Dallolio
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Faccio una premessa: sono orgoglioso della mia laurea e se potessi tornare indietro la rifarei, non sto quindi facendo un discorso di carattere culturale ma esclusivamente economico.
Nella mia sottosezione a scuola eravamo in 11; 9 di questi si sono laureati (tra cui io) e 2 no; per grande fortuna lavoriamo tutti e il paradosso è che abbiamo tutti lo stesso stipendio (forse il capitalista sono io, ma di sole 50 euro al mese in più); è un dato di fatto quindi che le due persone che non hanno seguito la laurea hanno guadagnato per cinque anni in più e hanno cinque anni di contributi in più; tra queste due c'è una differenza, e cioè che una ha seguito un percorso accidentato (cioè non sempre ha lavorato nel settore trasporti), l'altra invece che ha scelto un lavoro ancora meno qualificato (e cioè dipendente impresa di pulizia) ed è stata quella con il percorso più netto, avendo avuto continuità tra il diploma a oggi (dopo 15 anni); si trova anzi nella paradossale situazione di dover rifiutare spesso del lavoro straordinario in uffici e case.
Come interpretate la cosa? Premetto che tutte le lauree che abbiamo svolto erano umanistiche (Scienze della formazione primaria, Scienze religiose, Filosofia) e ribadendo che non è un "pentimento" ma solo uno spunto di discussione.
La laurea economicamente ha valore?
Nella mia sottosezione a scuola eravamo in 11; 9 di questi si sono laureati (tra cui io) e 2 no; per grande fortuna lavoriamo tutti e il paradosso è che abbiamo tutti lo stesso stipendio (forse il capitalista sono io, ma di sole 50 euro al mese in più); è un dato di fatto quindi che le due persone che non hanno seguito la laurea hanno guadagnato per cinque anni in più e hanno cinque anni di contributi in più; tra queste due c'è una differenza, e cioè che una ha seguito un percorso accidentato (cioè non sempre ha lavorato nel settore trasporti), l'altra invece che ha scelto un lavoro ancora meno qualificato (e cioè dipendente impresa di pulizia) ed è stata quella con il percorso più netto, avendo avuto continuità tra il diploma a oggi (dopo 15 anni); si trova anzi nella paradossale situazione di dover rifiutare spesso del lavoro straordinario in uffici e case.
Come interpretate la cosa? Premetto che tutte le lauree che abbiamo svolto erano umanistiche (Scienze della formazione primaria, Scienze religiose, Filosofia) e ribadendo che non è un "pentimento" ma solo uno spunto di discussione.
La laurea economicamente ha valore?
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