Wenders, Wim - Ritorno alla vita

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Ritorno alla vita.


Wenders ci propone un lavoro fatto -a mio avviso- di qualche luce e molte ombre. Le ombre: la sceneggiatura! Che fantasia vecchio Wenders! Questa dello scrittore in crisi non l'avevo mai sentita come storia, ma proprio mai, mai ,mai, mai. mai.mai.....
La scontatezza delle vicende legate alla vita artistica sono sconcertanti-financo al classico del tentato suicido_O ancor peggio, al successo successivo.

( Ora vado a vedermi uno qualsiasi dei film di Ken Loach---che cosi' ritorno alla vita vera e ai disastri della vera vita, con le mani sporche di fatica e lavoro dei suoi protagonisti...terribili anche loro ma meno inconsistenti degli stereotipi degli scrittori in crisi....e di tutti i versi che fanno per uscirne. Uscire da una dimensione metalmeccanica, da un licenziamento, dalla disoccupazione, da salari da fame...è piu' complesso e serio, per cosi dire, delle moine degli scrittori. )

L'attore maschile poi. è improponibile, il film spesso è troppo concentrato su di lui.

Le luci:
una Charlotte Gainsbourg volutamente disadorna ma che porta sulle spalle tutto il film, e tutto il (poco) fascino della vicenda. Intensa e stupenda, è da innamorarsi.
Poi, un certo amore per il silenzio, per l'azione filmica immersa/circondata da silenzio. Una sorta di rallentamento delle cose, uno scrutar attorno le situazioni muovendosi in una zona di silenzio.
Un far poche parole nel descriver le cose e nell'immergersi nelle situazioni che ho gradito molto. E un certo amore per la dimensione mattutina e notturna-nel ritrar persone, incontri, cose, atmosfere naturali, vicende.

Ecco. Mi fermo qui.

V.A.
 
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