Articoli della Costituzione

Di ritorno da una manifestazione di Grillo ho pensato che non poteva mancare, nel nostro forum, un topic con gli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana:

Art. 1
l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede
l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e
sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un';attività o una funzione che concorra al progresso materiale
o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali;
attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento
amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle
esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art. 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e
sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.
Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono
procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi
secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico
italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le
relative rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle
norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle
libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel
territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli
e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in
condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad
un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e
favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre
bande verticali di eguali dimensioni.
Art. 13.
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione
personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto
motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge,
l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che
devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se
questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati
e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a
restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
Art. 14.
Il domicilio è inviolabile.
Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi
e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della
libertà personale.
Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.
Art. 15.
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di
comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità
giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.
Art. 16.
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del
territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale
per motivi di sanità o di sicurezza.
Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi,
salvo gli obblighi di legge.
Art. 17.
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz';armi. Per le riunioni,
anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in
luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle
soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Art. 18.
I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini
che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche
indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Art. 19.
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in
qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in
privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon
costume.
Art. 20.
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od
istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di
speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma
di attività.
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,
lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità
giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo
autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per
l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo
intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può
essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente,
e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria.
Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro
s';intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i
mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre
manifestazioni contrarie al buon costume.
La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le
violazioni.
Art. 22.
Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della
cittadinanza, del nome.
Art. 23.
Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in
base alla legge.
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi
legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e
difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori
giudiziari.
Art. 25.
Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.
Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in
vigore prima del fatto commesso.
Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti
dalla legge.
Art. 26.
l'estradizione del cittadino può essere consentita soltanto ove sia
espressamente prevista dalle convenzioni internazionali. Non può in alcun caso
essere ammessa per reati politici.
Art. 27.
La responsabilità penale è personale.
l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e
devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di
guerra.
Art. 28.
I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente
responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti
in violazione di diritti.
In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
Art. 29.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata
sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i
limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Art. 30.
È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se
nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e
sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.
Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la
formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare
riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a
tale scopo.
Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non
per disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della
persona umana.
Art. 33.
l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali
per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza
oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono
la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento
scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole
o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi
ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
l'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle
famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Art. 35.
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad
affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge
nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.
Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità
del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia
un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il
lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non
può rinunziarvi.
Art. 37.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale
funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata
protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad
essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
Art. 38.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha
diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle
loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia,
disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento
professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o
integrati dallo Stato.
l'assistenza privata è libera.
Art. 39.
l'organizzazione sindacale è libera.
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione
presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un
ordinamento interno a base democratica.
I sindacati registrati hanno personalità giuridica.
Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare
contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti
alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
Art. 40.
Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.
Art. 41.
l'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività
economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini
sociali.
Art. 42.
La proprietà è pubblica o privata.
I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà
privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di
acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e
di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo
indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e
testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.
Art. 43.
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire,
mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a
comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese,
che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni
di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.
Art. 44.
Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi
rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera
privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie,
promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la
ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La
legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.
Art. 45.
La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di
mutualità e senza fini di speculazione privata.
La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne
assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.
La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato.
Art. 46.
Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le
esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a
collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle
aziende.
Art. 47.
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina,
coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla
proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei
grandi complessi produttivi del Paese.
Art. 48.
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore
età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.
Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei
cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività.
A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla
quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e
secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per
effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati
dalla legge.
Art. 49.
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere
con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Art. 50.
Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere
provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.
Art. 51.
Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e
alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti
dalla legge.
La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive,
parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.
Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo
necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro.
Art. 52.
La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge.
Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né
l'esercizio dei diritti politici.
l'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della
Repubblica.
Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro
capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Art. 54.
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne
la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle
con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
 

angel

New member
torejx ha scritto:
per lo meno s'è risparmiata le disposizioni transitorie e finali! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
quelli mi pare siano pochi in ogni caso. una ventina non di più. più che altro ci ha risparmiato da tutto il resto degli articoli! :)
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Lancio una provocazione.

