Knausgard, Karl Ove - Un uomo innamorato

Wilkinson

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Secondo volume dei sei previsti dell'opera denominata “La mia Lotta”, il libro delinea la parte biografica riguardante la relazione amorosa dello scrittore con Linda e la paternità dei suoi tre bambini, portando l'analisi del sè autobiografico alla luce appunto dell'amore per la fidanzata e per i figli.
La scrittura è completamente autobiografica come se Knausgard avesse riversato nei sei volumi un diario rielaborato che con costanza deve avere tenuto nel corso del tempo.
Ma all'interno di questa veridicità, all'interno di questa divulgazione, Knausgaard costruisce anche una sorta di rete di sicurezza. La narrazione peripatetica, le curve nel tempo, gli permetteno di mostrare la natura multiforme della personalità, e a darsi una sorta di alibi del passato.

Accostato per questo,immeritatamente, a Proust già a una prima lettura se ne trovano le differenze: alla complessità delle frasi proposta dallo scrittore francese, Knausgrad oppone una scittura piana, colloquiale, semplice e diretta che è forse la causa della sua fortuna presso certa critica.
Ogni pagina trasuda di confessione : gli episodi della vita dello scrittore vengono descritti nei minimi particolare ( all'inizio di questo volume viene descritta una festa di compleanno di bambini a cui lo scrittore partecipa : nel corso di molte e molte pagine essa viene descritta miniziosamnete riportando persino i dialoghi dei piccoli di 4-5 anni …)

Questa meticolosità porta Knausgaard a essere brutalmente, faticosamente, sincero – o almeno sembra essere – sul suo rapporto con la moglie ei figli. Linda è presentata principalmente come una depressiva testarda, pigra, egocentrica, mentre i suoi figli sono spesso visti come inconvenienti, ignorati e abbandonati o usati come armi nelle controversie di coppia. Knausgaard è altresì spietato nel ritrarre se stesso come un narcisista, codardo e risoluto egoista.

Eppure si va avanti a leggere sia per il linguaggio semplice e scorrevole, sia per la curiosità subdola di spiare dentro a una vita che viene senza volerlo paragonata a quella di chi legge.
Forse è il volume migliore dei tre editi finora ( buono anche il primo, bruttino davvero il terzo), una lettura questo scrittore norvegese la merita comunque.
 

Spilla

Well-known member
Sono solo all'inizio della lettura del primo volume, La morte del padre e, contrariamente a quanto avevo letto nelle recensioni e di ciò che in fondo mi aspettavo, trovo questo autore intenso e coinvolgente. Il parallelismo con Proust ci sta tutto, pur nell'infinita distanza di stile e di epoca. Ciò che rende valida, io credo, quest'opera, è proprio il faticoso tentativo di mettersi a nudo, magari indagando nelle minime pieghe degli eventi.
Proseguendo nella lettura potrei, ovviamente, cambiare idea. Ma al momento sono felice di questo incontro :)

Un'ovvietà: il libro è fortemente sconsigliato a chi ama l' "azione" :mrgreen:
 
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