182º MG - Metello di Vasco Pratolini

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Eccoci alla vigilia di una nuova lettura. Come da titolo, il nuovo MG vedrà Alessandra e il sottoscritto alle prese con un romanzo ambientato subito dopo l'unità d'Italia.
"Metello" di Pratolini è il primo romanzo di una trilogia che comprende "Lo scialo" e "Allegoria e derisione".
Fa parte di uno stile fra i miei preferiti, per quanto riguarda la letteratura italiana: il romanzo storico "proletario", come lo chiamo io. È un romanzo di formazione a quanto pare, e scopriremo come è nata una forza operaia di lotta contro il "padrone" . Lo sciopero.
Chiunque volesse unirsi è libero di iniziare a commentare su queste pagine...

Ciao!
Sandro
 
Ultima modifica di un moderatore:

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Eccomi, credo che anch'io comincerò a leggere da domani. Per la prima volta mi trovo a leggere il primo libro di una trilogia, generalmente comincio dal secondo o dal terzo :mrgreen:
Di Pratolini ho letto Cronache di poveri amanti e mi ha conquistato. Spero che questo sia alla sua altezza, o anche poco più giù, va bene lo stesso :wink:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Io devo ammettere che ho visto, tempo fa, lo sceneggiato. Massimo Ranieri era Metello e ricordo che mi era piaciuto abbastanza. Ah i vecchi sceneggiati di quando ero piccolo! Erano le serie TV di oggi, solo che riprendevano per lo più grandi romanzi della nostra letteratura o di quella russa ottocentesca. Ne ho ancora qualcuno sul mio canale YouTube...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Io l'ho appena iniziato...per il momento ho letto pochissime pagine perciò non posso dire niente, solo che lo stile mi sembra leggermente meno scorrevole rispetto a Cronache di poveri amanti.
Curiosità un po' OT: la mia edizione è un vecchissimo Oscar Mondadori, beccato in una bancarella di libri usati. In prima pagina c'è il nome e l'indirizzo della ex-proprietaria, che viveva (o vive, se vive ancora o non si è trasferita) a pochi metri da casa mia :)
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
II cap. Prima parte.

Pure io ho una edizione tascabile della Mondadori che mi hanno regalato assieme ad alcuni classici.
Ho letto una cinquantina di pagine e devo dire che hai ragione la prosa a tratti è ostica. Soprattutto il ritmo e la punteggiatura, molto toscani, mi danno a volte fastidio, ma conto di abituarmici presto. Credo basti prendere la mano. Ho provato lo stesso leggendo Gadda (non ricordo quale, forse dei racconti) molto, molto tempo fa.

Ad ogni modo, dopo l'inizio, con personaggi di rito ma che sono sicuro marginali, Metello, ancora giovanissimo se ne "scappa" a Firenze. Mi ha incominciato a piacere quando ho smesso di leggere. Quando ha iniziato a lavorare e gli altri hanno già avuto da ridire in quanto lui ha accettato un centesimo l'ora meno del solito pattuito, non sapendo quando sarebbe stato il giusto compenso.
Mi sono fermato all'osteria; Metello conosce i colleghi e loro scoprono che è figlio del Caco, il renaiolo. :wink:
Mi sembra di sentire Pestelli che dice in toscanaccio: "32 l'orfano, 26 il renaiolo". :mrgreen: Bello il finale della prima parte del II capitolo, con l'ancora quindicenne Metello distrutto dopo la fuga, una notte di marcia e un giorno di lavoro che s'addormenta sul tavolo dell'osteria...

...il sonno greve di un ragazzo di quindici anni che aveva camminato la notte intera, faticato tutta una mattina, a digiuno, vinto ora dalla stanchezza, dal cibo rapidamente ingoiato, e dalle emozioni. Per quanto lo scuotessero, non riuscirono a svegliarlo. Betto dové prenderselo sulle spalle e trasportarlo così, attraverso Santa Croce, Ponte alle Grazie, Giardino Serristori, fino nella sua camera di San Niccolò, sottostante la camera dove Metello era nato.