A voi non sembra che alcuni articoli siano "vecchiotti"? Non andrebbe data una bella revisionata?

Secondo me si però NON CI SONO LE PERSONE GIUSTE PER FARLO. Attualmente non ci sono veri politici in Italia ma solamente manager individualisti che vedono il governo del paese esclusivamente come un modo per arricchirsi.

W la Costituzione! :D
 

Candy Candy

Active member
fà non devi lanciarmi queste provocazioni se no inneggio alla rivoluzione...
cmq non penso sia vecchia la nostra costituzione penso SOLO che a volte vada contro senso con se stessa! penso che sia sia vecchio chi ci governa e chi fa rispettare le leggi, ma anche corrotto e che comunque non può immedesimarsi nella popolazione italiana "povera" perche non abituato a pensare da "povero".
 
Molti articoli sono vecchiotti.

La circostanza che sia stata una costituzione di compromesso fra più ideologia a- a volte diametralmente opposte - ha portato, per molto tempo e ancora oggi, ad una difficile governabilità.

Poi bisogna pensare che molti articoli - vedi la parte sulle regioni - sono stati attuati - in maniera parziale e superficiale - solo dopo molti anni.

Siccome però in ogni caso è stata una conquista dopo un ventennio di dittatura e 80 anni di monarchia poco illuminata l'ha resa una costituzione intoccabile.
 

evelin

Charmed Member
Mi e' caduto l'occhio sull'art. 36... ecco,leggendo la prima parte non so se ridere o altro...!!!!
 

elydark

New member
evelin ha scritto:
Mi e' caduto l'occhio sull'art. 36... ecco,leggendo la prima parte non so se ridere o altro...!!!!


A me fa più ridere la seconda parte... chi ha un contratto a progetto purtroppo non ha ferie retribuite!!!!
 

Alfredo_Colitto

scrittore
evelin ha scritto:
Mi e' caduto l'occhio sull'art. 36... ecco,leggendo la prima parte non so se ridere o altro...!!!!
Be' anche la seconda parte, dove dice che il lavoratore ha diritto alle ferie e "non può" rinunciarvi, fa ridere amaro.

Sugli articoli vecchi, concordo pienamente con l'analisi di Candido.
Ora però una riforma della costituzione è diventata necessaria. solo che prima di porre mano a una cosa così importante, bisogna assicurare al paese un governo decente, altrimenti qualsiasi riforma sarà un peggioramento, al servizio unicamente di interessi di parte.
Io penso che questa (chiunque vinca) sarà una legislatura di prova. Poi, se le cose migliorano, delle riforme costituzionali forse potrà occuparsene la prossima legislatura.
 

Hoya

Duck Member
Alfredo_Colitto ha scritto:
evelin ha scritto:
Mi e' caduto l'occhio sull'art. 36... ecco,leggendo la prima parte non so se ridere o altro...!!!!
Be' anche la seconda parte, dove dice che il lavoratore ha diritto alle ferie e "non può" rinunciarvi, fa ridere amaro.

Sugli articoli vecchi, concordo pienamente con l'analisi di Candido.
Ora però una riforma della costituzione è diventata necessaria. solo che prima di porre mano a una cosa così importante, bisogna assicurare al paese un governo decente, altrimenti qualsiasi riforma sarà un peggioramento, al servizio unicamente di interessi di parte.
Io penso che questa (chiunque vinca) sarà una legislatura di prova. Poi, se le cose migliorano, delle riforme costituzionali forse potrà occuparsene la prossima legislatura.

Quoto!
 
Hoya ha scritto:
Alfredo_Colitto ha scritto:
Io penso che questa (chiunque vinca) sarà una legislatura di prova. Poi, se le cose migliorano, delle riforme costituzionali forse potrà occuparsene la prossima legislatura.

Quoto!

La cosa che più mi fa imbestialire è che non ci son state le elezioni e tutti - esponenti politici in primis- sanno che il prossimo parlamento non consentirà - nè a destra nè a sinistra - alcuna governabilità.

