Mi permetto di prendere in prestito questa recensione che ho trovato sul web, prima di lasciarvi un commento personale su questo libro.
"Questo romanzo si ispira a una storia vera di un caso mai risolto degli anni ’20 e narra l’omicidio di un noto agente di cambio di Wall Street, appunto il Signor Benson , ucciso con un colpo di pistola in fronte ……. con relativo finale a sorpresa….. e non voglio dirvi altro.
La storia di questo libro mi ha preso da subito e mi è piaciuto molto, in particolare il modo di condurre le indagini di questo personaggio a me fino ad ieri sconosciuto: Philo Vance; investigatore dilettante, molto intelligente, ed è questa sua dote che lo trascina ad aiutare il suo amico di lunga data, il Procuratore distrettuale di New York, John F. Markham.
Vance fa il suo debutto nel 1926, con appunto l’omonimo romanzo "La strana morte del signor Benson” e diviene protagonista di tutti e 12 i romanzi scritti da Van Dine, pubblicati da Mondadori ed è stato anche il numero 1 della collana Giallo Mondadori in Italia.
Il narratore di queste imprese, nonché amico e procuratore legale dello stesso Vance, è proprio Van Dine sotto le cui spoglie si cela l’autore, inoltre lo scrittore è famoso per aver stilato le “Venti regole” che uno scrittore di romanzi polizieschi deve seguire.
Posso dire che la particolarità di questo libro, che mi ha molto intrigato, è la negazione di Vance dell’evidenza dei fatti, lui si attiene ad un metodo d’ interpretazione psicologica; le tracce possono essere create e falsificate in cento modi, un alibi può essere costruito ad hoc…. ma ciò che non può essere falsato è il carattere e la mentalità e quindi il comportamento individuale.
Avvincente…… affascinante....".
Eccentrico, snob, ma anche estremamente acuto ed intelligente, Philo Vance è l'esteta nonché investigatore dilettante protagonista di questo romanzo. Si tratta di un individuo che potrebbe risultare antipatico, data la sua saccenza per nulla occultata nel corso delle pagine. Svariate sono, infatti, le citazioni filosofiche ed i riferimenti all'arte ed alla letteratura classica greca e latina. Ma ciò che mi ha fatto soprassedere sulla sua verbosità è stata la sua estrema intelligenza e capacità di osservare al di là delle apparenze, di dedurre e di analizzare la psicologia che sta dietro ad ogni singola azione delle persone.
Trovo che il suo metodo deduttivo psicologico di risolvere i casi sia affascinante e molto istruttivo. E' il primo romanzo che leggo di Van Dine e penso che leggerò tutta la serie di Philo Vance per vedere fino a che punto si possa arrivare cercando di ignorare i falsi indizi e risolvere un caso concentrandosi solo su quanto è accaduto e su chi potrebbe averlo causato, basandosi sul carattere dei singoli attori.
Mi è piaciuto molto, consigliatissimo. Poe e Conandoil sembrano essere stati dei buoni maestri per questo autore.
"Questo romanzo si ispira a una storia vera di un caso mai risolto degli anni ’20 e narra l’omicidio di un noto agente di cambio di Wall Street, appunto il Signor Benson , ucciso con un colpo di pistola in fronte ……. con relativo finale a sorpresa….. e non voglio dirvi altro.
La storia di questo libro mi ha preso da subito e mi è piaciuto molto, in particolare il modo di condurre le indagini di questo personaggio a me fino ad ieri sconosciuto: Philo Vance; investigatore dilettante, molto intelligente, ed è questa sua dote che lo trascina ad aiutare il suo amico di lunga data, il Procuratore distrettuale di New York, John F. Markham.
Vance fa il suo debutto nel 1926, con appunto l’omonimo romanzo "La strana morte del signor Benson” e diviene protagonista di tutti e 12 i romanzi scritti da Van Dine, pubblicati da Mondadori ed è stato anche il numero 1 della collana Giallo Mondadori in Italia.
Il narratore di queste imprese, nonché amico e procuratore legale dello stesso Vance, è proprio Van Dine sotto le cui spoglie si cela l’autore, inoltre lo scrittore è famoso per aver stilato le “Venti regole” che uno scrittore di romanzi polizieschi deve seguire.
Posso dire che la particolarità di questo libro, che mi ha molto intrigato, è la negazione di Vance dell’evidenza dei fatti, lui si attiene ad un metodo d’ interpretazione psicologica; le tracce possono essere create e falsificate in cento modi, un alibi può essere costruito ad hoc…. ma ciò che non può essere falsato è il carattere e la mentalità e quindi il comportamento individuale.
Avvincente…… affascinante....".
Eccentrico, snob, ma anche estremamente acuto ed intelligente, Philo Vance è l'esteta nonché investigatore dilettante protagonista di questo romanzo. Si tratta di un individuo che potrebbe risultare antipatico, data la sua saccenza per nulla occultata nel corso delle pagine. Svariate sono, infatti, le citazioni filosofiche ed i riferimenti all'arte ed alla letteratura classica greca e latina. Ma ciò che mi ha fatto soprassedere sulla sua verbosità è stata la sua estrema intelligenza e capacità di osservare al di là delle apparenze, di dedurre e di analizzare la psicologia che sta dietro ad ogni singola azione delle persone.
Trovo che il suo metodo deduttivo psicologico di risolvere i casi sia affascinante e molto istruttivo. E' il primo romanzo che leggo di Van Dine e penso che leggerò tutta la serie di Philo Vance per vedere fino a che punto si possa arrivare cercando di ignorare i falsi indizi e risolvere un caso concentrandosi solo su quanto è accaduto e su chi potrebbe averlo causato, basandosi sul carattere dei singoli attori.
Mi è piaciuto molto, consigliatissimo. Poe e Conandoil sembrano essere stati dei buoni maestri per questo autore.