Si dài, l'atmosfera di quei tempi incomincio ad intravederla, a respirarla. Percepisco che non c'era rivalità o astio fra i lavoratori. Credo che una volta si creassero dei gruppi molto più uniti di ora, nei posti di lavoro, nelle fabbriche, nelle grandi officine...
Incomincia l'avventura del giovane Metello e sono già curioso. :wink:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Metello ascolta rapito i discorsi dei lavoratori e le loro divergenze. Penso che la politica fosse stata molto diversa allora. A parte il fatto che c'erano molti meno partiti, ma mi sembra che le linee di condotta fossero più lineari, semplici e dirette. Anarchici e socialisti sembrano entrambi interessare Metello, vediamo che corrente abbraccerà. Se si unirà a uno dei due gruppi...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Pag 138

Metello ascolta rapito i discorsi dei lavoratori e le loro divergenze. Penso che la politica fosse stata molto diversa allora. A parte il fatto che c'erano molti meno partiti, ma mi sembra che le linee di condotta fossero più lineari, semplici e dirette. Anarchici e socialisti sembrano entrambi interessare Metello, vediamo che corrente abbraccerà. Se si unirà a uno dei due gruppi...

E' vero, c'era una netta distinzione tra le varie correnti, anarchici e socialisti vengono descritti come partiti con ideali distinti e ben definiti. Per ora trovo interessante questo libro perché racconta (pur senza approfondire tantissimo) bene la vita sociale e politica dell'epoca, ma non mi appassiona come Cronache di poveri amanti. Metello, per il momento, mi sembra un personaggio non troppo complicato, che non ha ancora le idee chiare e che osserva il mondo dall'esterno, d'istinto però mi sembra che si leghi ai rivoltosi, di qualunque partito siano; certo, lo fa perché ha la preoccupazione di mettere insieme il pranzo con la cena, ma buon sangue non mente e probabilmente in lui è presente un forte senso della giustizia ancora latente. Vedremo, come dici tu! Sono arrivata al momento in cui mette su casa con Ersilia e il bambino. Mi è piaciuta la descrizione di Viola e della sua vita.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non sono andata avanti quasi per niente e dovrò mancare di nuovo un paio di giorni, C0C0, scrivi pure quanto e come vuoi :)
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Per ora trovo il personaggio di Metello senza un carattere ben delineato. Il romanzo alterna buone pagine ad altre in cui la prosa rimane ostica. Frasi con doppi "due punti", moltissime virgole o punteggiatura, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Interessante il periodo storico in una Firenze piccola e concentrata tutta in quartieri e strade, vicoli e rioni.
Spero tanto che Pratolini accentri la storia presto. Rari i momenti in cui i paragrafi paiono scritti da un'ottima penna...

E c'è un'alba, simile a mille altre che hai visto nel corso della tua vita, con la luce che è grigia e lentamente si schiara, e si colora, e dapprima è celeste, non rosa, è poi rosa, quindi in un baleno, da dietro i poggi, sbuca il sole, e il cielo, investito da tanta luce, sembra scattare più in alto. Tutto quanto accade cotesto giorno non potrà mai trapassare dalla memoria. È il giorno in cui, a nostra insaputa, la nostra vita si volta come si volta sul palmo il dorso della mano.

