19° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A occhio e croce, dopo la pausa estiva e dopo aver sbirciato i post di due affezionati utenti/poeti nel 3d dei compleanni :mrgreen: direi che è giunta l'ora di aprire il nuovo Poeticforum!!
Coraggio, non abbiate paura di postare la vostra poesia preferita e di commentarla, non siamo esperti ma curiosi sì...
Per i nuovi utenti, funziona così:
ognuno di noi posta una poesia, e poi, finita la fase delle proposte, le commentiamo una per una (da profani, scrivendo ciò che suscita in noi o cosa ci fa venire in mente),

Vi aspetto :D
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
PREGHIERA DEL CLOWN


Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono,
ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno,
un pò per amor Tuo e un pò perchè hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene,
rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola,
ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.
C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità,
noi dobbiamo soffrire per divertirla.
Manda, se puoi, qualcuno su questo mondo,
capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.

Antonio De Curtis Toto’
 

maclaus

New member
Alessandra, colgo subito il tuo invito... anche perchè hai postato quella che più che una poesia è un'amara introspezione fatta dal grande Totò.
Da sempre sono un estimatore dell'inarrivabile Antonio de Curtis, da tutti conosciuto come attore comico ma autore di canzoni e poesie splendide: Malafemmena e 'A livella, solo per citare le più famose.
Con questa preghiera del clown egli rivela la sua vera natura, che era malinconica... a dispetto di quella che mostrava in pubblico.
Il verso finale è, per me, una dichiarazione disperata che fa capire pienamente la sua sofferenza interiore.
 

bouvard

Well-known member
Io questa volta ho scelto il testo di una canzone che per me è poesia :)

Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare
respiro al largo, verso l'orizzonte.
Genova, repubblicana di cuore, vento di sale,
d'anima forte.
Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi,
parole antiche e nuove sparate a colpi come da archibugi.
Genova, quella giornata di luglio, d'un caldo torrido
d'Africa nera.
Sfera di sole a piombo, rombo di gente, tesa atmosfera.
Nera o blu l'uniforme, precisi gli ordini, sudore e rabbia;
facce e scudi da Opliti, l'odio di dentro come una scabbia.
Ma poco più lontano, un pensionato ed un vecchio cane
guardavano un aeroplano che lento andava macchiando il mare;
una voce spezzava l'urlare estatico dei bambini.

Panni distesi al sole, come una beffa, dentro ai giardini.
Uscir di casa a vent'anni è quasi un obbligo, quasi un dovere,
piacere d'incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere,
la grande folla chiama, canti e colori, grida ed avanza,
sfida il sole implacabile, quasi incredibile passo di danza.
Genova chiusa da sbarre, Genova soffre come in prigione,
Genova marcata a vista attende un soffio di liberazione.
Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia
e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia.
Si rompe il tempo e l'attimo, per un istante, resta sospeso,

appeso al buio e al niente, poi l'assurdo video ritorna acceso;
marionette si muovono, cercando alibi per quelle vite
dissipate e disperse nell'aspro odore della cordite.

Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore,
ma come quella vita giovane spenta, Genova muore.
Per quanti giorni l'odio colpirà ancora a mani piene.
Genova risponde al porto con l'urlo alto delle sirene.
Poi tutto ricomincia come ogni giorno e chi ha la ragione,
dico nobili uomini, danno implacabile giustificazione,
come ci fosse un modo, uno soltanto, per riportare
una vita troncata, tutta una vita da immaginare.
Genova non ha scordato perché è difficile dimenticare,
c'è traffico, mare e accento danzante e vicoli da camminare.
La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l'onda.
Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda.

La "salvia splendens" luccica, copre un'aiuola triangolare,
viaggia il traffico solito scorrendo rapido e irregolare.
Dal bar caffè e grappini, verde un'edicola vende la vita.
Resta, amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita

Piazza Alimonda - Francesco Guccini
 

shvets olga

Member
Lontano lontano

E lontano lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t’ amavano tanto

E lontano lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai questa mia timidezza
per cui tu mi prendevi un po’ in giro

E lontano lontano nel tempo
l’espressione di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l’aria triste che tu amavi tanto

E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano

Luigi Tenco
 

Monica

Active member
Nelle sere azzurre d'estate
andrò per i sentieri pizzicato dal grano
a calpestare l'erba tenera:
come in sogno ne sentirò il fresco nei piedi
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda
Non dirò nulla, non penserò a niente
ma l'amore che non ha fine,miriempirà l'anima
e andrò lontano,molto lontano come un vagabondo
attraverso la natura,felice come con una donna.