Sarebbe stato assai meglio un governo "tecnico"/ di larghe intese: non certo per riforme istituzionali.....ma almeno per fare una legge elettorale degna di questo nome.

Succederà - probabilmente a parti invertite - ciò che è successo all'ultimo governo Prodi: bisticci, lazzi e frizzi....auspicabilmente una nuova legge elettorale .... e fra non più di un altro anno nuove elezioni mentre la Cina avanza, l'expo crolla, l'inflazione decolla.......
 
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Secondo voi, quel "tutti" cosa vuol dire?
Lo sapete che in Italia NON è possibile difendersi ... in Tribunale "senza avvocato"!?
(La difesa "SENZA AVVOCATO" è ammessa SOLO per cause civili di poco valore, se non sbaglio inferiori ai 5.000 euro ... davanti al Giudice di Pace).
:(
E lo sapete che il vostro avvocato VA PAGATO anche se VINCETE una causa?
E lo sapete che NON E' VERO che chi perde la causa .. rimborsa, a voi che l'avete vinta, il costo del vostro avvocato?
Paolo
 
paolofederici ha scritto:
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Secondo voi, quel "tutti" cosa vuol dire?
Lo sapete che in Italia NON è possibile difendersi ... in Tribunale "senza avvocato"!?
(La difesa "SENZA AVVOCATO" è ammessa SOLO per cause civili di poco valore, se non sbaglio inferiori ai 5.000 euro ... davanti al Giudice di Pace).
:(
E lo sapete che il vostro avvocato VA PAGATO anche se VINCETE una causa?
E lo sapete che NON E' VERO che chi perde la causa .. rimborsa, a voi che l'avete vinta, il costo del vostro avvocato?
Paolo

L'ho scoperto tramite mio padre, infatti!!
 

Palmaria

Summer Member
Ambra ha scritto:
paolofederici ha scritto:
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Secondo voi, quel "tutti" cosa vuol dire?
Lo sapete che in Italia NON è possibile difendersi ... in Tribunale "senza avvocato"!?
(La difesa "SENZA AVVOCATO" è ammessa SOLO per cause civili di poco valore, se non sbaglio inferiori ai 5.000 euro ... davanti al Giudice di Pace).
:(
E lo sapete che il vostro avvocato VA PAGATO anche se VINCETE una causa?
E lo sapete che NON E' VERO che chi perde la causa .. rimborsa, a voi che l'avete vinta, il costo del vostro avvocato?
Paolo

L'ho scoperto tramite mio padre, infatti!!

Per maggiore precisione, la regola è che chi perde la causa paghi anche le spese legali della controparte vittoriosa, ma il giudice può comunque decidere per legge che per i più svariati motivi, non meglio indicati, le spese siano compensate comunque tra le parti, ovvero ognuno paghi il suo avvocato! Questa dovrebbe essere l'eccezione, ma succede troppo spesso, purtroppo! :(
 

ROSEMARY

***Chef Member***
Ambra ha scritto:
paolofederici ha scritto:
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Secondo voi, quel "tutti" cosa vuol dire?
Lo sapete che in Italia NON è possibile difendersi ... in Tribunale "senza avvocato"!?
(La difesa "SENZA AVVOCATO" è ammessa SOLO per cause civili di poco valore, se non sbaglio inferiori ai 5.000 euro ... davanti al Giudice di Pace).
:(
E lo sapete che il vostro avvocato VA PAGATO anche se VINCETE una causa?
E lo sapete che NON E' VERO che chi perde la causa .. rimborsa, a voi che l'avete vinta, il costo del vostro avvocato?
Paolo

L'ho scoperto tramite mio padre, infatti!!
l'ho scoperto tramite mio fratello....e meno male che la parte che ha perso era una società di assicurazione...

comunque io ho trovato anche l'articolo 3 un po, come dire, strano? in teoria davanti alla legge dovremmo essere tutti uguali ed avere eguali dignità sociale......MA QUANDO MAIIIIIIIIIIIII???.... se un povero vecchio ruba un pezzo di pane in un supermercato, c'è la possibilità che finisca in prigione; d'altro canto se un VIP spaccia droga o ricatta della gente, al massimo, lo fanno stare al fresco un paio di giorni ed esce più ricco di prima....con le pubblicità e gli articoli sui giornali....

concordo con voi dicendo che anche secondo me l'articolo 36 andrebbe un po (anzi parecchio) revisionato!
 