Ecco, ora mi aspetto il cambiamento di un personaggio che ad un terzo del romanzo ha dato il titolo allo stesso. Non chiedo molto, no? Solo un po' di incisività in più.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Pag 258 - spoiler

In questi giorni sono andata molto avanti, complice la festività :wink: anche perché d'un tratto la storia si è fatta più interessante, seppure inferiore alle aspettative.
Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che il personaggio di Metello non è ben delineato. E' stato eletto "capo" della rivolta, dello sciopero, ma non ho capito perché e quali qualità hanno portato a questo. Nella vita familiare è un uomo mediocre che non disdegna di tradire la moglie appena se ne presenta l'occasione. Ersilia ci fa sicuramente una figura migliore, le scene di vita privata sono belle e a tratti esilaranti, soprattutto quella della rissa con Ida, sembra di vederle :mrgreen: Interessante, anche se a tratti un po' ripetitiva, anche la storia dello sciopero, di come si è svolto, delle varie evoluzioni. Però, anche qui, i personaggi ben tratteggiati sono altri rispetto al protagonista che dà il titolo al libro: il Tedesco, Aminta, persino Olindo che capitola prima degli altri.
Lo sto leggendo volentieri e non mi dispiace, ma ripeto, non posso fare a meno di paragonarlo a Cronache di poveri amanti anche se non è giusto :boh:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Io invece ho approfittato della festività per... ehm, riempirmi la pancia invitando qualche amico a casa, mangiare da loro etc.
Condivido quello che hai scritto, comunque. Apprezzo l'atmosfera d'altri tempi, che a me piace molto. Non sono così avanti, proprio perché, credo, mi aspettavo che la storia si accentrasse un po' di più su Metello. Lo fa, in qualche modo, ma probabilmente non come avrei voluto: non lo vedo come il trascinatore del romanzo. Non che debba esserlo per forza. Pratolini fa del gruppo di personaggi dei caratteri amalgamati con la Firenze del periodo e con le leggi, le usanze e tutte le difficoltà, le lotte di classe che c'erano all'epoca. La politica è là in mezzo, di meno i tratti dei protagonisti del romanzo. O forse non quanto piacerebbe a me.

Devo recuperare e raggiungerti, adesso. :wink:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Devo recuperare e raggiungerti, adesso. :wink:

No, non preoccuparti, non ti lascerò solo a commentare anche se finirò prima :mrgreen:
Anche a me piacciono le atmosfere e poi mi piace come si addentra nella vita degli operai scioperanti, certo coraggiosi, talvolta non riuscivano nemmeno a mangiare, se non chi aveva la moglie che lavorava, è bello però apprendere quanto erano solidali tra di loro ... magari fino a un certo momento, però è anche naturale, trattandosi di una questione di sopravvivenza, che non tutti abbiano resistito :boh:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Finito

Tranquillo Coco, non ti lascerò solo per i commenti :wink:
Per adesso posso solo dire che l'ultima parte è molto bella, forse al posto di Metello sarebbe stato meglio mettere un altro titolo ma ne è valsa la pena :)
Ti aspetto per il commento finale.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
MI mancano pochissime pagine. Sono d'accordo: il finale in crescendo è entusiasmante. Lo sciopero e la disperazione degenerano in rissa. Alla pancia non si comanda! Capisco chi non ce la faceva più. E poi con l'aumento che hanno chiesto quanto sarebbero dovuti andare avanti per recuperare le settimane perdute senza lavorare?
Lo stile, ad ogni modo, è rimasto quello della parlata popolare fiorentina. Non avrebbe potuto essere altrimenti. La seconda parte del romanzo ha ripagato una prima metà meno convincente. Tutto sommato un buon libro, dai.
Ci leggiamo per i commenti finali...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Nemmeno io me la sono sentita di "dare addosso" ai crumiri, non avevano più da mangiare nemmeno per le famiglie e i figli, non saprei dire cosa avrei fatto io al loro posto ... però non dimentichiamo che è grazie ai vari Del Buono, Salani etc. etc. se abbiamo acquisito certi diritti :)
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Finito!

