Spanbauer, Tom - L'uomo che si innamorò della luna

Dory

Reef Member
"Il walk-about è una danza in cui la gente si dispone a semicerchio. Uno canta una strofa mentre gli altri ascoltano, e quando finisce, tutti cominciano a girare in tondo e a cantare forte il ritornello, muovendo il corpo come vuole lui. Poi una persona fa un passo avanti verso il centro del semicerchio e rimane lì a ballare da sola, a ballare la storia dell'essere umano - non importa quale, o che effetto fa e come la vuole ballare - mentre tutti gli altri guardano."

Razzismo, fanatismo religioso, omosessualità. No, l'ambientazione di questo libro non è Giugno 2015, ma il 1895.
Questi temi non potevano essere più attuali, ma mi chiedo se siano mai stati "non attuali" e se lo saranno mai.

Il protagonista e voce narrante della storia raccontata in questo libro è il figlio di una prostituta indiana e vive con la madre in un paesino dell'Idaho chiamato Excellent. Non sa chi sia il padre, non sa se sia indiano o bianco, non sa cosa significa il suo vero nome, e non può dirlo a nessuno perché la madre gli ha detto che se qualcuno lo chiamava con quel nome avrebbe potuto essere il diavolo. Così lo chiamano Out in the Shed (Fuori nella Baracca), o Mr. Shed, o "Ehi tu" o "vieni un po' qui ragazzino", o altri soprannomi che scoprirete. All'età di dodici anni viene violentato da un uomo che poi uccide sua madre, e viene cresciuto dalla bizzarra e scandalosa proprietaria dell'albergo/bordello in cui lavorava la madre. Ma a Excellent di bizzarro c'è molto altro, dai suoi coloriti abitanti alla famiglia che ricostruirà Shed andando alla ricerca delle sue origini e del significato del suo nome indiano: "una famiglia che non è una vera famiglia, ma è molto meglio di tante vere famiglie".

Questa storia mi ha spiazzato, scioccato e catturato. E' una di quelle storie che sono un concentrato di tutte le emozioni, positive e negative, che un essere umano può provare, divertimento e disperazione, gioia e tristezza, incanto e disgusto, estasi e dolore. Ed è proprio "l'essere umano" il centro focale di questa storia, in particolare la domanda delle domande: cos'è un essere umano. Una persona, solo una persona, non la razza, non il colore, non "da che parte si fa la riga nei capelli", non le sue inclinazioni sessuali. Una persona e basta.
Per me il libro ci riesce, riesce a dare una risposta a questa domanda ribaltandola, dicendo quando le persone smettono di "essere umane", e cioè (estrapolando dalle parole di uno dei protagonisti del libro) quando "pretendono di avere il dono della verità, mentre gli altri secondo loro non ce l'hanno".
Una risposta semplice, magari ovvia, ma che è molto difficile da realizzare, cosicché al mondo probabilmente ce ne sono molto pochi di "esseri umani".

Un'ultima citazione (ce ne sono mille che ho sottolineato) che è anche la mia (molto semplice) filosofia di vita

"Essere se stessi e lasciare in pace gli altri. Questo è il mio modo di intendere la libertà"
 
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alessandra

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Che bella recensione, l'ho messo in wishlist :)
 
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