Walker, Alice - Il colore viola

Valuzza Baguette

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"Violentata dall'uomo che credeva essere suo padre, privata dei due figli, sposata a un uomo che odia, Celie, una giovane donna di colore, viene separata anche dall'amata sorella Nattie, che finirà missionaria in Africa. Per trent'anni Nettie scriverà a Celie lettere che questa non riceverà mai, mentre Celie, oppressa dalla vergogna della sua condizione, riesce a scrivere solo a Dio. Sarà l'amante del marito, una affascinante cantante di blues, a cambiare il colore della sua vita, insegnandole a ridere, giocare, amare."

Vincitore del premio pulitzer nel '84;letto tutto d'un fiato,scorrevolissimo,un inizio folgorante,non riuscivo ad abbandonarlo.
Una storia commovente,tragica ma non strappalacrime.Impossibile non affezionarsi a Nettie,cosi inconsapevolmente forte.
Tocca argomenti importanti ma strappa anche qualche risata.
assolutamente consigliato.
L'unica pecca è il finale,non è all' altezza del resto del romanzo,sembra buttato li in fretta.
Esiste anche il film,ne ho visto un pezzo e non mi è piaciuto nemmeno un pochino,mille volte meglio il romanzo,il film pesante,di una lentezza esasperante,il romanzo al contrario è davvero scorrevole.
 
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estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ho visto il film e non l'ho trovato troppo brutto, pur concordando con te sul fatto che sia lento e a tratti molto pesante... La tua recensione mi ha molto incuriosito, avevo già in mente di leggere questo romanzo e a questo punto lo farò molto presto. Tornerò per un commento a fine lettura! Intanto grazie di averlo recensito!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
“Il colore viola”, libro che valse ad Alice Walker il premio Pulitzer per la narrativa nel 1983, è un libro che si legge d’un fiato, ma che si assimila lentamente ed altrettanto lentamente si dimentica.
Personaggi tratteggiati con spietata chiarezza, storie raccontate con la fredda lucidità di chi ha un obiettivo preciso: raccontare tutto, far conoscere la realtà, senza sconti né edulcorazioni.
La vicenda si apre con le violenze subite da Celie, una ragazzina timida, ingenua e volenterosa, che subisce gli abusi del padre ed è costretta a sposare un vedovo per badare ai suoi figli e alla sua casa. Questi avrebbe preferito sposare Nettie, la sorella di Celie che, grazie ad una serie di eventi favorevoli, riesce a scappare facendo perdere le proprie tracce e tuttavia promettendo alla sorella di scriverle. Celie, umiliata nella propria condizione di donna di colore, stupida, ignorante, buona solo a servire il marito, sprofonda sempre di più in un’apatica rassegnazione fino al giorno in cui incontra Shug, l’affascinante, decisa, esuberante amante del marito che sarà la sua salvezza. Sarà la vicinanza di questa donna ed in particolare una drammatica scoperta riguardante la sorella Nettie a portare Celie al punto di svolta ed al radicale cambiamento della sua vita.
Una storia di razzismo, grettezza, ignoranza, ma anche di riscatto, forza d’animo, voglia di cambiamento. Una riflessione a tutto tondo sulla condizione delle persone di colore, delle differenze con i bianchi in America ed in Africa dove si trova Nettie, un’analisi sulla condizione femminile, sulla religione, sull’amore tra persone dello stesso sesso. Un libro complesso e completo che va letto e riletto perché lascia dentro tante, troppe sensazioni contrastanti e difficili da interiorizzare.
Una lettura consigliata a tutti, come consigliato è anche il film diretto da Spielberg che è molto fedele al libro e trasmette altrettante emozioni.
 

bouvard

Well-known member
Libro duro, in cui i personaggi, gretti e violenti, sembrano tagliati con l’accetta; e le vicende raccontate sono, se mai sia possibile, anche più difficili da mandar giù.
Violenza, sopraffazione, razzismo, noncuranza dei sentimenti altrui, c’è molto del lato brutto degli uomini in questo libro, ma, stranamente, c’è anche amore, solidarietà, amicizia e altruismo. E la cosa che colpisce di più è il fatto che questi sentimenti risiedano proprio nell’animo di quelle persone che avrebbero meno ragioni di altri a coltivarli.
E poi colpisce soprattutto la solidarietà femminile, tra donne che dovrebbero odiarsi e che invece si aiutano e sostengono.
Libro sicuramente da leggere.
 