ROSEMARY ha scritto:
Ambra ha scritto:
paolofederici ha scritto:
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Secondo voi, quel "tutti" cosa vuol dire?
Lo sapete che in Italia NON è possibile difendersi ... in Tribunale "senza avvocato"!?
(La difesa "SENZA AVVOCATO" è ammessa SOLO per cause civili di poco valore, se non sbaglio inferiori ai 5.000 euro ... davanti al Giudice di Pace).
:(
E lo sapete che il vostro avvocato VA PAGATO anche se VINCETE una causa?
E lo sapete che NON E' VERO che chi perde la causa .. rimborsa, a voi che l'avete vinta, il costo del vostro avvocato?
Paolo

L'ho scoperto tramite mio padre, infatti!!
l'ho scoperto tramite mio fratello....e meno male che la parte che ha perso era una società di assicurazione...

comunque io ho trovato anche l'articolo 3 un po, come dire, strano? in teoria davanti alla legge dovremmo essere tutti uguali ed avere eguali dignità sociale......MA QUANDO MAIIIIIIIIIIIII???.... se un povero vecchio ruba un pezzo di pane in un supermercato, c'è la possibilità che finisca in prigione; d'altro canto se un VIP spaccia droga o ricatta della gente, al massimo, lo fanno stare al fresco un paio di giorni ed esce più ricco di prima....con le pubblicità e gli articoli sui giornali....

concordo con voi dicendo che anche secondo me l'articolo 36 andrebbe un po (anzi parecchio) revisionato!

Nelle cause di modico valore innanzi al GdP la parte PUO' essere autorizzata a partecipare personalmente senza l'ausilio di un avvocato, ma in realtà è praticamente impossibile trovare un Giudice che Ti autorizzi a non "usare" un avvocato.

Con le ultime novità legislative le cose sono un pò migliorate: l'avvocato può "andare sotto" il minimo tariffario previsto: soprattutto gli avvocati giovani fanno accordi con il cliente a tariffe veramente basse.
 
Palmaria ha scritto:
per maggiore precisione, la regola è che chi perde la causa paghi anche le spese legali della controparte vittoriosa, ma il giudice può comunque decidere per legge che per i più svariati motivi, non meglio indicati, le spese siano compensate comunque tra le parti, ovvero ognuno paghi il suo avvocato! Questa dovrebbe essere l'eccezione, ma succede troppo spesso, purtroppo! :(

scusa se ti contraddico, ma non è così.
Il giudice stabilisce che chi perde PAGA le spese legali della controparte vittoriosa, e stabilisce anche la SOMMA.
Però l'avvocato (di chi ha vinto) chiede ben altre somme.
A me è successo questo: mi hanno fatto causa. L'ho vinta. Il giudice ha stabilito che la controparte doveva rimborsarmi le spese legali .. che ha anche quantificato in ragione di 3.000 euro. Però il mio avvocato mi ha fatto la parcella per 9.000. Quindi ho PERSO 6.000 euro per aver VINTO una causa. Nota bene: mi avevano fatto causa ... per un danno di 3.000 euro. Cioè ... se io fossi stato in colpa e avessi pagato i 3.000 euro del danno ... ci avrei rimesso 3.000 euro. Poichè io invece avevo ragione ... ed ho vinto la causa ... ci ho rimesso 6.000 euro!
:)
Paolo
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Palmaria

Summer Member
A mio parere la parcella che ti è stata sottoposta è veramente sproporzionata!!! Ritengo che su tua richiesta il Consiglio dell'Ordine di appartenenza del tuo avvocato avrebbe sensibilmente ridotto la parcella!

Comunque è presto detto come si arricchiscono altri avvocati! :(
 
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