Arthur Rimbaud


Adoro le poesie,mi riesce difficile però commentarle,perchè ho l'impressione che sia un po' come sminuirle :).Ci proverò.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Nell'attesa di altre proposte :mrgreen: iniziamo a commentare la prima proposta, forse non una vera e propria poesia come diceva maclaus, ma l'ho voluta comunque postare perché le parole dell'autore mi hanno colpito nel profondo, forse anche perché di lui conoscevo solo l'aspetto comico, quello noto ai più.

PREGHIERA DEL CLOWN


Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono,
ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno,
un pò per amor Tuo e un pò perchè hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene,
rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola,
ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.
C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità,
noi dobbiamo soffrire per divertirla.
Manda, se puoi, qualcuno su questo mondo,
capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.

Antonio De Curtis Toto’
 

maclaus

New member
E' nelle sue poesie che Antonio de Curtis mostra il suo mondo intimista e molto spesso inserito nel sociale. Traspare in questi versi l’altro animo di Totò, quello del principe De Curtis, che tende a separarsi dalla maschera teatrale per rivendicare una sua autonoma fisionomia.
In quasi tutti i suoi componimenti, sia musicali che poetici, emerge un’amara visione della realtà, un costante ed intimo dialogo con la vita e con la morte, che rappresenta uno degli aspetti più caratteristici dell’animo napoletano.
In questa poesia, poi, ancora di più mette in mostra il suo vero io... che è quello, quasi sempre, di tutti coloro che nella vita fanno il mestiere di saltimbanco o attore o clown che tende a far divertire gli altri e poi nel privato si comportano esattamente al contrario.
Per chi lo conosce soltanto attraverso i suoi film può essere uno shock leggere le sue opere, senza tener conto della sua grande ispirazione di artista a tutto tondo e della sua grande umanità...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Il cammino

.

(Procedevo tra la folla)

Marciapiedi semafori strisce pedonali
negozi bar uffici banche, vetrine
Edifici, alti bassi moderni fatiscenti

Sole pioggia nebbia stagioni, grigio
Rombo di motori, sbuffi mefitici, frastuono

Volti amici volti ostili volti indifferenti, volti
Sorrisi gomitate gentilezza prepotenza, sguardi
Calma fretta urgenza stress, rassegnazione
Borse ombrelli occhiali cani telefonini, ego

Chi ha una meta chi la simula chi la rifugge
Muti vocianti comunicativi apatici, zombie

(E ti vidi da lontano)

Da una traversa il mio blob decisa incroci.
Qualche passo come a venirmi incontro…
Sorpresa piacere speranza, agitazione

Sosti con noncuranza a fissar quella vetrina
Seggioloni passeggini biberon e fasciatoi…
Riflessi un breve istante affiancati i nostri visi
Illusione dubbio onirica realtà, miraggio

Io proseguo e tu, serena, fiera al fianco mio ti poni
Troppo brevi i metri e il tempo, or per mano hai una bambina
Per attendervi rallento, mi raggiungi e passi oltre
Il mio passo allora affretto, sempre uniti resteremo

Ma i tuoi occhi sono tristi, siamo già di nuovo soli…

Poi mi guardi all’improvviso, ti avvicini sorridendo:
“Scusi…” e un attimo mi sfiori, mentre tagli il mio cammino

Non deviare, non adesso: troppi fogli ha ancora bianchi
del destino il nostro libro, per poter già scriver "Fine"...


Ma in un mare indifferente ed anonimo di teste
Già inghiottita dall’ignoto, nel mio mondo più non sei.


Hot
 
Ultima modifica:

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho letto altre poesie di Totò, alcune strappano un sorriso, altre sono più amare, ma spesso con un fondo di ironia. In nessuna ho percepito lo struggimento e la tristezza schietta e cruda che emerge dalla Preghiera del clown, la sensazione che chi l'ha scritta sia un uomo che soffre per il fatto stesso di essere quello che è, che sta male nei propri panni.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Siamo alla seconda opera da commentare, una canzone-poesia :wink:

Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare
respiro al largo, verso l'orizzonte.
Genova, repubblicana di cuore, vento di sale,
d'anima forte.
Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi,
parole antiche e nuove sparate a colpi come da archibugi.
Genova, quella giornata di luglio, d'un caldo torrido
d'Africa nera.
Sfera di sole a piombo, rombo di gente, tesa atmosfera.
Nera o blu l'uniforme, precisi gli ordini, sudore e rabbia;
facce e scudi da Opliti, l'odio di dentro come una scabbia.
Ma poco più lontano, un pensionato ed un vecchio cane
guardavano un aeroplano che lento andava macchiando il mare;
una voce spezzava l'urlare estatico dei bambini.