isola74

Lonely member
Purtroppo non ho saputo apprezzare troppo questo libro, forse le aspettative erano troppo alte. Scritto bene, si legge velocemente, ma non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio. Solo Nettie sembra un gradino più su in quanto a carattere e coraggio. Diciamo che l'ho letto senza empatia ma solo per seguire il racconto. La storia è un susseguirsi di violenze e soprusi e la sola nota positiva - come sottolinea bouvard- è la solidarietà femminile, anche se non è alla pari.
Il finale l'ho trovato un po' affrettato.
Appena Sufficiente per me
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Questo libro è stato una piacevolissima sorpresa. È vero che ne avevo letto quasi solo elogi, ma mi sentivo comunque un po’ restia ad affrontare una storia che mi sembrava troppo angosciosa: una delle primissime cose che veniamo a sapere è che la protagonista, da ragazza, viene violentata ripetutamente da suo padre e ne resta incinta due volte.
Invece quanto mi sbagliavo! La scrittura di Alice Walker non indugia al minimo sentimentalismo; è precisa, chirurgica, letale. Le frasi sono brevi e secche, in alcuni momenti mi hanno fatto pensare a Trilogia della città di K. della Kristof: nessun tentativo di commuovere il lettore, eppure le loro parole sono pugni nello stomaco.
Il romanzo si sviluppa in forma epistolare: Celie e sua sorella Nettie raccontano in prima persona la propria storia. Per oltre metà libro la sola voce narrante è quella di Celie; dopo aver abusato di lei, il padre la dà in sposa a un uomo che non la ama e la picchia, poichè così crede che si debba fare con le mogli. Non essendo capace di ribellarsi, la donna si rifugia in se stessa scrivendo a Dio. Molto tempo dopo, quando ormai teme di aver perso definitivamente le tracce dell’amata sorella, da cui era stata costretta a separarsi, riceve, o per meglio dire scopre, tutte le lettere che Nettie le aveva scritto nel corso degli anni e che suo marito le aveva sottratto.
All'inizio, quindi, seguiamo la vicenda della sola Celie, sottomessa fisicamente e psicologicamente agli uomini ai quali “appartiene”. La violenza le sembra una condizione naturale e quasi si sente di giustificarla; siamo infatti nel Sud degli Stati Uniti prima della Seconda Guerra Mondiale, tra famiglie di colore culturalmente molto povere. Eppure non tutte le donne accettano di farsi trattare come Celie: non lo fa Sofia, la moglie del suo figliastro, che, piuttosto che vedere calpestata la propria dignità, reagisce con forza fino a pagare la sua audacia con la libertà. E soprattutto non lo fa Shug, l’amante storica del marito, una donna capace di prendersi ciò che vuole e rifiutare ciò che non vuole: sarà proprio lei a insegnare a Celie cosa vuol dire essere donne e che l’amore verso se stesse, così come il piacere, sono diritti inalienabili anche per loro.

Se poco a poco Celie impara a rispettarsi e a farsi rispettare, il percorso di sua sorella segue una strada completamente diversa, che la porta in Africa come collaboratrice di missionari di colore. Ho trovato estremamente interessante anche questo secondo filone narrativo, in quanto affronta non solo il rapporto neri/bianchi nelle ultime fasi del colonialismo, ma anche il rapporto neri/neri, ovvero neri africani (agli occhi dei secondi pur sempre dei "selvaggi" da "civilizzare" o comunque da "salvare") e neri americani moderni, cristiani e già "civilizzati".

Si tratta quindi di due percorsi di formazione diversi e complementari, che conducono entrambe le donne a una nuova forma di consapevolezza. Nel finale, il romanzo è aperto alla speranza di un futuro migliore non solo per le due sorelle, ma anche per gli altri personaggi che, forse immeritatamente, hanno ottenuto la possibilità di un riscatto.

Da leggere sicuramente.
 
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