Sauvageot, Marcelle - Lasciami sola

labonsai

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Una giovane donna ricoverata in un sanatorio riceve una lettera dall'uomo che ama: poche parole lapidarie con cui lui le annuncia che sposerà un'altra e le offre in cambio la sua amicizia. A questa sentenza senza appello Marcelle Sauvageot non risponde con una lettera ma con una sorta di commento, una riflessione sotto forma di monologo nella quale si interroga, senza alcuna concessione e calandosi con coraggio nel mistero dei sentimenti più intimi, sul rapporto che lega un uomo e una donna. E in nome di quella vita che sta per abbandonarla, ma che lei vuole vivere sino in fondo senza compromessi, rivendica a gran voce un amore assoluto, che pretende un totale coinvolgimento e insieme la massima consapevolezza. Testimonianza lucida e straziante su grandi temi come l'amore, la morte, l'amicizia e la gelosia, il libro di Marcelle Sauvageot uscì per la prima volta in Francia nel 1934 e fu un inatteso, sensazionale caso letterario. Ripubblicato a più riprese, ma anche rimasto per lunghi periodi assente dalla ribalta editoriale, "Lasciami sola" interessò e commosse grandi intellettuali: Paul Valéry, Paul Claudel e Clara Malraux, fra i tanti, elogiarono l'intensità di questo grido di dolore puro e senza tempo.

Letto con poca attenzione nel bel mezzo della mia storia d'amore, ha avuto poco effetto su di me, ma riletto ora nel pieno del dolore per aver perso quell'amore, mi ha incredibilmente coinvolta.
Lei dice "Quando non si conosce un dolore, si ha più forza per fronteggiarlo, perchè si ignora la sua portata: si vede solo la lotta e si spera che più avanti arrivi un momento migliore. Ma quando lo si conosce, viene voglia di alzare le mani per chiedere grazia ed esclamare, esausti ed increduli:"Ancora?". Già si prevedono tutte le fasi della sofferenza che si dovranno attraversare e si sa che dopo ci sarà solo il vuoto. La mattina presto, quando il dolore è ancora sopito, ci sarà il risveglio, e allora si pregherà il Signore di lasciarci dormire ancora. E' come un tumore avvolto nell'ovatta: si fa sentire all'improvviso, con una fitta violenta. E' un'immagine piccola, recisa, che due giorni prima sarebbe parsa inoffensiva; è un gesto, è uno sguardo a cui non si aveva mai fatto caso, che, rivisti con l'immaginazione e rivolti a un'altra donna, arrestano i battiti del cuore con uno spasmo doloroso. E' un progetto coltivato in segreto per far piacere a lui, e la cui inutilità si mostra dietro una smorfia improvvisa. Di giorno o la sera ci sono momenti di calma in cui ci si sorprende a non sentire nulla; e allora si fa la posta alla frase, al suono, al profumo che risveglierà all'improvviso il dolore. Un qualsiasi nonnulla è un pretesto per piangere; una stupida frase letta sul giornale, che in altre condizioni provocherebbe solo una scrollata di spalle, getta in un abisso di commozione." Non potevo sentire descritto in modo più preciso quello attraverso il quale sto passando. Un libro che ti scava dentro e ti mette a confronto con te stessa e con quello che avevi. Consigliato a chi, come me, ha bisogno del "la" per dare via al suo sfogo, ma sconsigliato a chi invece il dolore preferisce ignorarlo e non affrontarlo.
 
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