o che certa gente non abbia proprio nulla dentro.
In ogni caso, se proprio se ne sente il bisogno, piuttosto che 'sta roba, meglio una bella scuola femminile di suore vecchie, arcigne, coi baffi, l'alito puzzolente che ti costringono a mangiare le polpette fatte coi loro avanzi.
Almeno da quegli ambienti, ogni tanto viene fuori qualche alunna che si ribella, scappa e scopre di avere un cervello.
Ma da certi filmati su youtube non può nascere proprio nulla, non lasciano alcuna speranza.
Un incubo del genere non era venuto in mente nemmeno ad Aldous Huxley quando scrisse il Mondo Nuovo.

PS: finchè a qualcuno frega qualcosa di quella lì, per favore, lasciamo la Famiglia Patriarcale in cima ai valori della società.
Eh sì. Perchè non si può fare una testa così sul femminismo e poi leggersi i suoi libri di economia domestica per bambole gonfiabili.
 
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