Nemmeno io me la sono sentita di "dare addosso" ai crumiri, non avevano più da mangiare nemmeno per le famiglie e i figli, non saprei dire cosa avrei fatto io al loro posto ... però non dimentichiamo che è grazie ai vari Del Buono, Salani etc. etc. se abbiamo acquisito certi diritti :)
Vero, e guarda a che prezzo. Mi è dispiaciuto molto come è andata la ripresa dei lavori, la morte dei colleghi e amici.
Oltre che aver perduto tre dei loro compagni, l'aumento del salario non è stato quello sperato e, come ha scritto Pratolini, quanto ci vorrà ora per vederne i benefici, dopo un mese e mezzo senza stipendio?
Mi è piaciuta molto la seconda parte del libro che finalmente mi ha fatto entrare nel vivo dell'azione, coinvolgendomi appieno. Pure la prosa si è ammorbidita un po', o forse mi ci sono abituato io...
Sono assolutamente d'accordo con te che il titolo non è proprio appropriato. Continuo a credere che la figura di Metello non sia stata al di sopra di altre vicende che hanno "fatto" il romanzo.

Mi piacerebbe scrivere qualcosa su Vasco Pratolini piuttosto che su questo romanzo; anche perché l'opera completa comprende altri due titoli.
Fra qualche giorno lo farò, magari...

Grazie ad Alessandra per la compagnia in questa lettura che mi ha fatto leggermente storcere il naso all'inizio ma che poi ha recuperato alla grande. In alcuni sprazzi mi è venuto in mente "La battaglia" di John Steinbeck, sebbene quest'ultimo fosse di un altro livello, a mio parere.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Sono d’accordo in buona parte con il commento di Cocotimbo. Dopo un inizio, a mio parere, un po’ ripetitivo e non particolarmente brillante, il libro decolla nella seconda parte, trasmettendoci un perfetto ritratto della società operaia dell’800 e dei primi anni del ‘900, la sofferenza dei primi scioperi, il dilemma: faccio il crumiro e torno a lavorare o lascio la mia famiglia senza mangiare ancora … per quanto tempo? Tutto ciò viene efficacemente comunicato al lettore, che si sente partecipe di un importante momento storico e anch’egli quasi combattuto tra le due possibilità: inevitabile chiedersi cosa sarebbe più giusto fare, cosa avremmo fatto in quella situazione e, per me, altrettanto inevitabile non riuscire a trovare una risposta. Ciò di cui sono certa è la giustezza del principio di partenza, ho ammirato la determinazione e il coraggio di Metello e compagni nel portare avanti la ribellione, nell’inconsapevole aprire la strada alle generazioni successive, sancendo con il loro comportamento il concetto forse semplice, ma affatto scontato che ognuno ha il diritto o il dovere di lottare per i propri diritti e di ribellarsi alle ingiustizie perpetrate da chi ha più potere. Certo, oggi impressiona vedere con quanta facilità un “ribelle” poteva essere severamente punito, spesso con il carcere.
Ho trovato soddisfacente la caratterizzazione di alcuni personaggi, come il Tedesco o la moglie di Metello, Ersilia, una donna intelligente e all’avanguardia rispetto al tempo in cui vive; una donna che, pur soffrendo profondamente per il tradimento del marito, di fronte al timore che lo sciopero degeneri o che la situazione della sua famiglia si faccia dura, riesce a superare il suo dolore e ad anteporre la storia collettiva a quella individuale. Meno soddisfacente, come abbiamo già detto, quella di Metello, “usato” come capo della rivolta ma lasciato un po’ “scolorire” rispetto ai compagni.
Ho trovato molto bella la parte finale, le lettere che lui ed Ersilia si scrivono mentre lui è in carcere, soprattutto alla luce della differenza di maturità e di profondità rispetto a quelle che si scrivevano quando lui fu arrestato la prima volta, quando le scrisse “Quando esco ti sposo”. In conclusione direi che è un libro da leggere, soprattutto per la sua significatività storico-sociale. Leggerò i successivi, anche se non subito.
Grazie anche a te C0C0, attendo con curiosità le tue riflessioni su Pratolini!! :)
 
Alto