Panni distesi al sole, come una beffa, dentro ai giardini.
Uscir di casa a vent'anni è quasi un obbligo, quasi un dovere,
piacere d'incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere,
la grande folla chiama, canti e colori, grida ed avanza,
sfida il sole implacabile, quasi incredibile passo di danza.
Genova chiusa da sbarre, Genova soffre come in prigione,
Genova marcata a vista attende un soffio di liberazione.
Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia
e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia.
Si rompe il tempo e l'attimo, per un istante, resta sospeso,

appeso al buio e al niente, poi l'assurdo video ritorna acceso;
marionette si muovono, cercando alibi per quelle vite
dissipate e disperse nell'aspro odore della cordite.

Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore,
ma come quella vita giovane spenta, Genova muore.
Per quanti giorni l'odio colpirà ancora a mani piene.
Genova risponde al porto con l'urlo alto delle sirene.
Poi tutto ricomincia come ogni giorno e chi ha la ragione,
dico nobili uomini, danno implacabile giustificazione,
come ci fosse un modo, uno soltanto, per riportare
una vita troncata, tutta una vita da immaginare.
Genova non ha scordato perché è difficile dimenticare,
c'è traffico, mare e accento danzante e vicoli da camminare.
La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l'onda.
Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda.

La "salvia splendens" luccica, copre un'aiuola triangolare,
viaggia il traffico solito scorrendo rapido e irregolare.
Dal bar caffè e grappini, verde un'edicola vende la vita.
Resta, amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita

Piazza Alimonda - Francesco Guccini
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Piazza Alimonda

Non conoscevo questa canzone :boh:Incredibile come il cantautore-poeta ha trovato le parole giuste, come è riuscito a trasmettere bene l'immagine di quella città in quel giorno, e dopo, e tuttora, perché un fatto del genere non può non segnare per sempre un luogo.
Da leggere in silenzio, e da rileggere, perché sfugge sempre qualcosa. Ascolterò la canzone.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Oggi proponiamo un'altra canzone-poesia, di tutt'altro genere :) C'è qualcunoooooo? :mrgreen:


Lontano lontano

E lontano lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t’ amavano tanto

E lontano lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai questa mia timidezza
per cui tu mi prendevi un po’ in giro

E lontano lontano nel tempo
l’espressione di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l’aria triste che tu amavi tanto

E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano

Luigi Tenco
 

shvets olga

Member
Oggi proponiamo un'altra canzone-poesia, di tutt'altro genere :) C'è qualcunoooooo? :mrgreen:


Lontano lontano

E lontano lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t’ amavano tanto

E lontano lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai questa mia timidezza
per cui tu mi prendevi un po’ in giro

E lontano lontano nel tempo
l’espressione di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l’aria triste che tu amavi tanto

E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano

Luigi Tenco

Ascoltavo le canzoni italiane su youtube anche per imparare l’italiano, cosi ho scoperto canzoni di Luigi Tenco, solo leggendo i titoli: “Ho capito che ti amo”, “Vedrai vedrai”, “Se Potessi Amore Mio” e pensando imparare coniugazione dei verbi :). Il titolo “Lontano lontano” non mi diceva niente lontano e lontano, ma due anni fa l’ho ascoltato e “mi sento chiuse in gola le parole”, cosa dire, Tenco ha detto tutto semplice e chiaro, senza alcuna parola superflua, l'armonia assoluta tra forma e contenuto.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Concordo con Olga sull'ultima frase "l'armonia assoluta tra forma e contenuto" ma io, italiana, non l'avrei mai saputo dire così bene :)
E' evidente il carattere malinconico del cantante, che scrisse questa canzone nel 1966, l'anno precedente al suo suicidio. Sarà un caso, ma in questo testo sembra quasi che già sappia, come fosse rivolto a una persona che ama ancora, ma che deve inevitabilmente lasciare.
 

shvets olga

Member
Sono certa che sapete meglio di me tutte le circostanze della sua vita così breve e tragica, mi dispiace tanto. Per me Luigi Tenco è
un poeta fragile e ribelle, ragazzo e uomo nello stesso tempo.
La sua poesia cosi sincera, meravigliosamente semplice e a volte infantilmente ingenua e toccante .
La sua poesia cosi personale penso diventa personale per ogni lettore, cosi come diventata personale per me poesia-canzone Lontano lontano, questo sono io sto lontano lontano nel tempo e lontano lontano nel mondo, questo sono miei emozioni, miei ricordi… Questo secondo me è la vera arte.

Per ricordare.


 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Nuova proposta :)

Nelle sere azzurre d'estate
andrò per i sentieri pizzicato dal grano
a calpestare l'erba tenera:
come in sogno ne sentirò il fresco nei piedi
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda
Non dirò nulla, non penserò a niente
ma l'amore che non ha fine,mi riempirà l'anima
e andrò lontano,molto lontano come un vagabondo
attraverso la natura,felice come con una donna.

Arthur Rimbaud
 
Alto